mercoledi` 27 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei č il nuovo Hitler


Clicca qui






Informazione Corretta Rassegna Stampa
02.01.2011 Israele, 1° gennaio 2011: un bilancio
Commento di Deborah Fait

Testata: Informazione Corretta
Data: 02 gennaio 2011
Pagina: 1
Autore: Deborah Faith
Titolo: «Israele, 1° gennaio 2011: un bilancio»

"Israele, 1° gennaio 2011: un bilancio"
di Deborah Fait


Deborah Fait

Due notizie, una buona in assoluto e una buona ma triste che gia' conoscete. Partiamo dunque con la prima per farci la bocca buona il primo dell'anno.
A proprosito tantissimi auguri a tutti.
Dunque: molti anni fa, quando ancora vivevo in Italia e venivo in visita in Israele con i viaggi della Federazione, andammo a parlare con un signore che coordinava i lavori dei giacimenti di fosfati del Mar Morto. Questa persona ci fece una bellissima lezione sul "Mare di Sale" , come si chiama in ebraico, e fini' il suo discorso con queste parole "Israele non ha niente, non ha pretrolio, non ha gas, non ha risorse naturali, ha soltanto una cosa: l'intelligenza della sua gente".
Adesso non e' piu' cosi' perche' Israele ha trovato il gas, il piu' grande giacimento del mondo vale a dire un valore superiore ai 95 miliardi di dollari, tanto gas che diventeremo esportatori nel mondo! Siamo ricchi!!!!!!!!!!!!!!! Ehehehehe, adesso, a noi, l'Arabia Saudita, gli Emirati Arabi ci fanno un baffo e forse quei giganti del petrolio avranno meno potere economico sul mondo intero, forse faranno persino meno paura, forse l'Eurabia pensera' "pero' sto Israele, guarda te, magari ci conviene trattarlo un po' meglio"
L'altra sera, dandoci la notizia, il nostro ministro del Tesoro saltava sulla sedia per la felicita'.
Avevo le lacrime agli occhi, finalmente un po' di fortuna anche per noi! Alla faccia di chi ci vuol male! Non mi intendo di economia ma leggiamo spesso sui media che la crisi economica mondiale ha toccato Israele solo di striscio nonostante tutto quello che abbiamo sopportato, anche in spese enormi, nei lunghi anni di terrorismo.
Israele, solo nel 2005, ha avuto 2.990 attentati alle infrastrutture, alle citta', autobus distrutti, negozi, case, alberghi, strade distrutte dagli uomini bomba, ospedali pronti a curare decine di feriti in un colpo solo.
Contemporaneamente e successivamente abbiamo gli 8 anni di bombardamenti su Sderot con i missili che aprivano crateri enormi, distruggevano case, scuole, parchi.
La guerra del Libano con tutti i costi di una guerra e i danni provocati dai missili di Hezbollah sulle citta' del nord. Spese enormi, per non parlare delle vittime, eppure ce l'abbiamo fatta e chi veniva in Israele dopo un attentato non ne trovava piu' i segni.
Ricordo quando vi fu l'attentato al Centro Commerciale Dizengoff a Tel Aviv, 13 morti e centinaia di feriti, tutto distrutto. Il giorno dopo le vetrate, enormi, che davano sulla strada, erano gia' state cambiate, ovviamente il Centro era chiuso ma fuori tutto era pulito e perfetto.
Nei cimiteri si seppellivano i morti, negli ospedali si curavano i feriti, la popolazione si asciugava le lacrime, le strutture dovevano essere immediatamente rimesse a posto per un fattore psicologico e ambientale. Cosi' sempre, dopo ogni attentato, un'ora dopo non ci sono piu' i segni se non nell'animo degli israeliani, la prima cosa che accade, dopo le autoambulanze, sono le pompe che lavano il sangue e squadre di operai che sistemano tutto quello che puo' essere materialmente riparato. Un'efficienza dovuta a anni di tragica esperienza che, oltre alle perdite umane e alla disperazione, e' costata miliardi di shekel.
