Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 30/11/2010, a pag. 9, gli articoli di Vanna Vannuccini e Bijan Zarmandili titolati " Teheran, ucciso uno scienziato atomico " e " Quei professori di regime custodi dei segreti iraniani ".
I due pezzi lasciano intendere che potrebbe essere stato sul serio Israele a far ammazzare lo scienziato iraniano. Dal momento che lo Stato ebraico non ha mai ammesso nè negato di avere una strategia simile, non è ben chiaro perchè Zarmandili possa scrivere di una presunta 'dottrina Dagan'. Le tesi vanno suffragate dalle prove, se no sono semplici illazioni.Ecco i due articoli:
Vanna Vannuccini : " Teheran, ucciso uno scienziato atomico "
Ahmadinejad in una centrale nucleare iraniana
Si tratta forse di una coincidenza, ma i due attentati che hanno ucciso ieri a Teheran uno scienziato atomico e ferito gravemente un secondo sono avvenuti un giorno dopo la pubblicazione dei documenti di WikiLeaks che contengono tra l´altro eclatanti rivelazioni sull´iranofobia dei paesi arabi e le loro richieste agli Usa perché intervengano contro il programma atomico iraniano. Le bombe sono esplose ieri mattina mentre i due scienziati, a bordo delle loro macchine e accompagnati dalle mogli, andavano dalle loro case all´università Shahid Beheshti, dove entrambi insegnavano. «Non ho alcun dubbio che le mani dell´Occidente e dei sionisti siano coinvolte» ha detto Ahmadinejad in una conferenza stampa. Ma chi erano questi scienziati? L´agenzia vicina ad Ahmadinejad Meshreghnews li descrive entrambi come fedelissimi al regime. Uno dei due, Majid Shahriari, oltre all´incarico alla prestigiosa università Shahid Beheshti insegnava all´Accademia militare. Shahriari è rimasto ucciso sul colpo mentre la moglie, che lavorava all´agenzia nucleare iraniana, è in ospedale gravemente ferita. Secondo alcune versioni, attentatori in motocicletta hanno lanciato una bomba al passaggio dell´automobile, mentre secondo un´altra versione la macchina sarebbe stata imbottita di tritolo e l´esplosione innescata a distanza. L´altro scienziato, Feeidun Abbasi, anch´egli docente alla Shahid Beheshti, era uno specialista di laser e di separazione degli isotopi, oltre che membro delle Guardie della Rivoluzione. Abbasi e la moglie sono stati gravemente feriti ma non sono in pericolo di vita.
Le modalità degli attentati ricordano quello di cui fu vittima nel gennaio scorso un altro fisico, Massud Ali Mohammadì, anch´egli mentre usciva da casa per andare all´università di Teheran. In quel caso un potente ordigno era stato nascosto in una motocicletta parcheggiata davanti alla casa. Mohammadì fu descritto allora come un fedelissimo del regime e onorato come "pilastro della Rivoluzione islamica". Ma chi lo conosceva raccontò che politicamente era vicino all´opposizione riformista e professionalmente si occupava di fisica quantistica e non di energia atomica.
Quando morì nell´attentato i media iraniani accusarono compatti gli Stati Uniti e Israele. «Il regime sionista questa volta ha versato il sangue del professor Shahriari per fermare il progresso dell´Iran» si legge in una nota della presidenza. E il rappresentante iraniano all´Aiea Salehi ha ammonito l´occidente «a non giocare con il fuoco». Secondo Salehi Shariari era a capo di uno dei progetti principali dell´Agenzia atomica iraniana.
Fino alla pubblicazione dei documenti di WikiLeaks l´Iran ha sempre negato che il virus Stuxnet, che secondo le rivelazioni della società americana Symantec era stato creato allo scopo di mandare in tilt le centrifughe a Natanz, avesse avuto delle conseguenze sul programma nucleare (secondo l´Aiea il programma si era fermato per un giorno interno il 16 novembre e aveva rallentato negli ultimi mesi). Ma ieri il presidente Ahmadinejad ha ammesso che c´erano stati dei danni anche se di scarso rilievo.
