lunedi` 21 aprile 2025
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



Clicca qui






Corriere della Sera Rassegna Stampa
30.11.2010 Egitto - elezioni: i Fratelli Musulmani non conquistano nemmeno un seggio
Una buona notizia, però.... Cronaca di Cecilia Zecchinelli

Testata: Corriere della Sera
Data: 30 novembre 2010
Pagina: 21
Autore: Cecilia Zecchinelli
Titolo: «Egitto, islamici sconfitti. Mubarak prende tutto»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 30/11/2010, a pag. 21, l'articolo di Cecilia Zecchinelli dal titolo " Egitto, islamici sconfitti. Mubarak prende tutto".

Sullo stesso argomento, invitiamo a leggere l'analisi di Zvi Mazel e la previsione sulle elezioni di Mordechai Kedar, pubblicate in altre pagine della rassegna.


Hosni Mubarak

IL CAIRO — Nessun deputato per i Fratelli musulmani, forse una manciata per l’opposizione laica, e ancora proteste in tutto l’Egitto e denunce di brogli e omicidi lanciate dagli attivisti per i diritti umani e dai partiti minori. I risultati ufficiali del primo turno delle elezioni politiche — definite dal partito Ndp di Hosni Mubarak un «successo, senza incidenti, di grande affluenza» — saranno annunciati oggi. Ma il voto di domenica a cui avrebbe in realtà partecipato il 10-15% del Paese è già stato definito da molti «il peggior momento degli ultimi 30 anni». Non solo per le vittime ai seggi, su cui c’è confusione poiché denunciate solo da fonti indipendenti: nove morti secondo la Fratellanza e gli attivisti del Nadim Center, sei per l’Ong dei diritti umani Eohr. Ma per l’azzeramento dell’opposizione ufficiale, dopo che quella spontanea emersa nel 2005 era già stata messa a tacere da tempo.

La svolta più clamorosa riguarda i Fratelli musulmani, che cinque anni fa avevano conquistato 88 deputati, pari al 20% del Parlamento, e ieri hanno annunciato che nessuno dei loro candidati ha vinto. Venti andranno al ballottaggio, ma «prevediamo che saranno eletti in quattro, un disastro», dice al Corriere Mohammad Abbas, un portavoce dell’organizzazione. I recenti arresti di massa (1.500 aderenti) e la bocciatura di molti candidati avevano fatto prevedere al gruppo una decina di eletti. È andata anche peggio e ora è difficile capire come reagirà la Fratellanza che vanta «milioni di sostenitori». «Non mi aspetto reazioni forti, già durante la campagna avrebbero dovuto portare in centro al Cairo un mare di gente, ma hanno scelto la via soft — dice Samir Alish, capo dell’Ong per lo sviluppo Ncpd, laico —. Pochi amano i Fratelli ma il raìs dovrebbe stare attento a giocare con la religione, cosa che sta facendo anche con i cristiani. Il Paese è molto religioso seppur non fanatico».

Anche per il Wafd, lo storico partito liberale laico della lotta per l’indipendenza, i risultati parziali sono però pessimi: nonostante il recente avvicinamento a Mubarak e il crollo dei Fratelli, nessun candidato sarebbe passato al primo turno. E pochissimi hanno vinto tra i partiti minori e gli indipendenti. I motivi della débacle generale si capiscono scorrendo i report delle Ong locali e straniere: pacchi di schede false nelle urne (trasparenti), pasti caldi e soldi in cambio del voto, aggressioni e falsa propaganda, ovunque illegalità evidenti documentate dagli osservatori tra divieti, minacce e arresti. Compreso quello di un capo di Human Rights Watch, l’americano Joe Stork, poi rilasciato. Missione compiuta così per il raìs 82enne, che domenica ha preparato le presidenziali 2011 dove per poterlo sfidare servirà il sostegno di gran parte del Parlamento. Le chance del premio Nobel Mohammad ElBaradei, già ritenute minime, crollano a zero. Ma il raìs è vecchio e malato e sul figlio Gamal più nessuno scommette, mentre il potente esercito tace. I veri giochi in Egitto sono solo all’inizio.

Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, cliccare sull'e-mail sottostante


lettere@corriere.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT