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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
27.12.2010 Dal 2012 sugli shekel israeliani ci sarà anche la poetessa Rachel
Cronaca di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 27 dicembre 2010
Pagina: 29
Autore: Davide Frattini
Titolo: «Poesia e polemiche nuove di zecca. La kibbutznik che divide Israele»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 27/12/2010, a pag. 29, l'articolo di Davide Frattini dal titolo " Poesia e polemiche nuove di zecca. La kibbutznik che divide Israele ".


Rachel Bluwstein

Prima c’è stata solo Golda Meir. Una donna sarà ritratta sulle banconote israeliane, questa volta una poetessa. Il volto intento di Rachel (Bluwstein, firmava ed era conosciuta con il nome) è stato scelto da un comitato e da Stanley Fischer, governatore della Banca centrale, per apparire sui nuovi schekel, che verranno stampati nel 2012. Con lei, su altri tagli, Menachem Begin (se la famiglia alla fine lo permetterà), Yitzhak Rabin e il romanziere Shmuel Yosef Agnon. I tre i maschi hanno vinto il Nobel: Pace, Pace, Letteratura. Rachel è nel cuore degli israeliani, con i suoi versi d’amore e la nostalgia che trasmettono per tempi ribelli, meno egoisti e conformisti. Quando il suo nome è emerso dalla lotteria governativa, i siti ultraconservatori hanno condannato la scelta: la scrittrice (ha attaccato Inyan Merkazi, Questioni fondamentali) è «una di quelle, è stata un po’ con tutti» . Arrivata per la prima volta in Palestina nel 1909, Rachel lavora in una comunità sulle rive del lago di Tiberiade, studia agricoltura e conosce i leader sionisti. Torna dieci anni dopo sulla nave russa Ruslan (è nata a Saratov) e decide di vivere a Degania, il primo kibbutz fondato dai pionieri ebrei, sempre sulle sponde del lago. Adesso è sepolta lì, morta di tubercolosi, una tomba che si getta sull’acqua, vicino a lei gli ideologi e i profeti socialisti della vita collettiva. È entrata nella lista finale dopo le proteste delle femministe, alla prima selezione erano stati inseriti solo uomini. I suoi sostenitori ricordano i versi di Alla mia patria: «Non ti ho celebrato in versi, mia patria /né ho portato gloria al tuo nome /con le grandi gesta di un eroe /o il bottino di un campo di battaglia /Ma sulle rive del Giordano /le mie mani hanno piantato un albero /e i miei piedi hanno disegnato un sentiero /attraverso i tuoi campi /Modesti sono i doni che ti porto /lo so, madre /Modeste, lo so, le offerte /di tua figlia /Solo uno scoppio di canzoni in un giorno in cui le luci avvampano /solo una lacrima silenziosa per la tua povertà»

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