"Nè Siria nè Libano, vogliono restare con Israele"
di Deborah Fait
Mi sono molto divertita alla notizia che la popolazione araba di Ghajar, la cittadina sul confine tra Libano e Israele che sara' consegnata al Libano in un'azione unilaterale del governo israeliano, mediata dai caschi blu dell'Unifil, sia scesa in piazza, tutti uniti e tutti insieme, bambini compresi, per gridare accoratamente" Vogliamo restare israeliani".
Il mio divertimento non e' dovuto alla disgrazia dei poveri abitanti di quella citta' cui sono vicina con molta simpatia, no, e' dovuto semplicemente al pensiero della bile che ingoieranno i cari, adorabili nemici di Israele nel realizzare che degli arabi vogliono solo restare in questo Paese.
Mi sono divertita perche', secondo i loro deliri, gli arabi israeliani non sognano altro che far parte della "grande patria araba", possibilmente un califfato come proclama Hamas.
Beh, pare che non sia proprio cosi' e la protesta della setta araba alawita di Gahjar ne e' la dimostrazione esattamente come lo fu il terrore dei cittadini arabi di Gerusalemme est quando Ehud Barak, nel 2000, promise quella parte della citta' a Arafat.
Gli abitanti della parte est di Gerusalemme, molto preoccupati, fecero carte false per avere tutti i documenti a posto e poter dimostrare di essere israeliani.
Chi puo' essere cosi' pazzo da preferire di uscire da una democrazia per entrare a far parte di paesi dittatoriali e, in molti casi, teocratici come diventerebbe la futura Palestina sotto il giogo di Hamas e dei vari gruppi terroristi !
Soltanto dei poveri fanatici imbevuti di odio contro Israele e l'Occidente.
La protesta dei cittadini di Ghajar e' emblematica perche' dice al mondo intero che gli arabi di Israele godono degli stessi diritti degli ebrei e di tutti gli altri cittadini di Israele.
Se cosi' non fosse perche' tanta paura e preoccupazione? Perche' correre per le strade e piazze della cittadina gridando " siamo israeliani, vogliamo restare israeliani" ?
Qualcuno, in pieno travaso di bile, dice che fanno cosi' perche' si sentono siriani, va bene ma allora urlerebbero "Vogliamo la Siria".
Logico no?
Invece, guarda un po', gridano "vogliamo Israele".
Che strano, eh?
Che rabbia ... chissa' come soffrira' il pensiero debole di Vattimo dall'Iran.
Gahjar viene conquistata da Israele nel 1967 e all'epoca nessuno sapeva da che parte della frontiera tra Israele e Libano dovesse stare, nel 1981 Israele offfre la cittadinanza a tutti i cittadini, gli alawiti accettano e da quel momento la citta' diventa fiorente e ricca, si costruiscono case, si riparano strade, si lavora e si sta bene fino a quando Israele si ritira dal Libano e l'ONU divide la citta' in due, una parte resta in Israele e l'altra in Libano.
Da allora il Libano e Hezbollah pretendono di avere la sovranita' su tutta la citta' .
Ogni loro discorso parla dei loro diritti di sovranita' su Ghajar.
Bene, finalmente Israele li accontenta, e deve farlo senza accordo tanto con quel tipo di arabi ogni richiesta di collaborazione e' inutile, e loro cosa fanno? Niente, neanche una parola, neanche un commento, come se non fosse successo niente, non vedo, non sento, non parlo.
Mi sono divertita anche a leggere l'articolo di Tramballi sul Sole 24 Ore, in cui racconta la storia di Ghajar e , a un certo punto, scrive:
" Ma Israele ora ha in mente la realizzazione dello "stato ebraico": altri 2300 arabi non sono d'aiuto per i calcoli della demografia prestata alla politica. È il Medio Oriente, bellezza. Soldati, negoziatori, pacifisti e giornalisti avranno sempre di che lavorare laggiù."
