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Il paragone con Arafat 19/11/2010

Spassoso Cazzullo stamattina, prima pagina del Corrierone.

Deve attaccare i "finiani", e li paragona a Arafat. E usa, COME SE FOSSE UN LUOGO COMUNE NOTO A TUTTI (qui sta il bello) il paragone con Arafat [l"'ultimo" Arafat. Il "primo" invece era noto per la sua cristallina sincerità]:

"Quando parlava in Inglese, l'ultimo [?] Arafat rassicurava la comunità internazionale promettendo di voler convivere in pace con Israele. Ma quando parlava in Arabo rassicurava i fratelli Palestinesi sulla sua determinazione a combattere il nemico sionista".

Bello, mi fa piacere che "Arafat" sia diventato sinonimo di "doppiezza"... sei anni dopo la morte, e quando il potere a Ramallah è stato ormai ampiamente rimescolato.

In vita e in carica, quante volte e DA CHI abbiamo sentito rilevare le anomalie nelle traduzioni dei discorsi di Arafat - al di fuori ovviamente dello stretto circuito della controinformazione a favore di Israele?

E specificamente: quante volte, sulle pagine del Corriere della Sera, e nella posizione privilegiata del commentone di prima pagina, Arafat IN VITA e AL POTERE è stato chiamato "un bugiardo" come avrebbe meritato?

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