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"Facciamo una promessa ai nostri lettori per il nuovo anno: finchè il MANIFESTO continuerà a scrivere Tel Aviv al posto di Gerusalemme, noi faremo seguire alla testata la seguente frase: " il quotidiano di Rocca Cannuccia . Promesso."
Gentili redattori di quel giornale che un tempo accuso' i giudici Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Antonino Caponnetto di essere " professionisti dell'antimafia", cosa che ancora oggi- per chi di quei magistrati fu una giovane allieva di lotta alla mafia nel rispetto delle regole e delle istituzioni e, nel caso dei primi due, pianse la loro morte- rappresenta un ricordo di immoralita' a causa della quale non prendere neanche in mano la vostra carta stampata; permettetemi comunque di informarvi che stamane, in un giovedi' gravido di pioggia a Gerusalemme, ridiamo allegramente, pur non dimenticando i problemi, del fatto che, data la pervicace stoltezza con la quale ognuno di voi continua a scrivere Tel Aviv al posto di Gerusalemme, c'e' chi ha deciso, citandovi, di far seguire al nome della vostra Testata quello della localita' di Rocca Cannuccia.
Davvero speriamo che la gente della reale frazione di Rocca Cannuccia non ce ne voglia, e che rida anch'essa del fatto che tale toponimo venga usato in lingua italiana per definire altresi' qualcosa di introvabile, come forma di scherno. E, come nel vostro caso, per esempio, anche di disservizio.
Il vostro servizio a firma di Manlio Dinucci sulle riserve di gas naturale trovate al largo del mare di Haifa era tanto prevedibile quanto dotato degli stessi indici di attendibilita riscontrabili, tanto per fare un'altro esempio, nei magnifici racconti dell'attuale presidente dell'Autorita' palestinese, Abu Mazen, che dopo lunga pezza dall'essersi laureato a Mosca con tesi sull'inesistenza della Shoah, dedica oggigiorno le sue energie culturali a sostenere l'ilare tesi che |Gerusalemme non ha mai avuto niente a che vedere con il popolo ebraico.
Se il destino degli esseri umani, ebrei, arabi, israeliani, giordani, palestinesi , qualunque cosa essi siano e vogliano essere, non fosse qualcosa di serio, che purtroppo ancora oggi, anche in questa parte del mondo, e' avviluppato nel dolore, nelle guerre e nelle ingiustizie, nella quasi assenza di speranza e nella solitudine di ognuno, davvero la vostra maniera di raccontare le cose potrebbe solo farci ridere.
Farci ridere potrebbe anche il vostro racconto di oggi in questione, perche' capace di richiamare alla mente il mirabile resoconto offerto al mondo dall'Egitto a proposito della comparsa di un pericoloso squalo nelle acque della localita' piu' in voga nel Paese per turisti di ogni parte del mondo. Si capisce che il predatore era stato immerso negli incantati fondali di Sharm- el Sheick, proprio dagli stessi israeliani, non paghi di succhiare il sangue dei bambini ebrei e mussulmani a Pesach, di consumare tutta l'acqua - non si sa bene a che scopo, dato che, essendo giudei, sono sporchi- e adesso pronti subito a predare anche le risorse di gas.
Mio nonno materno, sia di benedizione il suo ricordo, direbbe: "Ovvio, sempre colpa dell'ebreo". Poi, egli, vecchio uomo del Bund dai chiari occhi di cielo, darebbe al suo viso triste l'occasione di ridere di buon grado, di fronte alla notizia che qualcuno, finalmente, informera' i lettori che il vostro quotidiano, dal punto di vista della verita' e della storia, si trova a Rocca Cannuccia. Quella inesistente, non quella reale che pure esiste nel Sud dell'Italia che amiamo. Lea Rosenholtz, Israele
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