Sui documenti di WikiLeaks Ahmadinejad ha tagliato corto, affermando che non si trattava di rivelazioni bensì di documenti diffusi intenzionalmente dagli Stati Uniti: «Hanno obbiettivi malefici e noi non ne terremo conto», ha detto. E ha sottolineato che l´Iran «ha rapporti amichevoli e fraterni con i paesi vicini e che queste rivelazioni non li cambieranno».
Ahmadinejad ha poi annunciato che i colloqui con i 5+1 riprenderanno il 5 dicembre a Ginevra, pur ribadendo che il diritto di arricchire l´uranio è previsto dai Trattati internazionali e perciò non negoziabile.
Bijan Zarmandili : " Quei professori di regime custodi dei segreti iraniani "
Bijan Zarmandili
L´incubo che tormenta e toglie il sonno ai dirigenti, ma anche agli scienziati impegnati nel piano nucleare della Repubblica islamica iraniana, si chiama "Dottrina Dagan". Innanzitutto gli scienziati nucleari si sentono costantemente nel mirino degli uomini del Mossad, addestrati per realizzare la strategia messa in atto da Meir Dagan, da ieri ex capo del controspionaggio israeliano, secondo il quale è più utile sabotare i siti nucleari, rapire o uccidere gli scienziati e colpire i software di gestione dei programmi nucleari iraniani anziché far volare i cacciabombardieri sui cieli dell´Iran per radere al suolo i suoi siti atomici.
Resta comunque il fatto che dal 2007 ad oggi sta crescendo tragicamente il numero degli addetti ai lavori, vittime delle ambizioni nucleari degli ayatollah. Tra i due docenti universitari, Majid Shahriari e Feeidun Abbasi, colpiti dagli attentati di ieri a Teheran, il secondo, si sa, è nella lista degli iraniani colpiti dall´embargo elaborata dal Consiglio di sicurezza in quanto alto funzionario dei Guardiani della rivoluzione, mentre il primo è considerato dagli israeliani il maggiore esperto nella lotta contro il virus Stuxnet, quello che ha colpito i computer della centrale di Natanz: uomini che entrano quindi facilmente nei piani della "Dottrina Dagan".
Non si è invece sciolto fin qui il giallo intorno alla misteriosa morte di un altro scienziato, Massul Ali Mohammadi, ucciso lo scorso 12 gennaio in un quartiere a nord di Teheran nel corso di un attentato simile a quello di ieri. A parte l´anomalia dei suoi funerali, celebrati da due cortei separati, uno ufficiale e l´altro a cui hanno partecipato gli oppositori del regime, ci sono da sottolineare anche le indiscrezioni diffuse dai siti del Movimento verde, nelle quali si parlava delle critiche di Ali Mohammadi alla gestione politica del dossier nucleare da parte di Ahmadinejad e delle sue simpatie per il movimento degli studenti universitari
Un altro giallo riguarda la strana scomparsa dello scienziato Shahram Amiri, sparito durante un pellegrinaggio alla Mecca il 4 giugno del 2009, ma ricomparso 13 mesi dopo, sostenendo di essere stato rapito da agenti statunitensi. Vera o falsa, la vicenda non è stata mai chiarita, come del resto quella della morte del fisico Ardeshir Hassanpur, docente di fisica all´università di Shiraz, ufficialmente morto in seguito ad avvelenamento causato dal guasto di una stufa a gas, che però non ha convinto innanzitutto i suoi congiunti e familiari.
Il più clamoroso avvenimento legato ai misteri del nucleare iraniano resta tuttavia quella che ha per protagonista Ali Reza Asghar, un alto comandante dei Pasdaran, improvvisamente sparito nel corso di un viaggio a Istanbul il 7 febbraio del 2007. Di lui si è detto di tutto, che è stato rapito dagli americani, che è invece passato al nemico, che sotto la tortura ha rivelato i piani atomici della Repubblica islamica, o che è stato ucciso perché si è rifiutato di collaborare. Di fatto, dopo la scomparsa di Ali Reza Asghari, sono cresciute le indiscrezioni sul cambio dei diversi programmi militari, mentre gli americani vantavano maggiori informazioni sul dossier nucleare iraniano.
Per inviare la propria opinione a Repubblica, cliccare sull'e-mail sottostante