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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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La Stampa Rassegna Stampa
23.11.2010 Arabia Saudita, il re malato non fa tremare solo Riad, ma anche gli Usa
Cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 23 novembre 2010
Pagina: 18
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Il re malato fa tremare non solo Riad»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 23/11/2010, a pag. 18, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo " Il re malato fa tremare non solo Riad ".


Barack Obama con Abdullah bin Abdelaziz al-Saud, Maurizio Molinari

Il ricovero d’urgenza in un ospedale americano del re saudita Abdullah bin Abdelaziz al-Saud lascia intendere che una delicata transizione dei poteri è iniziata a Riad, creando molteplici grattacapi alla Casa Bianca. Superata la soglia degli 86 anni, gravemente malato e costretto su una sedia a rotelle, il sovrano wahabita potrebbe essere presto obbligato a scegliere l’erede fra due fratelli in competizione: il ministro della Difesa Sultan, che ha appena un anno meno di lui e problemi di salute, e il 76enne principe Nayyaf, che guida il potente Ministero dell’Interno e ha recentemente assunto la sovraintendenza al pellegrinaggio alla Mecca. Sulla carta Sultan è il favorito in quando «principe ereditario» ma Nayyaf appare assai più vicino al re, e ha un rapporto molto stretto con Washington per aver guidato negli ultimi dieci anni l’offensiva contro Al Qaeda che ha portato a sgominare le cellule saudite.

Ma poiché nel regno wahabita la successione non ha un copione scritto, tutto può avvenire - inclusa l’affermazione di altri concorrenti della famiglia - ed è qui che iniziano i timori dell’Amministrazione Obama, intenta a scongiurare un duplice rischio. Primo: una faida interna capace di rendere la monarchia vulnerabile a un ritorno delle cellule di Al Qaeda, che nel frattempo si sono consolidate nel confinante Yemen. Secondo: un indebolimento complessivo della monarchia che ora sostiene Washington tanto nelle sanzioni Onu contro il nucleare iraniano quanto nella scommessa di arrivare entro un anno all’accordo di pace definitivo fra Israele e Anp.

A complicare il rebus c’è il fatto che sebbene Nayyaf sia considerato più affidabile nella guerra contro il terrorismo - è stata proprio la sua intelligence a svelare il recente piano di Al Qaeda di spedire pacchi bomba negli Usa - è anche notoriamente più ostile alle innovazioni e al rispetto dei diritti umani invocati da Obama nel discorso sull’Islam al Cairo nel 2009. Non è dunque difficile indovinare l’interesse della Casa Bianca per garantire ottime cure al più potente malato del Medio Oriente.

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