Non capisco una cosa. Abu-al hawa dichiara di aver venduto un pezzo di casa ad un arabo il quale (certamente non gli manca il senso degli affari) l’ha subito rivenduta ad un Ebreo. Ora, in questa casa il buon Abu-al hawa dichiara di vivere in preda al terrore (forse di cedere alla tentazione degli oltre 500.000 dollari offerti per una catapecchia, ‘sta volpe mancata…), mentre l’Ebreo è costretto a girare con una guardia del corpo e a barricarsi in casa e a monitorare in continuazione la situazione all’esterno di essa.
Cara de Bonis, in questa faccenda ci sono un paio di conti che non tornano…
Forse lei farebbe meglio ad indagare sulle baruffe perenni in atto nella Chiesa del Santo Sepolcro e in quella della Natività di Bet leHem.
Ossequi
Paolo Scanferla – Israel