Grave incendio al monte Carmelo, per ora le vittime sono 40 guardie carcerarie Cronaca di Anna Zafesofa, con un appello di Fiamma Nirenstein
Testata: La Stampa Data: 03 dicembre 2010 Pagina: 18 Autore: Anna Zafesova Titolo: «Incendio al Carmelo. E' strage di guardie»
Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 03/12/2010, a pag. 18, l'articolo di Anna Zafesova dal titolo " Incendio al Carmelo. E' strage di guardie ", preceduto dal comunicato di Fiamma Nirenstein dal titolo " Necessario intervenire per aiutare a fermare l'incendio ".
Ecco pezzi:
Fiamma Nirenstein : " Necessario intervenire per aiutare a fermare l'incendio"
Fiamma Nirenstein
“Israele è stato colpito oggi da una terribile tragedia che richiede l’aiuto e la presenza di tutto il mondo civile. Mai tante persone, almeno 40 al momento, sono state uccise in una catastrofe naturale così violenta. Mai tanti alberi, così preziosi per Israele, sono stati bruciati. L’incendio in corso sul Monte Carmelo continua a dilagare e Israele chiede aiuto a tutti i paesi vicini per fare fronte a questa calamità. Dobbiamo impegnarci per rispondere a questa richiesta, specie per un Paese che ha sempre generosamente offerto il proprio soccorso nei numerosi disastri che hanno colpito il mondo”.
La STAMPA - Anna Zafesova : " Incendio al Carmelo. E' strage di guardie "
Abitanti in fuga, villaggi carbonizzati, e soprattutto tante vittime, almeno 40 secondo gli ultimi dati: l’incendio nei boschi delmonte Carmelo è già stato definito dal premier israeliano Benjamin Netanyahu «una catastrofe senza precedenti». Il Paese è in lutto per la morte, ieri, dei passeggeri di un pullman che aveva a bordo persone da evacuare dai roghi. Tutti guardie carcerarie del penitenziario di Damon, che stavano fuggendo dalla zona colpita dal fuoco dopo aver organizzato l’evacuazione dei circa cinquecento detenuti (tra cui anche diversi palestinesi). Ma nella corsa verso la salvezza il mezzo si è ribaltato, e i passeggeri, uomini e donne, sono rimasti intrappolati tra le lamiere. I sopravvissuti allo schianto hanno chiamato i soccorsi, in telefonate disperate, ma il fuoco è arrivato per primo, investendo il pullman e i suoi prigionieri. Sul luogo della tragedia altri poliziotti e diversi soccorritori sono rimasti feriti, alcuni anche in modo grave, e due delle guardie carcerarie che erano sul pullman risultano ancora ufficialmente «disperse». Una tragedia che ha scosso gli israeliani, e che rende ancora più dura la polemica per il rogo sul monte Carmelo, citato nella Bibbia e sede di un importante e visitato santuario cattolico. La polizia israeliana «non esclude» l’origine dolosa dell’incendio, che ha distrutto ieri un’area di circa 3000 ettari. Le indagini si concentrano su un focolaio acceso in una discarica abusiva, e il sindaco di Haifa, Yona Yahav, ieri ha accusato proprio la mancanza di controlli sui siti di questo tipo: «Lo sapevamo tutti che era solo una questione di tempo, è una calamità annunciata ». Ma non si esclude nemmeno che i focolai siano stati più di uno. Il portavoce della polizia, Mickey Rosenfeld, ha dichiarato che «la possibilità di un’azione da parte di piromani non è stata esclusa in questomomento». A contribuire al disastro sono state poi le raffiche di vento e la fitta vegetazione, resa facilmente infiammabile dalla siccità che da mesi flagella la regione, in assenza di piogge e di una qualunque traccia d’inverno. Netanyahu ha cancellato tutti gli altri impegni per recarsi nella zona del disastro. Ma ha anche ammesso che ci sono «molte lezioni da trarre» dall’accaduto. Le dimensioni dei roghi hanno costretto Israele a chiedere aiuto - soprattutto per l’invio di aerei antincendio - all’estero. Italia, Russia, Cipro e Grecia hanno già mostrato la propria disponibilità a correre in soccorso dello Stato ebraico. Per ora la situazione continua a peggiorare, diversi villaggi (in maggioranza abitati da drusi) e almeno tre kibbutz di medie dimensioni nella zona sono stati evacuati,mentre in altri si parla di feriti o intossicati dal fumo. Ieri l’allerta si è estesa fino ad Haifa, dove nel pomeriggio è stata sgomberata l’università. La televisione trasmette immagini di case bruciate nella località di Beit Oren, che praticamente ha cessato di esistere, abbandonata - fortunatamente in tempo - dai suoi abitanti.
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