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Ugo Volli
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Questioni di riconoscimento 08/12/2010

Questioni di riconoscimento


Lula, Cristina Fernandez

Cari amici,

con molta gioia volevo annunciarvi che oggi siete un po' più ricchi. Come compensazione delle sofferenze provocate dagli antichi romani ai gladiatori, ho deciso di espropriare a Roma il corpo del reato, cioè il Colosseo, e di renderlo pubblico. E' vostro, appartiene a tutti, salvo ai romani, naturalmente: diciamo un sessantamilionesimo del Colosseo per italiano non romano. Non andate però a prenderlo, perché io ve l'ho riconosciuto, ma lo Stato italiano che ancora rivendica la proprietà non è d'accordo e quindi forse poliziotti e vigili urbani potrebbero reagire in maniera inconsulta vedendovi incartare la antiche pietre di vostra proprietà. Quel che conta è comunque che vi sentiate più ricchi e felici. Riconoscetelo.

Con l'occasione vi informo anche che da una sezione particolarmente segreta e non ancora pubblica di Wikileaks ho appreso che il Liechtenstein ha deciso di riconoscere lo stato del Sahara orientale, al momento occupato dal Marocco; il Kazakistan riconosce il diritto storico del popolo basco a un libero stato con capitale Bilbao, anche se purtroppo su Bilbao continua a sventolare la bandiera spagnola. S. Marino, dal canto suo ha deciso di riconoscere la Cecenia, Monaco ha deciso di trasferire l'appartenenza dell'Irlanda del nord riconoscendola alla Repubblica Irlandese e lo Sri Lanka non approva più l'occupazione italiana dell'Alto Adige che ha riconosciuto all'Austria col nome di Sudtirol, salvo la Val Gardena che sarà un nuovo stato, la Ladinia, o come i suoi abitanti vorranno chiamarlo, con capitale Selva e confine rigorosamente a Chiusa.  Anche la Sicilia è stata riconosciuta indipendente dal Paraguay, con l'appendice del quartiere di San Salvario a Torino che forse per errore i bravi paraguensi hanno riconosciuto alla nuova Trinacria.

Voi dite che sono tutte sciocchezze, che il primo presupposto giuridico per uno stato è il suo controllo reale del territorio? Che uno stato non ha diritto di riconoscere i confini di altri stati esattamente come io non ho il diritto di stabilire quale dev'essere la destinazione dell'eredità dell'avvocato Agnelli di rispettata memoria? Che a giocare così coi "riconoscimenti" senza badare alla realtà dei fatti si rischia di trasformare la politica internazionale in operetta e gli stati in altrettante creature fantastiche come il granducato di Ruritania che compare credo nella "Vedova allegra"? (Io quello, per esempio, lo riconosco moltissimo).

Be', capisco, siete un po' conservatori in politica internazionale. Ma il mio riconoscimento del vostro pezzo di Colosseo lo volete o no? E alla mia sovrana decisione sul contrasto che vi oppone al vostro condominio sulla proprietà del pianerottolo di casa vostra riconoscendolo come vostro, non tenete proprio? Vabbé. Allora tenetevi questa, che non è Wikileaks ma notizia sui giornali: Brasile e Argentina, fra un po' anche l'Uruguay, a quanto pare, hanno riconosciuto il libero stato di Palestina sulle linee di armistizio del '49 (che gli ignoranti chiamano confini del '67, dato che non sono confini e non sono stati disegnati nel '67). Non è la stessa cosa?  Se loro decidono quali sono i confini fra Israele e Palestina, perché non deve San Marino assegnare la selva amazzonica a uno stato degli indigeni o riconoscereche Bones Aires appartiene al Cile?

Il fatto è che queste cose si fanno solo a Israele. Nessuno stato asiatico si sognerebbe di riconoscere l'indipendenza della provincia di Vercelli o di assegnare Trapani alla Sardegna. Anche quando c'erano le lotte coloniali, nessuno ha riconosciuto l'Algeria indipendente o il dominio del Nord Vietnam sul sud prima degli accordi fra gli interessati. Un po' come nessuno in passato pensava che i francesi all'estero andassero richiusi in un ghetto o i danesi dovessero portare un segno di riconoscimento sugli abiti. Ma gli ebrei, e lo stato degli ebrei sì. Chissà perché.

Ugo Volli


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