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Tre critiche a Pino Arlacchi 20/12/2010

Copia di lettera inviata all'Unità, l'articolo citato è quello di Pino Arlacchi:

L'articolo pubblicato con la sua firma ha attirato la mia attenzione per alcune ragioni, diverse tra di loro, ma tutte, a mio parere, significative.
1- Lei dovrebbe sapere che una qualsiasi frase necessita sempre di un soggetto e di un verbo; glielo dico dopo aver letto questa sua frase: "La paura diffusa a piene mani dai mezzi di comunicazione dopo ogni attentato che avviene in Occidente".
2- Lei, prima di scrivere, dovrebbe informarsi: in tal modo scoprirebbe che, prima dell'11 settembre, gli USA sono stati colpiti da non pochi altri attentati (affido a lei l'improba ricerca); quando lei scrive: "Le 2900 vittime sono state un fatto isolato, un tributo al fanatismo pagato dagli Usa in una sola rata", lei si rende responsabile di un clamoroso falso storico.
3- Molto grave è la frase in apertura del suo articolo: "Ma al netto dell´hype, del frastuono mediatico e delle dichiarazioni sopra le righe dei politici, dopo ogni attentato rimangono sul campo poche vittime, pochi danni, e nessun principio di destabilizzazione". Se un giorno, e non glielo auguro, qualche persona a lei cara dovesse restare vittima di uno di questi rari attentati (e, le assicuro, rari soprattutto grazie all'attività di intelligence di tante persone che lavorano nel mondo occidentale sventandone la maggior parte), lei pensa che continuerebbe a ritenere che non sia il caso di preoccuparsi perché "tanto le vittime sono poche"? Tralascio di segnalare l'infinita serie di altri errori e svarioni presenti nell'articolo, sia perché non me ne basterebbe il tempo, sia perché anche lei sarà comunque già abbastanza occupato a studiare l'italiano e la storia.
Emanuel Segre Amar


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