Menachem Gantz
Gli eventi principali della settimana appena conclusa erano talmente straordinari e complessi che potevano facilmente far parte di un mese di notizie, o forse anche un anno.
Una settimana che è cominciata con i Wikileaks files, terremoto diplomatico che ha colpito sopra tutto il Dipartimento di Stato americano, ma anche la diplomazia mondiale in generale, e continuava con attentato contro due scienziati nucleari iraniani, poi la nomina del nuovo capo del Mossad, il servizio segreto israeliano, e si e conclusa con una vera e propria guerra sul monte Carmel, dove Israele ha dimiostrato di non avere i mezzi necessari per affrontare un incendio, che ha causato un disastro naturale di enormi dimensioni. Per la prima volta nella storia dello stato ebraico Israele ha chiesto l'aiuto della comunita internazionale. Ancora mentre scrivo si combatte contro le fiamme.
Puo essere prematuro analizzare l'influenza del sito wilileaks su Israele. A Gerusalemme giustamente c'era chi ha provato soddisfazione del fatto che I' Iran nucleare viene visto come una minaccia regionale e mondiale e non soltanto un problema israeliano, ma leggendo i file di wikileaks gli israeliani hanno pure capito che il mondo si è interessato in maniera insufficiente di quello che succede in Medio Oriente, e che Israele svolge un ruolo come un protagonista minore rispetto a quello che pensava di avere.
Wikileaks ha dimostrato che i leaders arabi della regione sono preoccupati per l' Iran, poi su altri temi, e solo alla fine per quello quello che riguarda in Israele.
In conversazioni private, diplomatici italiani e israeliani hanno sottolineato questa settimana che i loro metodo di lavoro non cambierà piu di tanto in seguito della rivelazioni fatte da Wilileaks. "Qualsiasi Italiano sa che quando parla al telefono o manda una e mail, potrebbe vederlo pubblicato sui giornali. Forse solo i diplomatici americani un po' ingenui pensavano che avendo una loro password protteta erano al sicuro. Mentre wikileaks ci ha fatto ricordare che non ci sono mezzi sicuri per proteggere l'informazione". E in effetti anche la pubblica opinione non sembra finora scioccata delle rivelazioni. Gli israeliani non sono stati sorpresi nel sentire che loro primo ministro viene visto come uno che non mantiene le promesse, e gli italiani sicuramente non avevano bisogno di wikileaks per conoscere le preferenze notturne del loro Premier, e le relazioni che svolge con Putin.
Invece le notizie provenienti da Teheran questa settimana contengono un messaggio importante. Lunedi mattina, mentre tutto il mondo si e concentrato ancora sui files di wikileaks, un scienziato nucleare iraniano e stato ucciso, un altro gravamente ferito. Il regime degli ayatollah ha accusato subito i sionisti, anche i mass media hanno subito sostenuto che si tratta di un' operazione del Mossad e degli americani. Nessun paese o organizzazione ha assunto la responsabilità, ovviamente, ma il messaggio per tutti quelli in iran che lavorano per far avanzare il progetto nucleare e portarlo avanti è chiaro: "se intendete continuare con il vostro programma di destabilizzazione della regione, con l' intenzione di mettere a rischio la pace mondiale, è neccesario che sappiate che rischiate la vostra vita. Mentre l' Iran sta completando la sua capacità nucleare, chi lavora a questo progetto, è bene che sppia di essere sempre in pericolo.
La stampa italiana ha pure sostenuto che l'attentato a Teheran era pure un "regalo di addio" da parte di Meir Dagan, il capo del Mossad uscente, mentre il primo ministro israeliano ha nominato sempre questa settimana Tamir Prado come suo succesore. Il mandato di Prado che comincerà il primo gennaio sarà concentrato su diversi aspetti: riorganizazzione interna, megliorare i rapporti tecnici con le unità di intelligence militare, valutare la collaborazione che il Mossad tiene oggi con gli altri servizi segreti nel mondo. Prado dovrà accrescere il contributo del Mossad alla lotta contro il terrorismo mondiale, e seguire con estrema attenzione Hezbollah.
Ma la settimana che si è appena conclusa sara ricordata in Israele per sempre. 42 persone uccise, circa 15.000 cittadini costretti a lasciare loro casa in seguito all' incendio sul monte Carmel, oltre 40 mille ettari di foreste bruciati. Israele, che ha saputo sempre difendersi da solo contro suoi nemici, ha dovuto arrendersi contro la natura. 20 paesi hanno contribuito per aiutare lo stato ebraico contro le fiamme. E la guerra continua ancora adesso. Appena le forze di sicurezza potranno annunciare che hanno ripreso la mano sulla situazione si potrà cominciare a chiedersi come mai un paese che fa uso delle tecniche aeronautiche piu avanzatte nel mondo, non ha nemeno un aereo disponibile per spegnere incendi. E sopratutto come mai il dipartimento dei pompieri sia cosi vecchio e insufficente. Queste domande, e le risposte, si affronteranno dopo. Ora c'e bisogno ancora di combattere.
Menachem Gantz
Corrispondente in Italia di Yediot Aharonot