Capita in un momento politico e normativo assai congruo e favorevole l'iniziativa del governo Berlusconi di pubblicare la monumentale opera giuridica giudaica che, irrompendo sulla scena culturale italiana in questo momento avrà due effetti:
a) lo sbigottimento della cultura giuridica italiana che la studierà, di fronte ad un testo giurisprudenziale assolutamente incompatibile con la tradizione esegetica romanistica
b) la incapacità della intelligenza giuridica italiana di trarre elementi di ermeneutica sistematica dall'opera fondamentale del giure ebraico e del suo primato storico incontrastabile
In una tradizione giuridica come quella romana, a tal punto sfatta e irrazionale da aver pregiudicato per sempre la possibilità scientifica di formalizzare in sistemi computazionali congrui l'enunciato giuridico ordinario a causa della immanente illogicità ed incoerenza del sistema normativo da implementare in categorie di logica deontica, il confronto con un sistema giuridico assiomatico come quello talmudista potrà avere l'effetto che ebbe in matematica la teoria logica di Godel sulla contraddittorietà intrinseca del formalismo matematico classico. Ne farà capire la irragionevolezza radicale irrimediabile fondamentale.
Noi viviamo al centro di un sistema normativo ormai islamizzato, nel quale cioè il dictum dell'ayatollah prevale sulla norma scritta, per cui la civiltà giuridica in questo caso non ha più un testo scritto della legge, ma la norma la fa il mullah, il gran muftì, il rais o qualche altra figura tribale di un universo culturale totemico come quello islamico.
Ventiove anni fa, su pubblicazioni didattiche dell'Istituto Superiore di informatica a Roma dimostrai in due modi, prima con algoritmo di calcolo su matematica degli eventi (stocastica) e in secondo luogo con stringhe di logica proposizionale, la impossibilità di trasferire su logica computazionale (la sola logica oggi rimasta, come giustamente ha teorizzato il logico romano Cellucci) l'enunciato giuridico ordinario romanistico.
Ciò a causa di due "virus" logici fondamentali e distruttivi del sistema, immanenti al sistema giuridico classico romano
1) la cognitio extra ordinem
2) lo ius honorarium
Due assiomi giuridici devastanti per la razionalità del sistema e quindi per la sua computabilità, perchè ciò che è contraddittorio non è implementabile su sistemi computazionali. La storia mi ha dato ragione: il 9 settembre 2010 la Cassazione a sezioni Unite ha stabilito che un termine procedurale legale ex art. 645 codice di procedura civile non era applicabile ad una situazione ricorrente in ambito giudiziario civile, ma al suo posto doveva prevalere ed essere applicato un termine procedurale diverso, stabilito dal giudice.
In questo modo i Tribunali italiani, e la decisione è già in mio possesso, hanno disposto per la fattispecie dedotta in giudizio un termine diverso da quello della legge, in quanto voluto dal giudice e questo è l'esempio più preciso e logicamente specifico della intrasferibilità su basi computazionali di un modello giuridico di inferenza affetto da questo tipo spaventoso di "virus" logico.
Che si chiama "virus logico" in informatica, e che si chiama invece devastazione totemica, magico animistica, superstiziosa, tribale e cioè islamica della coerenza formale di un sistema normativo, quello romanistico, il quale a dire il vero non aveva bisogno dell'apporto islamico per la sua disgregazione e la sua vergogna prescientifica, operando al suo interno i due assiomi invalidanti sopra indicati, rispetto ai quali è stato l'Islam a mutuare non viceversa.
Vale a dire che l'ayatollah ha copiato dal Caesar romanus et non peregrinus, che questo tipo di rescripta in iure civium lo aveva inventato per riservare ad Augustus imperator mundi l'imperium e sottrarlo alla lex, perchè "ego sum lex".
E' da un pattume giuridico come questo, privo di regulae di razionalità del sistema, che potè originarsi la "legittimità" di azione di un popolo romano di predatori ignoranti e violenti, senza una matematica, tanto che il suo sistema numerico è rimasto fermo alle aste.
