Carissimi di Informazione corretta, vi scrivo perchè ho letto un articolo su "ADISTA n°98" di Joghen Vollmer a proposito di Israele e della terra di Israele. "Una riflessione teologica sulle contraddizioni dello stato di Israele, dove si sottolinea che Israele non ha bisogno della terra perchè è la Torah che è la patria degli ebrei. Vorrei che lo leggeste per conoscere il vostro parere a questo proposito:
Vi ringrazio anticipatamente per quanto direte
Don Paolo Pessina
risponde Ugo Volli
Gentile Don Pessina,
La Torah è un libro. Come fa un libro a essere una patria? Ha città un libro? Campi, fabbriche, case, strade?
In realtà l'idea della Torah "patria portatile" degli ebrei è di Heine, il poeta tedesco che per disperazione o per far carriera si convertì al Cristianesimo, pur restando sempre attaccato alle sue origini ebraiche e sentendone la nostalgia.
Il fatto è che gli ebrei ebbero la Torah nei dieci o dodici secoli in cui il loro stato esistette in Terra d'Israele (quella che dall'occupazione romana in poi fu chiamata Palestina), che nell'esilio sempre rimpiansero la loro patria, che quanti riuscirono a tornarvi ebbero anche loro la Torah, insomma che non c'è affatto alternativa fra Torah e terra di Israele, tutto il contrario: la Torah contiene la promessa della terra. Ed è stata gelosamente conservata come un documento che prova i diritti di Israele sulla propria terra.
Non lo dico io, ma il massimo commentatore ebraico della Torah, il grande Rashi nell'undicesimo secolo
un saluto cordiale,
ugo volli