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Fiamma Nirenstein ci parla della guerra antisemita contro l'Occidente

Riprendiamo da FORMICHE.net, la video-intervista di Roberto Arditti a Fiamma Nirenstein dal titolo: "A che punto siamo in Medio Oriente. Intervista a Fiamma Nirenstein". 
(Video a cura di Giorgio Pavoncello)

Intervista a tutto campo a Fiamma Nirenstein di Roberto Arditti, a partire dal suo ultimo libro: "La guerra antisemita contro l'Occidente". Le radici dell'antisemitismo e perché l'aggressione contro il popolo ebraico in Israele è un attacco a tutto campo contro la civiltà occidentale. E una sconfitta di Israele segnerebbe anche la nostra fine. 



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Corriere della Sera Rassegna Stampa
16.11.2010 Iran: la propaganda del regime colpisce ancora
con la 'confessione' di Sakineh in tv e un film su Neda

Testata: Corriere della Sera
Data: 16 novembre 2010
Pagina: 16
Autore: Viviana Mazza
Titolo: «In Iran film di regime su Neda. E Sakineh viene mostrata in tv»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 16/11/2010, a pag. 16, l'articolo di Viviana Mazza dal titolo " In Iran film di regime su Neda. E Sakineh viene mostrata in tv ".


Sakineh,       Neda

La battaglia tra regime e opposizione continua in Iran attraverso gli arresti di chiunque venga visto come un dissidente — gli ultimi sono cinque avvocati per i diritti umani accusati di minacciare la sicurezza — e attraverso il controllo dei simboli, come Neda e come Sakineh.

Su Internet, gli attivisti dell’Onda Verde sono in rivolta da alcuni giorni per una notizia pubblicata dal sito iraniano «Café cinema» (non confermata dalle autorità): sarebbe in fase di produzione un nuovo film su Neda Agha Soltan, la studentessa uccisa da un colpo d’arma da fuoco a Teheran nel giugno 2009, durante una manifestazione pacifica contro i presunti brogli elettorali che hanno riconfermato Ahmadinejad alla presidenza. Si intitola «Payan Nameh» (tesi di laurea) e il produttore è il fratello di un funzionario del regime.

Intanto, ieri sera, la tv di Stato iraniana ha trasmesso una presunta confessione di Sakineh Ashtiani, la donna di 43 anni che rischia la morte per lapidazione. «Sono una peccatrice», ha detto. Ha già confessato in tv di recente (sotto tortura, secondo la famiglia). Ora al suo fianco c’erano il figlio, l’avvocato e due giornalisti tedeschi che seguivano il caso, tutti arrestati. Sakineh è un altro simbolo della battaglia tra regime e opposizione. La lapidazione è sotto revisione dopo pressioni internazionali imbarazzanti per Teheran; ma è possibile che la donna sia impiccata per complicità nell’assassinio del marito.

Il caso di Neda è emblematico. Già la «Press tv» (controllata dal regime) aveva diffuso in Iran un documentario che attribuisce la sua morte a un complotto dei Paesi occidentali, mentre secondo un medico che soccorse la ragazza l’assassino sarebbe uno dei paramilitari legati al governo. Il nuovo film accuserebbe un professore legato alla Cia. Gli oppositori iraniani, ridotti al silenzio nelle strade, si sono così scagliati contro l’attrice ventisettenne Leila Otadi: accusandola di essere una «prostituta culturale» per aver accettato il ruolo di Neda. Gli hacker hanno attaccato il suo sito web piazzando foto di Neda morente al posto delle sue e su Facebook i gruppi contro di lei hanno migliaia di fan. «Credo che abbia accettato la parte perché non capisce niente della situazione politica — dice dalla Svizzera il critico cinematografico Mehdi Abdollahzadeh —. E’ una di quelle attrici che vanno in tv solo perché carine, nei tipici ruoli delle soap opera della tv di Stato: la brava ragazza o la cattiva ragazza che si pente e riabbraccia la religione. Però è molto popolare tra le masse meno istruite e quindi la propaganda del regime può avere successo». Secondo diversi dissidenti la stretta delle autorità su cinema e tv si è rafforzata nell’ultimo anno, e c’è chi parla di «golpe culturale». «Durante la campagna elettorale del 2009, il 99% degli artisti appoggiarono i rivali di Ahmadinejad», dice Abdollahzadeh. «Dopo i brogli, alcuni sono passati dall’altro lato. Ma la maggior parte resiste alle pressioni. Cedere al regime danneggia la loro reputazione. Il primo è stato l’attore Mohammad Reza Sharifinia, per aver partecipato alla nomina di Ahmadineja dalla presidenza . L’hanno schernito per strada, bombardato di insulti su Facebook. Nessuno vuole che accada. Se perdi il pubblico hai perso tutto». Dopo le proteste, Otadi dice ora d’avere una gamba rotta e di non poter recitare la parte di Neda.

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