domenica 24 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






 
Ugo Volli
Cartoline
<< torna all'indice della rubrica
Che amanti della pace, questi palestinesi 15/12/2010

Che amanti della pace, questi palestinesi

Cari amici, siete angosciati, lo so. Lasciatemi dire che vi sono vicino in questo difficile momento. So  che vi sentite soli, che fate fatica, che vi mancano. Qualcuno, che evidentemente non è fra i più consapevoli, mi chiede chi manca, di che cosa portiamo il lutto. Poverini, non lo sanno. Voi (e io con voi) sentiamo la mancanza dei colloqui. Che colloqui? Ma come, dei colloqui mirati a stabilire la possibilità di incontri. Che incontri? Quelli preliminari alle trattative. Che trattative? Quelle per stabilire l'agenda. L'agenda di che cosa? delle discussioni sui vari capitoli. Di una futura pace, è chiaro.

Ricapitoliamo. Nessuno – a parte voi, naturalmente, e qualche giornalista particolarmente illuminato -sembra aver capito la gravità del fatto che gli americani abbiano rinunciato a parlare con Israele e i palestinesi per  vedere se era possibile indurli a concordare le condizioni, anzi il grado esatto di refrigerazione delle costruzioni, per parlarsi su come arrivare a trattative dirette intorno all'ordine in cui discutere in futuro per arrivare a un trattato di pace. In molti hanno capito la sconfitta americana, ma non la terribile solitudine dei negoziatori. Non sentono la mancanza dei colloqui. Che insensibilità.

E però c'è chi butta il cuore oltre la barricata. Pensate che l'avventurosa Clinton ha deciso, con mossa certamente avventata, ma coraggiosa, che invece di parlare intorno alle condizioni per iniziare a discutere direttamente di come fare le trattative, si può entrare direttamente "nel cuore dei problemi". Chirurgia cardiaca innovativa, senza dubbio, made in Houston, la capitale dei trapianti. Ma siamo poi sicuri che  i problemi abbiano un cuore? E se avessero un fegato grosso così per la rabbia?

Lasciamo stare. Ma vi devo dire un'ultima cosa, che ho saputo in confidenza da quelle "perdite condivise" (Wikileaks, per chi non conoscesse il significato medico è una specie di logorrea contagiosa). La Clinton è un po' disperata. Ha incominciato a prendere gli appuntamenti per questa sua chirurgia cardiaca e naturalmente ha chiamato i palestinesi. Ma il telefono di Abbas squilla a vuoto, quello di Erekat è sempre occupato, e tutti gli altri hanno solo una segreteria telefonica con la musica delle bombe e dei Kalashnikov. Insomma, non rispondono. Della chirurgia cardiaca non vogliono sentire parlare.

 Hanno fatto sapere invece in via informale a degli amici degli amici che è meglio fare delle consultazioni naturalmente indiretta per verificare le condizioni in seguito alle quali potrebbero accettare di discutere come aumentare i requisiti che sono necessari per arrivare a colloqui preliminari per stabilire il calendario degli incontri in cui si potrebbe stabilire l'agenda di eventuali prediscussioni a proposito dell'eventualità di un negoziato sul prezzo di riunioni per il negoziato che dovrà forse portare a discutere di come iniziare le trattative preliminari. Nel frattempo hanno deciso di proclamare lo stato palestinese, dato che sono colti "dall'Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno", ovvero sulla linea armistiziale dell'832 (battaglia di Poitiers, per chi non lo sapesse). Che amanti della pace, questi palestinesi.

Ugo Volli


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT