Una ventina d'anni fa, forse anche qualcuno in più, lessi "Paradiso come nuovo affittasi" di Ephraim Kishom, e mi divertii un mondo: mi immaginai la società israeliana, l'idea di appartenere ad una comunità, il valore della storia millenaria a cui ogni ebreo, anche quello che vive fisicamente lontano da Israele, ha e avrà per sempre. Oggi, invece ho letto la notizia di voler riconoscere ai Kibbutz il valore che meritano, come patrimonio dell'umanità. Ne sono lieta, per quanto il mio parere possa contare: il kibbutz ha un signifiato profondo, ha quel valore di società civile in cui l'individuo si realizza con gli altri, in una sorta di sintesi che razionale e spirituale al contempo.. Forse oggi il kibbutz è solo memoria, ma guai se la storia non fosse anche memoria, in nome di chi è vissuto prima di noi e ora non c'è più. Lara Zinci