Da questa stessa vergogna morale e disastro scientifico si fondò la distinzione razzista fra cives peregrini e cives romani ai quali si applicavano due sitemi processuali diversi, due diverse leggi, due diverse sanzioni; in un sistema giuridico nel quale se davi un calcio al domestico (servus) la parte offesa era il padrone (dominus) ci stava questo ed altro.
E infatti, duemila anni dopo c'è stata anche la legislazione razziale fascista, la quale, senza darne giustificazione razionale o scientifca, dispose la inferiorità razziale degli ebrei, la potestà pubblica di espropriarli e la potestà di polizia di avviarli allo sterminio; mancando regole costituzionali di sistema idonee a rendere irragionevoli disposizioni normative come questa, il sistema giuridico razzista tenne e divenne regula iuris operante fino alla deportazione su due basi:
a) la fondazione di tali norme su teorie razziali di un ignorante in materia giuridica (il filosofo Julius Evola)
b) la procedibilità e legittimità di tali norme assicurata dalla applicazione pedisseuqua di esse da parte della Cassazione e dei magistrati che allora vi iusdicevano, dopo averne partecipato alla formulazione normativa scritta (Eula, Azzariti e altri)
Quindi, il giurista romano leggerà invano il Talmud, ma saranno pochi perchè pochi sono destinati a capirlo e quindi il progetto culturale è ab initio fallimentare, ma Berlusconi ha fatto bene a volerlo per provocare imbarazzo in un ambito giudiziario che opera come prima ho dimostrato ex art. 645 cpc. Lettore romano che dovrà riabituarsi, per averne conto, ad un universo giuridico reale vero autentico; quello nel quale il primato è della legge e non dei giudici.
Capirà in questo modo, o perlomeno sarà sulla buona strada per provarci, perchè nel giure ebraico le regulae mathesis sono giuridiche (cioè perchè nell'intelligenza ebraica l'algoritmo di calcolo è giuridico e non algebrico) perchè nel giure ebraico le teorie generali della intelligenza, compresa quella gnostica dei vangeli di Cristo sono giuridiche, perchè la teoria generale della gnseologia ebraica di Giovanni e degli esseni è giuridica, perchè re Gianneo, incontrando due dottori della Legge di Israele lamentasse che nemmeno lo avevano salutato, a differenza dei nostri incontri nei Tribunali attuali dove la piaggeria verso il magistrato è la norma.
Perchè inoltre l'intelocutore di Gianneo gli abbia risposto: "Sire, sono dottori di israele. Essi non riconoscono altra autorià al di fuori della legge" (Talmud, 320, Gianneo e i dottori della Legge)
E sapranno infine che Berlusconi, finanziando ad ogni costo la pubblicazione del Talmud ha voluto provocare e criticare una civiltà giuridica nella quale le regole sono scritte dai giudici e prevalgono su quelle della legge, al contrario di quanto accade nel giure ebraico di cui il testo talmudico è la fonte massima.
E capiranno da ultimo che il pio israelita, lettore quotidiano del Talmud, scrive sempre la parola Legge la maiuscola, perchè si scrive con rispetto ciò che rappresenta il tuo Dio, che nella cultura ebraica è ciò che ti salva, avendo la lex iudaica fonte soteriologica e non patrimoniale come quella romana. Altro punto imprevio da capire per i nostri giuristi romani.
Se Dio per gli ebrei è la ratio della salvezza, la sola Idea che devi tenere in conto, e Ti educano fin da bambino ad avere solo rispetto per la sua autorità e per nessuna altra, allora capirete, cives romani et littorio adepti, che Israele siamo sempre noi e che il giurista più geniale di voi va bene si e no per prendere appunti di quanto ragiona un talmudista.
Non domandatevi, romani, perchè gli ebrei sono più intelligenti di Voi, perchè la risposta non è nei nostri testi, ma nei Vostri, perchè basterà confrontare il Vostro rango di inferenza col nostro e, da lì si capirà la ragione per quale l'intelligenza formale in diritto è l'ebreo Kelsen e l'intelligenza razionale in fisica è Einstein, perchè entrambi procedono assiomatizzando una idea indeclinabile che Voi avete perso e forse non avete mai avuto: l'idea ebraica della Legge.
Il nostro solo Dio.
Vitaliano Bacchi