Dire che Wiesenthal "mentì sempre" significa conoscerne scarsamente l'opera e la forma mentis. Anzitutto è stato un maestro per tutti coloro che, come me, risolvono la loro fede, la loro religiosità laica e razionale, la loro appartenenza a Israele nella lotta antifascista.
"Risolvono" significa che non c'è nè pratica religiosa nè spiritualismo di altra natura bensi' una quotidiana indefessa lotta giudiziaria confro fascisti antisemiti di ogni ideologia di ogni partito, camuffati sotto mille spoglie per rovinare Israele e la sua civiltà razionale, continuare sotto false appareze la vecchia battaglia fascista di discriminazione sociale razziale e sociale che l'ebreo pagò con una vicenda storica che costituisce il paradigma di tutte le discriminazioni sociali.
La mia famiglia combattè e sparò contro i nazisti, centrandone purtroppo troppo pochi, e per chi come me ha avuto magistero di questa tradizione antifascista, la resistenza la lotta antifascista non è finita e continua oggi ogni giorni nei tribunali, in rete, in società, ovunque un uomo sia discriminato o rovinato da oscuri poteri fasisti o radicali; se nei dintorni c'è uno come me. un figlio di israele, ebbene quell'uomo discriminato quel disgraziato avrà immediata la solidarietà che Israele e la sua comunità laica militare e scientifica ha sempre assicurato a chi è comunque rimasto vittima della violenza fascista sotto qualsuasi forma.
Wiesentahl in questo senso è il nostro modello: perchè ha detestato gli "ortodossi" come li detestiamo noi, perchè non ha mai messo piede in una singagoga in quunto considerava, come noi, pregare una perdita di tempo e cercò sempre, came noi, l'informazione che conta, non la litania che rimbabisce o la pesia che commuove e indebolisce.
Sputò in faccia a quei "trafficanti del libro" che come narra in "Giustizia e non vendetta" nei lager nazisti "locavano" il libro della Torah per un mezzo pane, rifiutò sempre e costantemente di operare con le comunità religiose ortodosse antisioniste delle quali aveva lo stesso scarso rispetto che abbiamo noi.
E' il nostro modello perchè è stato un uomo vero, un uomo che non ha dimenticato e che ha cercato giustizia come i ragazzi della brigata ebraica, come Emilio Briggs, come il commando Avner dopo la strage di Monaco, uno di quegli uomini per i quali non è possibile vivere se non chiudendo i conti col male, un uomo che a differenza di Primo Levi non ha dichiarato la resa col suicidio, ma li ha cercati, li ha scovati, li ha fatti incriminare ed ha reso giustizia ai nostri morti e all'umanità.
Wiesenthal parla al cuore di chi, come me, viene da tradizione di antifascismo duro, partigiano, laico, razionale, di lotta e di sacrificio, di chi ogni giorni combatte contro una presenza fascista antisociale, che la scopre chi la capisce, che la capisce chi l'ha subita, traendone l'odio e il coraggio per la lotta.
Lo hanno diffamato in tanti, reso caricaturale come hanno reso caricaturale me in atti giudiziari ( definito da un giudice in sentenza "il Simone Wiesenthal della Val padana") e se andiamo a vedere gli elementi comuni fra me e lui credo che le due figure si sovrappongano, perchè come me non ha mai concesso alcunchè alla vendetta e riservato tutto alla giustizia, ma si sovrappongono anche le figure di chi ha screditato lui come hanno sceditato me.
A lui come a me hanno dato del falso ebreo perchè non abbiamo mai avuto fede o religione, abbiamo solo avuto il coraggio di andarli a cercare dovunque si trovasseo anche sotto paludamento di toghe o paramenti e li abbiamo attaccati lealmente con atti giudiziari e processi per poterne inibire o menomare la capacità di far del male che alberga nel fascista come il seme alberga nella radice.
Fanno bene coloro che limitano il loro ebraismo di maniera alla litania o alla splendida letteratura devozinale midrashica che a suo tempo ho letto anch'io e ne sono rimasto influenzato, ma il compito è un altro. Israele ha bisogno di uomini come Wiesenthal non di poeti tiratardi e predicatori o seduttori di pace da operetta.
Wiesenthal ha insegnato alle nostre generazioni e al mondo che il male va combatuto sotto qualsiasi paludamento si presenti, a cominciare dai falsi paludameti ebraici che non mancano certo, perchè non esiste un criminale ariano e uno ebreo, come non esiste un vigliacco di razza o di fede; esiste il vigliacco punto e basta e quello è il nemico dell'umanità che Wiesenthal ha insegnato a individuare e battere con giustizia non con vebdetta.
Chi scredita questo maestro della intelligenza e della passione antifascista scredita me, scredita noi che abbiamo acquisito una destrezza senza pari nel riconoscere la feccia fascista e le sue tecniche di rovina del debole e abbiamo guastato loro la festa rendendoli consapevoli che, se sarà necessario, a sparare per primi stavolta saremo noi.
Perchè Israele, siamo noi.
Vitaliano Bacchi