Certo, con al confine Hezbollah riarmato che continua a promettere guerra a Israele , i soldati dovranno lavorare e purtroppo morire, i pacifisti continueranno il loro lavoro di provocatori, i giornalisti, quelli finti, potranno continuare la loro propaganda , quelli veri potranno scrivere articoli seri. Sulla magica Internet fioriranno i commenti di odiatori di Israele.
Quanto a quel "Israele ha ora in mente la realizzazione dello stato ebraico" vorrei dire a Tramballi che questo e' stato il sogno degli ebrei da sempre, da 2000 anni a questa parte, da quando hanno incominciato a dire "L'anno prossimo a Gerusalemme", da quando pellegrini ebrei, che riuscivano ad arrivare vivi al Kotel, trasformato in immondezzaio dagli arabi, lavavano con le loro lacrime le sue pietre millenarie.
Sempre, Tramballi, gli ebrei hanno sognato di poter ritornare in Erez Israel e di vivere tra ebrei.
E le diro' di piu', Tramballi, gia' nel lontano 1917 un certo Arthur James Balfour, conte di Balfour, stilo' una dichiarazione che dichiarava la Palestina britannica "focolare ebraico".
Questa dichiarazione ebbe un inizio molto simpatico, tra gentiluomini, Lord Balfour e Chaim Weizmann. Vuole che gliela racconto, mister Tramballi? Sicuramente la conoscera' ma le rinfresco la memoria.
Alla domanda di Balfour sul perche' i sionisti desiderassero tanto tornare in Palestina per formarvi il loro focolare, Wiezmann rispose domandando (rispondere con una domanda e' un'antica e nota tradizione ebraica):
- Weizmann: Signor Balfour, se io le proponessi di lasciare Londra per Parigi, cosa mi risponderebbe?
- Balfour: Ma noi possediamo Londra!
- Weizmann: Vero, ma noi avevamo Gerusalemme quando Londra era una palude.
da B. Dugdale (1939): "Arthur James Balfour", Vol I, p. 326 & 327
E quando Weizmann, che era anche un noto chimico, scopri il processo dell'acetone e lo dono' all'Inghilterra gli fu chiesto il prezzo e lui rispose:" Desidero una sola cosa: una patria per il mio popolo." a quel punto venne stilata la famosa Dichiarazione e il Lord scrisse al Barone Rotschild:
Ufficio Esteri
2 novembre 1917
Egregio Lord Rotschild,
E' mio piacere fornirle, in nome del governo di Sua Maestà, la seguente dichiarazione di simpatia per le aspirazioni dell'ebraismo sionista che è stata presentata, e approvata, dal governo.
"Il governo di Sua Maestà vede con favore la costituzione in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebraico, e si adoprerà per facilitare il raggiungimento di questo scopo, essendo chiaro che nulla deve essere fatto che pregiudichi i diritti civili e religiosi delle comunità non ebraiche della Palestina, né i diritti e lo status politico degli ebrei nelle altre nazioni"
Le sarò grato se vorrà portare questa dichiarazione a conoscenza della federazione sionista.
Con sinceri saluti
Arthur James Balfour
Quindi, come si puo' facilmente comprendere se non si hanno gli occhi foderati di prosciutto...d'oca...gli ebrei hanno sempre sognato la ri-costituzione di una Patria ebraica in Palestina che non fu mai altro che una regione geografica.
Lo desideravano quando erano schiavi in Babilonia e cantavano i salmi : "se ti dimentico Gerusalemme si paralizzi la mia destra, mi si attacchi la lingua al palato se lascio cadere il tuo ricordo."
Lo desideravano da quando e' stato distrutto il Secondo Tempio e Gerusalemme divenne Aelia Capitolina.
Per gli ebrei Israele e' casa da sempre, non da oggi, e come vede, pare che anche alcuni arabi amanti della democrazia e del benessere considerino questo paese casa loro e si ribellino all'idea di essere consegnati a un paese arabo per finire in mano a folli neonazisti come Hezbollah.