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La Repubblica Rassegna Stampa
22.11.2010 Kotel, un grande progetto sta per arrivare
Chi un tempo stava tra rifiuti e immondizie, protesta

Testata: La Repubblica
Data: 22 novembre 2010
Pagina: 16
Autore: La redazione
Titolo: «»

Sulla REPUBBLICA di oggi, 22/11/2010, a pag.16, con il titolo "Israele: nuovi lavori al Muro del Pianto", una breve su un argomento che avrà sicuramente una larga eco nei prossimi mesi.
Ecco il testo:

Gerusalemme- Via libera dal governo israeliano al piano di sviluppo della spianata antistante il Muro del Pianto, nel cuore della città vecchia di Gerusalemme. Si tratta di un investimento quinquennale da 17 milioni di euro che secondo le autorità israeliane dovrebbe valorizzare il turismo religioso e quello archeologico, ma che rischia di creare nuove tensioni con le istituzioni musulmane che gestiscono la vicina Spianata delle Moschee, e con l'Autorità nazionale palestinese: che rivedica Gerusalemme Est come sua futura capitale e che protesta per l'iniziativa.

Quello che comunemente viene chiamato "muro del pianto", risponde in realtà al nome di Muro Occidentale, ovvero, in ebraico, Kotel. E'uno dei luoghi più importanti della capitale, meta di visitatori da tutto il mondo, mossi non soltanto da motivi religiosi, ma anche storici e archeologici.
Lì c'era, infatti, il Tempio, prima della sua distruzione. Un luogo riportato a dignità dopo che la citta vecchia fu liberata nel 1967. Da ricettacolo di immondizie, e con la proibizione di fatto agli ebrei di accedervi, è ridiventato quello che deve essere, uno spazio aperto a tutti, rispettoso di ogni fede, non a caso sulla cima vi sono le moschee.
Un luogo però, che con l'aumento dei visitatori, si sta rivelando inadeguato. Per questo la municipalità ne ha previsto un ampliamento, attraverso una serie di interventi architettonici che, rispettandone le originali strutture, daranno alla piazza maggior respiro, facilità di ingresso e di uscita.
Un progetto, pubblicato sui giornali israeliani, di grande impatto visivo.
Era naturale che venisse contrastato, in modo particolare da chi si era sempre trovato a proprio agio fra rifiuti e immondizie, ostile a qualunque riassetto ambientale. Per poi magari lamentarsi.
Chi conosce quel luogo, aspetta con ansia il cambiamento, che tornerà utile a tutti, ebrei, cristiani e musulmani. Solo che, come sempre, ci saranno le solite polemiche, come la breve di REPUBBLICA lascia già capire.

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rubrica.lettere@repubblica.it

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