Cari Amici, sono rimasta senza parole a leggere l'articolo, apparso su la repubblica del 24 dicembre, a firma del Premio Nobel Orhan Pamuk. In un'analisi davvero discutibile e tendenziosa, non una parola sull'islamismo che, da alcuni anni e in modo sempre più deciso, stringe il Paese. D'accordo che gli attacchi subiti dallo scrittore da ultimo pare fossero da attribuirsi agli ultranazionalisti; ma un esame serio della situazione o lo si fa a tutto campo o è meglio astenersene. Che dovrebbe fare l'Europa per "rammentarsi quei valori fondamentali che [ne]hanno fatto il centro di gravità degli intellettuali del mondo intero", per dirla con le parole di Pamuk, accettare la Turchia alleata di Siria e Iran, che ha rimesso il velo alle donne?
Non mi consola più di tanto l'aumento del volume d'affari tra Turchia e Israele.
Fermo restando che, quanto alla politica, gli scrittori, nelle democrazie, sono spesso persone a "responsabilità limitata", vedi il caso dei sia pur, per altri versi, fantastici Autori di Israele, trovo che davvero il politicamente -o islamicamente corretto- sia nauseante e la faccia da padrone ovunque. La coscienza critica soffre.
Con i più affettuosi Auguri di Buon Anno.
Mara Marantonio (Bologna)