Eppure ce l'abbiamo fatta, siamo sopravvissuti grazie al coraggio degli israeliani e a quei famosi cervelli.
Adesso pero' abbiamo il gas, tanto gas, una grande rivincita dopo aver scoperto il petrolio in Sinai e averlo ridato all'Egitto colla firma di pace, un enorme giacimento di gas naturale proprio di fronte a Haifa, casa e bottega, a meno che i palestinesi non si mettano a gridare "E' nostro, ridatecelo, Israele non esiste, tutto e' Palestina!"
La notizia bella da un lato e triste dall'altro e' la condanna per stupro dell'ex presidente di Israele Moshe' Katzav, una condanna emblematica della grande democrazia israeliana che non guarda in faccia a nessuno, presidente o mendicante che sia, e qualsiasi punizione la Corte decida in seguito, non potra' che rafforzare la vergogna e l'umiliazione piombate con tutto il loro tremendo peso sulle spalle di Katzav.
La parte triste della notizia e' semplice: Moshe' Katzav poteva essere un simbolo e non ne e' stato capace: primo Presidente sefardita dopo ben sette presidenti ashkenaziti. Lui, il ragazzino ebreo rifugiato in Israele dall'Iran, che aveva praticamente creato, lavorando duramente, la citta' in cui viveva, Kiriat Malachi, diventandone sindaco a soli 24 anni. Una carriera brillante, presidente a soli 54 anni, una bella famiglia e poi, letteralmente, dalle stelle stelle alle stalle e il simbolo e' precipitato vergognosamente nella melma.
Aveva le capacita' ma gli ha fatto difetto la cosa piu' importante, la grandezza d'animo e si e' rivelato un piccolo uomo vizioso e bugiardo. Paghi quindi le sue colpe e sia dimenticato per sempre.
Per una volta nella vita mi e' piaciuto persino un commento di Haarez sotto una foto dell'ex presidente molto corrucciato: "Il pensiero di Moshe' Katzav: Dio e' Donna"!
Che altro posso dirvi questo primo giorno del 2011? La pace e' lontana, Abu Mazen segue fedelmente le orme del suo predecessore "nessun ebreo nei territori palestinesi, nemmeno se fosse un soldato delle truppe ONU".
Hamas ci ha rallegrato la fine dell'anno con un bel missile. Insomma tutto come sempre nonostante le speranze che non devono morire mai.
Tutto uguale anche per Gilad Shalit di cui non si sa piu' niente. Questa notte a Tel Aviv si ballava, la citta' dell'allegria festeggiava come sempre. Durante i festeggiamenti un ragazzo, brindando, ha gridato "Lechaim, Gilad" Nessuno lo dimentica, nessuno puo' dimenticarsi di lui da cinque anni prigioniero chissa' dove. Gilad si che e' un simbolo, il simbolo della gioventu' israeliana che rischia tutto per andare a difendere il proprio paese, rischia la morte fisica e la morte civile da rapimento.
Ron non e' mai piu' tornato, altri nostri ragazzi rapiti non sono piu' tornati. Scomparsi nel nulla nell'indifferenza del mondo intero. Non dovra' essere il destino di Gilad, non deve!
Ho ricevuto un messaggio ieri sera prima di mezzanotte, lo riporto perche' mi ha commosso:
" Forza e coraggio Ghilad che č l'anno buono, inizia di shabbat nell' anno con Adar shenė. Shabbat Shalom..... che presto tu possa riabbracciare i tuoi famigliari e sentire tutto il calore delle persone che in questi lunghi anni di prigionia , ti sono mentalmente accanto e soffrono con te, pregano per te, e vorrebbero vederti sorridere di nuovo alla vita, che finora ti č stata vigliaccamente negata!!!! 
Shalom Ghilad! Shalom Gilad, forza e coraggio.
Deborah Fait


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT