Riportiamo da LIBERO di oggi, 27/11/2010, a pag. 22, l'articolo di Angelo Pezzana dal titolo " Israele punta sul turismo gay: anche nel sesso è l’unico Paese libero del Medioriente ".
Tel Aviv, Gay Pride Parade, 2010
Il turismo è una delle entrate più importanti nei bilanci di ogni paese. Israele non fa eccezione. E’ la meta dei cristiani da tutto il mondo, alla ricerca della terra sulla quale visse e predicò l’ebreo Gesù, un luogo dove la Bibbia può essere letta anche come una guida storica e archeologica per scoprire le origine della civiltà moderna, un paese dove il contrasto fra antico e moderno è una delle caratteristiche più affascinanati. Uno stato dove la modernità, non a caso, si segnala per la sua estrema vitalità e spregiudicatezza. Un esempio che aiuta a capire sino a quale limite la promozione del turismo può arrivare, ci viene proprio da alcune iniziative che da qualche anno il ministero competente ha messo in atto, dopo aver verificato l’enorme richiamo che la città di Tel Aviv esercita sugli omosessuali di tutto il mondo.In un paese circondato da vicini nei quali la sessualità, non solo omosessuale, sembra essersi fermata ai secoli bui, dove il delitto d'onore è legge e l'esecuzione dei gay avviene in piazza. In Israele è la stessa voce dello stato che se ne è fatta interprete, attraverso una serie di iniziative mirate a raggiungere le comunità gay. Nei paesi occidentali, ovviamente. Nei quali l’uguaglianza dei diritti/doveri ha fatto passi da gigante, non in tutti veramente, alcuni, fra i quali il nostro, sono ancora ai fanalini di coda, ma nella maggioranza il tabù della diversità è praticamente caduto, e i gay sono considerati alla stregua di normali categorie di persone, e quindi potenziali clienti di un turismo gay-friendly, come si dice con una definizione molto esplicita. Poteva Israele non essere in prima fila, trattandosi oltre a tutto di un argomento nel quale sono in gioco il rispetto dei diritti umani degli individui ? Il fatto che l’argomento fosse l’omosessulità non ha creato imbarazzo. Tel Aviv, chiamata ormai la San Francisco del mediterraneo, è oggi una delle città con l’offerta più ricca per soddisfare la clientela gay. Spiagge, bar, locali notturni, ristoranti, il tutto all’insegna di una parola magica, rispetto, che ha attratto un numero tale di turisti da diventare il luogo di maggior richiamo fra i paesi che si affacciano sul mediterraneo. Non è soltanto una questione di bilanci municipali in crescita, è l’aria che si respira che suggerisce la migliore delle pubblicità. E’stato in base a queste valutazioni che il Ministero del Turismo ha deciso di investire nel turismo gay, con una iniziativa rivolta inizialmente al pubblico americano, inviando uno dei cantanti più amati dai giovani israeliani, Ivrì Lider, a fare un tour nei campus universitari per dei concerti nei quali si mischiano abitualmente musica, interviste, politica. Israele sa bene quanto sia difficile combattere contro quei pregiudizi che attecchiscono con più facilità fra i giovani, ebbene, cosa può esserci di meglio di un cantante pop, con schiere di fans anche in America, che fra un concerto e l’altro racconta com’è la vita nel suo paese, dove i gay godono di diritti/doveri come chiunque altro ? Ho scritto quasi, perchè anche in Israele sussistono ancora forme di ostilità, particolamente negli ambienti ortodossi, che però rappresentano una parte minoritaria nel paese. Due anni fa, proprio a Tel Aviv, un uomo mascherato e armato, fece irruzione in un centro gay, sparò all’impazzata, uccidento due giovani e ferendone una dozzina, Il fatto, per la sua gravità, destò enorme scalpore, tanto da portare il premier Bibi Netanyahu al circolo gay il giorno successivo, per dimostrare con la sua presenza quanto quel crimine avesse colpito il paese. Dopo Bibi, il sabato sera successivo, ci fu una grande manifestazione nella piazza Rabin di Tel Aviv, nella quale, tra musica e politica, ci fu l’intervento di apertura del presidente dello stato Shimon Peres, che riconfermò, senza giri di parole, quanto Israele fosse un paese democratico, dove la legge era uguale per tutti, senza nessuna distinzione. In quale altro paese, Primo Ministro e Presidente dello Stato si sarebbero esposti in quel modo ? Ho voluto raccontare questo episodio, che non è rimasto rubricato fra i tanti fatti di cronaca nera che accadono nel mondo solo per l’interpretazione che le istituzioni israeliane ne hanno dato, per dire che la promozione del turismo gay non è nata per l’intuizione di qualche mente brillante un mattino durante una riunione in qualche ufficio alla ricerca di una buona idea. Nasce da una lunga tradizione che ha sempre avuto una grande attenzione per il progresso, per la modernità. Il fatto poi che siano stati declinati anche in accordo con la tradizione, è quello che fa di Israele un paese unico, certamente con molte contraddizioni, ma con tali aperture che soltanto chi non vuole non sa riconoscere.
Per inviare la propria opinione a Libero, cliccare sull'e-mail sottostante