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Ugo Volli
Cartoline
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Cari lettori, dovete sapere che sono un ingenuo 03/12/2010

Cartoline da Eurabia, di Ugo Volli

Cari lettori, dovete sapere che sono un ingenuo


Ugo Volli                                            Sergio Della Pergola

Cari amici, mi spiace infastidirvi con un fatto personale, soprattutto mentre arrivano le terribili notizie del rogo sul Carmelo, ma ho l'obbligo morale di farlo. Devo avvertirvi infatti che fareste meglio, molto meglio a non leggere queste cartoline. Il problema non è solo quello che c'è scritto, chiaramente oltraggioso dal punto di vista eurarabo, ma sono proprio io. E' necessario che sappiate che sono "ingenuo". Grave peccato per un autore di satira politica, come sono in fondo i miei testi. Era ingenuo Fortebraccio, mio incoffessato modello? Sono ingenui i Serra, Dandini, Benni, tutta la satira di sinistra? No di certo. Io invece sì. Dunque, vi avverto,  non leggetemi. Potreste restare contagiati.

Ma chi lo dice che io sono ingenuo? Grazie di averlo chiesto, voi sì che siete comprensivi. Un'autorità, un demografo israeliano, un uomo di scienza, cui bisogna credere sempre, insomma, il prof. Della Pergola. Lo dice sull'organo autorevole anch'esso dell'UCEI, qui (http://moked.it/blog/2010/12/02/referendum/) insomma bisogna accettare la sua autorità. E perché lo dice? Grazie ancora per questa domanda, siete così gentili. Il fatto è che io mi sono permesso di paragonare Israele ai paesi davvero democratici: "Mi sono sembrati davvero ingenui i riferimenti alla costituzione norvegese o australiana, o al caso italiano delle scelte della repubblica e del divorzio, o magari alla tradizione elvetica delle assemblee di cantone," scrive il grande scienziato, e, non mi stanco di ripeterlo, se lo dice lui bisogna credergli. Come diceva Shakespeare, è uomo di scienza. E' davvero ingenuo da parte mia. Fare riferimenti all'Australia e all'Italia, figuriamoci.

Io avevo scritto (lo potete leggere qui: http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999930&sez=120&id=37466) a difesa di una legge della Knesset, il parlamento israeliano, che istituiva il referendum per la cessione di territori che fossero parte integrante dello Stato di Israele e mi ero permesso, ah quanto ingenuamente, di dire che se i referendum sono un fattore di democrazia in Svizzera, in Italia e in Norvegia, come molti credono, alloro lo sono anche in Israele, e se invece non lo sono in Israele, allora sono sbagliati anche da noi: che ingenuità pensare che si trattasse di "trasformare l’agitata democrazia israeliana in un blando, nevoso, e forse noioso paese nordico", come si esprime il mio cortese interlocutore, che è uomo di scienza: oltre che ingenuo sono anche uno che difende la noia, ditemi voi se posso fare il satirico.

Ma al di là della noia, c'è un problema di sostanza. Scrive Sergio Della Pergola, uomo di scienza: "Lo scopo vero del voto della Knesset era di mettere ulteriori bastoni fra le ruote di Benyamin Netanyahu nel caso questi decidesse di seguire la strada di David Ben Gurion, Menahem Begin, Itzhak Rabin e Ariel Sharon i quali, tutti, hanno accettato di ritirare la presenza di Israele da territori che erano in suo possesso." All'uomo di scienza bisogna credere, soprattutto se vive in Israele e non come me comodamente in Italia (ma anche i parlamentari che hanno votato la legge stanno in Israele, quindi la residenza non è discriminante): il parlamento israeliano vuole "mettere i bastoni fra le ruote". Che orrore. Certo che Ben Gurion non l'avrebbe accettato. E però... però Gerusalemme per gli ebrei non è uguale a Gaza, il Golan dal punto di vista strategico non è periferico come il Sinai, tant'è vero che trent'anni fa, quando governava proprio Begin, Israele li ha annessi nel territorio dello stato. E magari di alcune di queste ritirate gli israeliani non sono così contenti: quelli di Sderot forse non sono tanto felici della scelta di Sharon che decise di lasciare Gaza (a quanto dicono su consiglio dello stesso Della Pergola). E anche al Nord l'uscita dal Libano non è andato tanto bene, direi se dove stavano le forze di difesa israeliane regna ora e pianta missili, non patate, il simpatico movimento Hezbullah.

"Resta da vedere – dice ancora Dalla Pergola - se Bibi avrà la forza, la voglia, la capacità, o perfino la fortuna di trovarsi di fronte all’occasione storica dell’accordo politico, e di carpirla al volo nell’attimo fugace in cui gli passa davanti." Sì, "resta" proprio "da vedere". "Avrà la voglia"?  "La capacità"? "La fortuna"? Chissà... Forse "purtroppo fortunatamente", come diceva Eduardo, no.

Io personalmente di quelli che "colgono al volo nell'attimo fugace" le "occasioni storiche" ho un po' paura. E se si sbagliano? E se gli altri non sono d'accordo? Fra i molti difetti della democrazia, c'è il fatto che richiedendo il consenso è piuttosto lenta, perfino "noiosa". Insomma "nordica". Le dittature sono molto più rapide a vedere "occasioni storiche". Quante non ne ha viste Mussolini... e Saddam... e Nasser... e tanti altri. Vogliamo trasformare Israele in un paese governato velocemente da qualcuno che "coglie al volo" magari quel che vede un ottimo scienziato consigliere del principe? Perche non abolire le elezioni, allora, che hanno punito negli ultimi anni tutti quelli che hanno "avuto voglia" di "cogliere al volo" - un po' troppo al volo - la pace, come Olmert e Barak? Una bella dittatura guidata da quelli di "Shalom Achshav" o di "Haaretz" non "coglierebbe al volo" con grande abilità? Con tantissima "voglia"? (Sulla capacità e la fortuna è meglio tacere)

Ecco, io sono certamente "ingenuo" e anche "noioso", ma da Ben Gurion ho imparato l'idea di un paese normale, con meccanismi di decisione normale, incluso il referendum. Diffido tanto in Italia quanto in Israele dei supergiusti superscienziati superfilosofi supergiornalisti che non avendo il seguito elettorale per governare pensano che il popolo sia bue e cercano il modo di non fare le elezioni o i referendum. E personalmente non avrei proprio "la voglia" di comprare un'"occasione storica" da Assad, Mahmoud Abbas, Obama, né "al volo" né  a piedi né seduto, anzi a dirla tutta non comprerei da loro neanche una macchina usata. Ma io sono solo un corsivista ingenuo, non il professore che ha convinto Sharon a mollare Gaza a Hamas. Lui è uomo di scienza, ha certamente ragione. Quindi non leggetemi, non credete che la democrazia israeliana possa essere nordica, puntate il naso in aria e vedete se passano delle "occasioni storiche" "al volo", in modo da non "perderle". Mi raccomando.

Ugo Volli


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