Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli
" Enzo Iacopino, ma che bella carriera ! dai Boia chi molla a Gaza "
Enzo Iacopino, da Reggio Calabria a Gaza
Cari amici, saranno trent'anni che mi tengo nel portafoglio una tessera verde, ormai tutta stropicciata e piena di bolli annuali. Sopra c'è scritto in caratteri che furono dorati "Ordine nazionale dei giornalisti". E' una tessera da pubblicista. Ve lo devo confessare, è una delle cose della mia vita che non ho mai capito. A che serve quel tesserino? Un paio di decenni fa mi dissero che esibendola si potevano avere biglietti ferroviari scontati, ma non so se sia ancora vero; conosco alcuni che la usano per entrare gratis nei musei e alle mostre. Ma francamente, considero un po' meschini questi piccoli privilegi. La tessera è anche costosa, va sui 100 euro l'anno, e certo non serve per scrivere sui giornali, nessuna testata con cui ho collaborato si è mai informata se l'avessi. Permette di iscriversi come direttore di una pubblicazione senza la pratica macchinosa dell'iscrizione all'"elenco speciale"; a me è successo un paio di volte di farlo con riviste culturali. Di per sé costituisce un piccolo privilegio; ma tutto mentale, l'idea di appartenere a una corporazione. Dovrebbe forse, nella testa di chi la emette, autorizzarti a scrivere sui giornali, ma l'Ordine richiede che il candidato a riceverla dimostri di aver già scritto un centinaio di articoli a pagamento: una bella contraddizione, non vi pare? In uno stato la cui costituzione garantisce la libera espressione del pensiero a chiunque, cioè l'accesso ai media, è una piccola sopravvivenza fascista, che fa un po' vergogna. Ogni tanto qualcuno propone di cancellarla, ma poi il potere della corporazione prevale sempre sul buon senso.
Fino a ieri la pensavo così; ma poi come San Paolo folgorato sulla via di Damasco da un'immagine divina, ho incontrato (ahimé solo virtualmente) l'eroico e nobile presidente dell'Ordine Nazionale. Si Chiama Enzo Iacopino, su Internet viene molto vantato il fatto che abbia seguito come cronista la rivolta dei "Boia chi molla" a Reggio Calabria (ma non è tanto chiaro da che parte. Da quel che lui scrive oggi, (http://peppecaridi2.wordpress.com/2010/07/16/reggio-1970-la-rivolta-ricordata-da-enzo-iacopino/, probabilmente da quella dei fascisti più eversivi.) Lui stesso ha confessato di aver insultato nei suoi servizi Enzo Tortora e di esserne stato perdonato. E' stato eletto presidente dell'Ordine sei mesi fa, è piuttosto ben pagato (in cento giorni si è preso 10 mila euro fra indennità e rimborsi: http://www.odg.it/files/IACOPINO.pdf).
Ma soprattutto è un tifoso indefesso dei palestinesi, anzi non di quelli generici e mollaccioni, lui sostiene i duri e puri di Hamas che vorrebbero ammazzare "fino all'ultimo uomo" cattolici ebrei e comunisti (programma che si intonerebbe molto a un sostenitore dell'eversione fascista degli anni di piombo, se Iacopino lo fosse stato). In breve, come forse avete letto su queste pagine, il presidentissimo Jacopino ha voluto, fortissimamente voluto, resistendo a mille pressioni (http://www.liquida.it/enzo-iacopino/ ), che proprio nelle sale dell'ordine dei giornalisti partisse l'avventura della nuova flottiglia filo-Hamas che "insh'allah" prenderà il mare a marzo contro Israele.
Come ha scritto Daniele Ascarelli, "Non soltanto ha ospitato nella sede dell’Ordine uno spot per la seconda spedizione “umanitaria” freedom flotilla", ma " ha stigmatizzato coloro che a suo dire si sono “permessi” di demonizzare l’Ordine dei giornalisti definendo “immondizia” i commenti letti su internet ed ha invitato i critici ad informarsi ed ascoltare". E "ha rincarato la dose dicendo di condividere: “ lo spirito di questa seconda Freedom Flotilla”.[...] " Poi [...] si è allontanato, [...] lasciando spazio a una serie di imprecisate associazioni, fra cui alcune(l’IHH rappresentato dal suo vicepresidente) definite terroriste da Israele." E dall'Unione Europea, bisogna aggiungere.
Ecco la mia personale via di Damasco (o forse di Istanbul, dato che la IHH è turca)! Ecco la genialità dello Jacopino trasferito dai moti di Reggio a quelli di Gaza! Perché quella sdrucita tessera verde insensata e inutile, grazie a lui ha acquistato finalmente un significato. Sembrava il segno di un qualunque balzello, di una stupida corporazione, che magari si attenesse alla banale neutralità politica dal suo carattere istituzionale. E invece no, Jacopino l'ha trasformata genialmente nella bandiera trionfante di Eurabia, nella entusiastica subordinazione del giornalismo al terrorismo, insomma in un'ideale che forse a lui ricorda le gloriose giornale di Reggio. Agli ordini Jacopino, mio eroico presidente combattente: boia chi molla! Gaza e Reggio capitali per sempre! Nella fossa la neutralità delle istituzioni, per non parlare dell'oggettività del giornalismo: ideali borghesi superati per sempre dalla rivoluzione fascista, da quella comunista (che in fondo sono la stessa cosa) e da quella islamista. Dopo Mussolini, viva Jacopino, nuova spada dell'Islam che da Roma indica la via della Grande Proletaria!
Ugo Volli