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Le radici dell'odio 27/12/2010
Ha fatto bene il prof. Israel a rispondere in modo caricaturale alla autentica patacca messa in giro da chi pretenderebbe di islamizzare intellettuali inequivocamente appartenenti alla tradizione culturale ebraica come Maimonide.
E ha fatto bene inoltre ad accentuare l'aspetto caricaturale della sua critica richiamando le analoghe stupidaggini del fascismo in tema di "nazionalizzazione" di scienziati di nome straniero ma di cittadinanza italiana.
Non tanto per la difesa del patrimonio intellettuale ebraico, quanto per una dovuta operazione di verità a carico di chi, contestualmente a questi abusi, fa vedere anche e dimostra il suo livello di preparazione intellettuale.
Moses Maimonide, figlio di un matematico sefardita rettore del tribunale rabbinico di Cordova, è il padre del razionalismo ebraico; nessuna tradizione di pensiero più di quella ebraica ha presentato autori che, come Maimonide o Baruch Spinoza abbiano fondato la scuola di pensiero del razionalismo con altrettale rigore e ingegno, tali da divenire i fondamenti assiomatici di ogni teoria razionalista successiva comunque essa si ponesse in alternativa
all'empirismo radicale sempre critico nei confronti di ogni teoria metafisica, come se l'idea stessa di "Ragione" fosse trattabile e argomentabile su un piano fisico, empirico, pratico.

Due le idee di Ragione (Legge in senso ebraico) che illustro allo scopo di escludere qualsiasi commistione con tradizioni di pensiero diverse da quella giudaica:
1) Eyè asher eyè (io sono colui che è) predicato tautologico assoluto dell'Esodo, che Maimonide propone nella magistrale interpretazione antiplatonista di impredicatività assoluta (o semplicità precategoriale: in matematica razionalizzare significa semplificare) della idea di Ragione-Verità, che formerà il nucleo teorico del razionalismo mitteleuropeo (wesen ist vernunft) dei neokantiani di Ermanno Cohen e di tutta la scuola scientifica e filosofica tedesca del novecento. Si fa a meno di precisare che fu tutta scuola ebraica, perchè i tedeschi non avevano che intellettuali in campo ritrattista paesaggistico, sul tipo del grande caporale-imbianchino
2) nella sua "Guida per i perplessi" Maimonide teorizza per la prima volta nel pensiero occidentale l'idea soteriologica che la razionalizzazione del pensiero, ovverosia la sua semplificazione razionale, determini la liberazione  da ogni angoscia in funzione di una incompatibilità logico gnoseologica (e qui sta il suo razionalismo, in alternativa al fideismo) di ogni paura con la sua razionalizzazione.
Una idea che la psicoanalisi, la fenomenologia, la psichiatria non manicomiale e le didattiche di formazione cognitivista (cioè le teorie della intelligenza post computazionale) assiomatizzeranno per i loro sistemi.

Il fatto che teorie enunciate nell'anno millecento siano oggi assiomatiche per la attuale teoria della intelligenza prova la grandezza di questo pensatore ebreo.

Quello che il prof. Israel non ha detto e che invece dico io è questo: tutta la vicenda dell'odio antisemita dell'imbianchino Adolfo Hitler si iscrive nella frequenza scolastica a Braunau del caporale con il giovane ebreo Wittgenstein. Ne fu a tal punto sgomento invidioso e sbalordito dal confronto intellettuale che su tale inibizione personale derivante da una contiguità sociale, Alfredo Adler potè costruire la teoria del complesso di inferiorità in psicoanalisi, ricostruttiva di una classe isteroide di inibizione sociale foriera di risposte violente e abreattive, come purtroppo il caporale fece vedere più tardi.
Da ultimo, circa l'islamizzazione di Maimonide, il tentativo va contro corrente: dallo scibile giudaico l'islam ha preso tutto. L'operazione riesce difficilmente con Maimonide perchè la completa estraneità dell'islam alla tradizione metafisica, scoperta di ontologia titpicamente ebraica, rende illogica prima ancora che abusiva la iscrizione dell'autore della "Guida" nella scuola islamica.
Se chi ha concepito questo abuso avesse una cultura metafisica, cioè razionale, avrebbe evitato questa figura.
Alle quali ci ha abituato Odifreddi con le sue teorie gnoseologiche in matematica, di notevole successo presso il pubblico di Moni Ovadia.
dr. Vitaliano Bacchi

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