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La Stampa Rassegna Stampa
16.11.2010 Il mullah Omar incita i talebani a continuare la guerra e a non trattare
Cronaca di Francesco Semprini

Testata: La Stampa
Data: 16 novembre 2010
Pagina: 16
Autore: Francesco Semprini
Titolo: «Il mullah Omar agli Usa: Guerra totale a Kabul»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 16/11/2010, a pag. 16, l'articolo di Francesco Semprini dal titolo " Il mullah Omar agli Usa: Guerra totale a Kabul".


Mullah Omar

Smentisce le voci di trattative con Kabul, prepara l’allargamento del fronte di lotta «in tutto il Paese», e annuncia la sconfitta delle truppe alleate in una guerra di «logoramento». Il Mullah Mohammad Omar torna a farsi sentire in occasione della festività islamica dell’Eid-al-Adha rilanciando la sfida contro «l’invasore straniero», ma chiede allo stesso tempo aiuti a tutto il mondo islamico per sostenere la causa afghana. È però un segnale, secondo i vertici della Nato, che l’offensiva della coalizione a guida americana sta assestando seri colpi agli insorti.
«Il nemico si sta ritirando ed è assediato - spiega la guida spirituale talebana - siamo pronti a stanare gli invasori dai propri nascondigli e una volta che saranno venuti fuori verranno schiacciati». Omar, rifugiato da anni in Pakistan, spiega che la nuova strategia di guerra «consiste nell’accrescere le operazioni passo dopo passo e portarle in ogni parte del Paese». Poi smentisce ogni possibile accordo col governo di Kabul definendo le ipotesi di negoziato «polvere negli occhi della gente», «voci false» diffuse dagli americani. Ancor più perché il governo di Karzai è un «regime fantoccio». Infine si scaglia contro gli ex leader mujaheddin dell’alleanza del Nord che sostengono l’amministrazione di Kabul: «Secondo voi l’attuale regime riflette i principi della Jihad? L’obiettivo di 14 anni di lotta era quello di far sì che il posto che occuparono i sovietici sia preso dagli americani?».
Una parte del messaggio è invece dedicata alla richiesta di aiuti da parte dei Paesi islamici. «La popolazione sta combattendo contro stenti e povertà ma è pronta ad affrontare sacrifici per veder realizzati gli obiettivi contenuti nel sacro Corano», spiega Omar, chiedendo a tutti i musulmani «di adempiere al proprio dovere di fratellanza mettendo mano alle rispettive ricchezze».
Un messaggio che tradisce le non poche difficoltà della resistenza talebana, provata dall’escalation militare alleata. Secondo fonti vicine alla missione Isaf la coalizione ha intensificato le operazioni specie nel Sud del Paese, in particolare nella zona di Kandahar, roccaforte talebana, catturando o eliminando diversi leader. Sono circa duecento inoltre le azioni dalle forze speciali condotte ogni mese e la stragrande maggioranza sono portate a termine con successo.
L’escalation operativa rientra nella strategia voluta dall’amministrazione di Barack Obama, che ha fissato già entro l’anno prossimo una prima fase del ritiro delle truppe. Secondo il New York Times gli Stati Uniti intendono presentare al vertice della Nato di Lisbona un piano che preveda la fine dei combattimenti principali entro il 2014, e il ritiro della maggior parte delle truppe statunitensi, anche se decine di migliaia di militari resterebbero per scopi addestrativi e logistici, come in Iraq.
Da parte sua il presidente Hamid Karzai preme per una riduzione della visibilità e dell’intensità delle manovre militari, e vuole porre un termine alle operazioni del forze speciali, che a suo dire esasperano la popolazione locale e fanno il gioco degli insorti, a causa dei troppi «danni collaterali». Una richiesta che ha fatto andare su tutte le furie il generale David Petraeus, comandante dell’Isaf, che si è detto «stupito e deluso» perché teme che affermazioni di questo tipo facciano il gioco dei leader talebani.

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