Dal Libano all'Europa: si estende la minaccia dell'islam radicale
di Mordechai Kedar
(traduzione dall'ebraico di Giovanni Quer)
Mordechai Kedar
Negli ultimi mesi è cresciuta la preoccupazione sulla possibilità che Hezbollah prenda il potere in Libano, ponendo fine al sistema politico, dimostratosi fallimentare, che ha governato il Paese dei cedri dall'indipendenza nel 1943. Non ho dubbi che Hezbollah possa prendere il potere con la forza, anche se ritengo che non farà nulla che possa svegliare il mondo dal suo sonno irresponsabile, anche se da tempo ormai il Libano è divenuto lo Stato degli Hezbollah, che governa a tutto campo con mano deccisa, influenzando la maggior parte di ciò che avviene in Libano, se non tutto. È mia convinzione che Hezbollah non farà questo passo principalmente perché in ogni caso il Libano è destinato a diventare lo Stato di Hezbollah. Per dimostrarlo illustrerò quanto accade nella città di Jezin, nel sud del paese.
Questa cittadina si trova nella parte centrale del Libano meridionale, sul monte Baruk. Gli abitanti sono tutti cristiani. Nei dintorni ci sono monti in parte coperti di cedri. Fa freddo e in inverno cade la neve. C'è una cascata dalla bellezza spettacolare, che ha reso Jezin, grazie anche all'aria pulita e al paesaggio meraviglioso, luogo di vacanze e camping. Durante la guerra civile 1975-1989 Jezin era il centro della milizia cristiana più forte,chiamata ' il guardiano del cedro', sotto il comando di Etienne Tzeker, conosciuto anche come Abu Erez. Jezin era protetta dalla milizia cristiana contro gli attacchi delle milizie islamiche, dell'esercito siriano e di Hezbollah. Dopo che l'esercito israeliano si è ritirato dalle linee di difesa, molti abitanti di Jezin si sono arruolati tra le schiere dell'esercito del Libano del Sud che operava sotto la protezione dell'esercito israeliano fino al suo ritiro definitivo dal Libano nel maggio del 2000.
Da qualche settimana gli abitanti di Jezin assitono ad un evento terribile: stranieri che comandano con la forza e con la minaccia di utilizzo delle armi, stanziati su tutto il territorio. Gli abitnti non possono raggiungere i campi né muoversi dal villaggio e assistono impotenti mentre gli stranieri asfaltano i loro campi. L'unica plausibile spiegazione per un tale comportamento è l'esprorpriazione delle terre per motivi di sicurezza, dato che Hezbollah sta trasformando la zona in un'immensa riserva in cui scava gallerie, che saranno utilizzate per il trasporto di missili e per basi sottoterra per il lancio di missili.
È inutile sottolineare che gli abitanti di Jezin non si sognano nemmeno di rivolgersi alla polizia per quanto sta accadendo, perché la polizia è gestita ormai da Hezbollah, e ogni denuncia verrebbe cestinata, se va bene, ma è più probabile che l'incauto sarebbe sottoposto a torturte da Hezbollah. Sanno anche che in caso di guerra, la zona diventerà terreno militare a disposizione di Hezbollah per operazioni contro l'esercito israeliano. Insomma, una tragedia per il villaggio, agli abitanti di Jezin non resta che tener la bocca chiusa, l'alternativa provocherebbe problemi con le forze armate di Hezbollah, che non ci penserebbero due volte a eliminare chi volesse protestare per il furto delle sue proprietà.
In Libano sempre più gruppi terroristi
Il Libano da qualche tempo serve da trampolino di lancio per terroristi con un agenda politica anti-occidentale globale. Molti di loro sono fuggiti dall'Iraq verso i campi profughi libanesi, che hanno lo status di extraterritorialità, il che significa in sostanza una quasi totale autonomia. I nomi delle organizzazioni che si esercitano in questi campi testimoniano l'affiliazione all'islam radicale e le loro attività comprendono esercitazioni militari, costruzione di ordigni esplosivi, attacchi armati a infrastrutture civili.
Da poco si è saputo che venti jihadisti sono partiti dal Libano, e vi è ragione di credere che siano in viaggio verso l'Europa, non con viaggi aerei, per i quali i controlli di sicurezza sono stretti, ma in auto, attraverso la Siria, la Turchia e i Balcani. Questo percorso permette di trasportare qualsiasi cosa, anche armi, munizioni, e materiali esplosivi. Il sospetto da parte europea si focalizza sull'intenzione probabile di portare a termine un'operazione terroristica in un qualche luogo in centro Europa o in Europa occidentale, come avvenuto a Mumbay qualche anno fa.
Ma anche l'Europa al centro del mirino
La settimana scorsa ci sono stati in Europa degli avvenimenti legati al terrorismo islamico: un terrorista suicida in Svezia, l'arresto di dodici sospetti di terrorismo in Olanda, arresti in Gran Bretagna per la progettazione di un attacco al parlamento britannico e ai centri commerciali a Londra. Gli arresti non sono di certo una novità, ma l'aumento degli eventi nel corso di una sola settimana è significativo: è un caso che tre casi di questo tipo abbiano avuto luogo in una settimana, o forse il numero delle operazioni di prevenzione aumenta in misura proporzionale all'aumento delle operazioni terroristiche contro i centro vitali dell'Europa?
Parallelamente alle reazioni delle organizzazioni di sicurezza europee contro l'Islam radicale, aumenta in Europa la consapevolezza dei cittadini contro l'immigrazione islamica. Alle elezioni sono in aumento i voti per i partiti di estrema destra, e già si vede la loro presenza significativa nei parlamenti di Francia, Gran Bretagna, Belgio, Olanda, Ungheria,Austria e altri paesi. È interessante notare che questi partiti, alcuni apertamente neo-nazisti, dichiarano di non avere nulla contro gli ebrei, ma solo contro i musulmani. Considerano Israele un miracolo, uno Stato democratico che difende la propria dientità nazionale e religiosa.
Israele si trova di fornte a una situazione non semplice: stringere legami con questi partiti nonostante l'eredità nazista per uscire dall'isolamento internzazionale che sempre più la circonda, o rimanere legati al ricordo della Shoah e quindi non volere avere nulla a che fare con partiti che istigano l'odio contro le minoranze, che oggi è diretto contro i musulmani ma che domani può esser diretto nuovamente contro Israele?
Mordechai Kedar è lettore di arabo e islam all' Università di Bar Ilan a Tel Aviv. Nella stessa università è direttore del Centro Sudi (in formazione) su Medio Oriente e Islam. E' studioso di ideologia, politica e movimenti islamici dei paesi arabi, Siria in particolare, e analista dei media arabi.
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