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Libero Rassegna Stampa
10.12.2010 Barack Obama e il Medio Oriente, un fallimento tira l'altro
Commento di Carlo Panella

Testata: Libero
Data: 10 dicembre 2010
Pagina: 21
Autore: Carlo Panella
Titolo: «Palestina, tasse, Nobel: un programma in fumo»

Riportiamo da LIBERO di oggi, 10/12/2010, a pag. 21, l'articolo di Carlo Panella dal titolo "Palestina, tasse, Nobel: un programma in fumo".


Carlo Panella,   Barack Obama

Continua a ritmo incalzante la serie di manrovesci che Barack Obama riceve su tutti gli scacchieri della politica internazionale e sul fronte interno. Dopo aver dovuto subire un cocente compromesso con i repubblicani sul fronte fiscale e l’umilian - te decisione del Congresso di non mettere mai in discussione la chiusura del carcere di Guantanamo (che comunque Obama non sapeva come chiudere, perché tutte le sue roboanti promesse elettorali si sono rivelate impraticabili e velleitarie), Obama ha dovuto registrare il fallimento di tutta la sua strategiamediorientale, la secca sconfitta nel braccio di ferro con la Cina sulla rivalutazione dello Yuan (vitale per l’economia Usa), il crescere a dismisura della minaccia bellica nordcoreana e l’incapacità di arrestare il programma iraniano verso la bomba atomica. Il tutto, nella cornice di impotenza planetaria dovuto alla incredibile incapacità dei pur colossali apparati di sicurezza Usa di impedire la divulgazione dei report riservati della propria diplomazia da parte di Wikileaks, aggravata dalla constatazione che fedeli alleati, come l’Arabia Saudita, o Paesi per la cui libertà sono morti e muoiono soldati americani (Afghanistan e Iraq), boicotteranno, su richiesta cinese, la consegna del Nobel per la Pace al dissidente Lui Xiaobo. È questo il Nobel successivo a quello immeritatamente assegnato “ex ante” allo stesso Obama l’anno scorso, segnato però dal boicottaggio da parte di ben 20 nazioni che, su richiesta cinese, non parteciperanno alla cerimonia di consegna oggi a Oslo, nonostante le pressioni in senso contrario di Washington. Il Nobel per la pace precedente, fu assegnato a Obama nella convinzione che la sua apertura al dialogo con il mondo musulmano avrebbe aperto scenari di pace rapidi e inediti. Ma oggi l’inconsistenza di quella strategia si mostra impietosa in Medio Oriente. Ieri infatti la Anp di Abu Mazen ha formalmente chiesto agli Usa di garantire il riconoscimento della dichiarazione unilaterale di indipendenza dello Stato di Palestina, per sancire la definitiva rottura di ogni ipotesi di accordo con Israele. Questa dichiarazione unilaterale è tanto velleitaria (la Anp non controlla minimamente metà del territorio palestinese, che è in mano all’acerrima nemica Hamas), quanto avventurista, perché segna il riprendere dello scontro tra palestinesi e israeliani. Avventurismo sottolineato dal fatto che nei giorni scorsi proprio il brasiliano Lula e il dittatore venezuelano Chavez avevano spinto Abu Mazen su questa strada. A questo esito si è arrivati perché Obama aveva iniziato la sua presidenza operando una svolta di 180° nella tradizionale politica Usa, annunciando di ritenere obbligatorio che Israele congelasse tutti gli insediamenti per poter dare il via a trattative. Decisione graditissima agli arabi che però Israele ha ovviamente rifiutato per quanto riguarda Gerusalemme, concedendo solo dei “congelamenti temporanei” in Cisgiordania. A fronte di questo prevedibile rifiuto israeliano, Obamasi è incartato, non ha saputo più che fare, salvo annunciare a sorpresa – con evidente sguardo alle elezioni di Mid Term - la ripresa di una “storica” tornata di trattative per il 2 settembre. Trattative mai decollate, perchéi palestinesi, forti delprecedente appoggio di Obama sugli insediamenti, si sono irrigiditi e allora Obama ha cambiato fronte. Resosi finalmente conto di dover fare affidamento su Israele per contenere l’Iran, Obama ha smentito Obama siglando nelle settimane scorse un accordo con Netanyahu, in cui riconosceva il diritto a costruire insediamenti a Gerusalemme. Quadro negoziale saltato, nervi tesi, e sbocco avventurista dei palestinesi in rampa di lancio. Tutto grazie a un dilettante.

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