Il commento di Fiamma Nirenstein su IC 7 per settimana dal 5 all'11 dicembre
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Fiamma Nirenstein
Rileggo Informazione Corretta dell’ultima settimana e subito mi sento grata: è un lavoro davvero indispensabile, nelle notizie e nei commenti, per esempio quelli di Pezzana o di Ugo Volli, per chi come me e come voi vuole avere un quadro completo non solo di tutto quello che è accaduto in Israele, ma anche di come se ne parla, e di tante questioni che confinano col destino del Medio Oriente. Per esempio il comportamento dell’ONU e la corruzione che opera rispetto a tutta la cultura mondiale e ai diritti umani. Perdonatemi dunque se comincio da un mio pezzo, ma quello che l’ONU ha fatto contro gli omosessuali il 14 novembre, e che non è stato descritto altro che dal mio giornale, è una prova definitiva del suo impossibile ruolo negativo nel mondo, della potenza delle sue maggioranze automatiche che invece di difendere la libertà e i diritti umani come promette la carta di fondazione dell’ONU di fatto ormai agiscono persino contro il senso comune di umanità. Considerando la sua perversione, e facile poi dare il valore che merita alla pletora di risoluzioni antisraeliane e alla enorme quantità di delegittimazione e di biasimo che si avventa su Israele dal Palazzo di Vetro di New York. Potete leggere su IC il pezzo del Giornale che spiega il meccanismo per cui ora per l’ONU non è reato uccidere gli omosessuali: ma in due parole si tratta di un emendamento votato da una maggioranza di 79 voti contro 70 con 13 astenuti per cui da una risoluzione che afferma i doveri dei Paesi membri dell’ONU contro le uccisioni a base discriminatoria sono stati stralciati, dopo dieci anni in cui la vecchia risoluzione li menzionava, gli omosessuali. Un emendamento del Benin ha mosso la macchina dell’odio antiomosessuale Non fa specie a chi abbia visto le spaventose foto delle impiccagioni in Iran, a chi sappia che l’Arabia Saudita taglia la testa a chi ha un comportamento sessuale non conforme, che in 7 paesi gli omosessuali vengono condannati a morte e in 80 subiscono la prigione (anni!) e altre punizioni. E’ disperante e ci dà la sensazione di una guerra di civiltà ormai in pieno svolgimento che più della metà dei Paesi del mondo, naturalmente con tutto il blocco islamico al centro, compresi gli stati moderati come l’Egitto, ritenga legittimo uccidere gli omosessuali, mentre tutto il mondo occidentale discute invece la legittimità della loro condizione. Inutile dirlo, l’unico Paese del Medio Oriente che ha votato contro la risoluzione presentata dal Benin, è Israele. L’Italia, state tranquilli, ha votato bene.
Fra le altre notizie della settimana, una che parla del fatto che ormai il mondo dei media è uno specchio distorto che rispecchia sovente solo la perversione dei protagonisti. E’ il caso della menzogna sulla liberazione di Sakineh, la donna iraniana destinata o alla lapidazione o all’impiccagione rinchiusa in galera senza remissione insieme al figlio, all’avvocato, ai giornalisti, e improvvisamente fotografata nella sua casa solo per un’ orrida farsa, dichiarata libera da tutti i media del mondo solo per scoprire che si trattava di un’ennesima beffa di Ahmadinejad, che ci sfotte su Sakineh, sui diritti umani,sulla costruzione della bomba atomica; questo per dimostrare la debolezza, come dice Bernard Henry Levy, dell’opinione pubblica internazionale, per sputarci in un occhio, per prometterci passi ancora più crudeli, ancora più irrelati a qualsiasi idea noi possiamo avere del giusto e del buono. L’Iran ci sfotte comportandosi già da vincitore della lunga guerra di conquista che ha intrapreso, guerra mondiale contro la pietas e la libertà in cui crediamo, contro la tolleranza, l’eguaglianza, la sicurezza del diritto, guerra che, come si sa, ha come primo obiettivo Israele e gli ebrei.
Ancora nei giornali della settimana si parla delle trattative che l’Unione Europea, solo per la vanità della signora Catherine Ashton, ministro degli esteri dell’UE, con il rappresentante iraniano Said Halili. Tutti sanno già che non ne uscirà niente, e che questo guadagna ancora dei giorni, delle settimane dei mesi alla costruzione del reattore nucleare. Ma che bella figura pacifista per la Ashton cercare una “soluzione pacifica” con l’Iran, quanta credibilità guadagnata alla prossima condanna di Israele perché sta costruendo non un reattore nucleare, ma un paio di case a Gerusalemme.
E’ molto interessante, andando oltre, quello che Panella chiama il fallimento di Obama, e che per quel riguarda il Medio Oriente si realizza con la decisione che sia tempo di lasciare il format dei colloqui diretti. Non è andata. Dunque si ricomincia da capo, perché l’impostazione che di nuovo aveva un carattere tutto territoriale (land for peace) ancora una volta fallisce: è quasi ridicolo che si arrivi dopo tanta insistenza a questo ennesimo fallimento, mentre Abu Mazen e Fayyad rifiutano la richiesta di Israele di muoversi sull’unico piano che consentirà anche la pace e le concessioni territoriali in un clima di sicurezza, quello morale oltre che territoriale. Finchè i palestinesi seguitano a dare alle piazze i nomi dei terroristi, finchè aprono i loro congressi glorificando il capo e l’ideatore della strage di Monaco, finchè rifiutano di considerare la legittimità di Israele come stato del Popolo Ebraico, in realtà l’unica richiesta rivolta loro da Netanyahu, come si può immaginare qualsiasi pace? Di nuovo lunedì il mediatore americano Mitchell torna in Medio Oriente, ricominciano i colloqui per interposta persona e non diretti, mentre i palestinesi minacciano la salita all’alto soglio dell’ONU per essere riconosciuti come Stato, senza trattativa, entro i confini del 67, e Argentina e Brasile già entusiasticamente applaudono: è la premessa di una guerra sicura, tanto quanto era premessa di un sicuro fallimento tutta l’insistenza di Obama sul “freezing” che mai nessun presidente aveva richiesto prima di lui, costringendo i palestinesi ad arrampicarsi sul suo altissimo albero da cui non sono riusciti a scendere, sfasciando le possibilità di accordo.
Infine: come dimenticare la notizia che l’Ordine dei Giornalisti, con atto talmente sorprendente da non lasciare adito a interpretazioni che non siano quelle di un totale squlibrio, ha convocato per lunedì, con la scusa della presentazione di un libro, una autentica manifestazione filo Hamas, filo flottiglia antisraeliana, filo IHH, un’organizzazione islamista sulla lista nera della Germania e di altri Paesi per sospetto terrorismo, la stessa che guidava il gruppo delle navi turche guidata dalla Mavi Marmara verso Israele. Un gesto talmente estremo che Informazione Corretta non può che sentirsi rafforzata nei suoi intenti e dire: vedete quanto è importante tenere a bada i giornalisti sulla questione di Israele? Basta dirne il nome, e tira un vento di follia.