Chi vincerà il premio nobel alla faccia tosta 2010?
Cari amici, ogni tanto mi viene proprio voglia di istituire un premio Nobel alla faccia tosta (o come si dice a Milano alla faccia di tolla; in ebraico chutzpà). Penso che i concorrenti sarebbero tanti e il concorso movimentato e leale. Per esempio, un candidato da prendere in seria considerazione per la presente valutazione, maturo e originale (come si dice nel gergo dei concorsi universitari per indicare il vincitore), è il signor Fahmi Zarir che di mestiere fa il portavoce del grande e giusto Consiglio rivoluzionario di Fatah. Dovete sapere che il terribile estremista e fascistissimo ministro degli esteri israeliani, il famigerato Lieberman si era permesso di osservare che essendo il mandato del presidente palestinese Abbas scaduto da due anni, la sua rappresentatività democratica non era proprio sicura: osservazione blasfema, che testimonia ancora una volta della mancanza di volontà israeliana di firmare una resa a tutti i costi. Sapete che cosa ha saputo replicare l'eroico Zamir? Che "i palestinesi sono pronti a tenere le elezioni anche domani, ma non possono farle finché ci sono degli ebrei in "palestina". (http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/141363). Geniale, no? Hanno fatto le elezioni politiche nel 2006 (le ha vinte Hamas) e prima quelle presidenziali e quelle amministrative (tutte scadute e tutte fatte in presenza dei cattivissimi occupanti israeliani che non sono affatto intervenuti). Ma adesso non possono più, in linea con la dichiarazione di Abbas che quando ci sarà uno stato palestinese non ci sarà posto per un solo israeliano (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=37820). In realtà hanno una fifa blu di prenderle di nuovo dagli islamisti di Hamas. Ma qui Zarir ha avuto un colpo di genio, dichiarando che se vogliamo che facciano le elezioni, dobbiamo prima riconoscere i "confini del '67" che come è noto non esistono. Così, se i palestinesi non hanno un regime democratico di chi è la colpa? Ma naturalmente di Israele.
O vogliamo dare il premio al "metropolita" ortodosso del Pireo che ha dichiarato che tutti i mali della Grecia – che da sempre è un paese splendidamente amministrato, come tutti sanno – vengono dagli ebrei e questo da sempre, perché anche "Hitler era uno strumento della congiura ebraica finanziata dai Rotschild col solo scopo di obbligare gli ebrei europei a scappare via dall'Europa?" (http://www.jpost.com/JewishWorld/JewishNews/Article.aspx?id=200538). Ci vuole una laurea in fantascienza per dirla così grossa. E una faccia come... come il fondoschiena, diciamo così.
Ma forse il premio se lo merita l'Unione europea che ha appena accordato un'esenzione doganale decennale per i prodotti agricoli "palestinesi" (http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP%2F10%2F1773). Questo significa che se dei pomodori crescono in un campo di proprietà di un palestinese, cioè un arabo possibilmente islamico e al massimo cristiano, costui può importarli in Europa senza pagare tasse. Se lo stesso campo viene venduto a un ebreo, non solo il palestinese in questione rischia la vita, ma gli stessi pomodori sono boicottati come prodotti dell'occupazione. Voi mi direte che si tratta di una distinzione su base razziale, degna della buona vecchia Europa occupata dai nazisti. E invece no, dato che si tratta dell'Unione Europea, questo è un provvedimento democratico, volto a favorire la pace. Per trasformare un atto di razzismo antisemita in democrazia, ci vuole tutta la faccia di bronzo dei burocrati di Bruxelles. Forse il premio se lo meritano davvero loro.
Ugo Volli