La notte in cui morirono gli autobus Etgar Keret
Traduzione di Alessandra Shomroni
e/o Euro 16,00
E’ diverso l’Etgar Keret di questi racconti. Ci si chiede dove siano gli aculei dello scrittore israeliano, perché le brevi storie sono sì irriverenti e assurde, ma non così paradossalmente surreali quanto quelle degli ultimi libri, Pizzeria kamikaze ad esempio, col suo al di là di suicidi: da un lato i depressi, dall’altro il locale più trendy, quello dei terroristi (Pizzeria kamikaze). Certo, i temi sono gli stessi, disagio, guerra, tabù da rompere, ma spesso – non sempre – la lama è meno affilata: un ragazzo si salva da un pestaggio fuggendo durante la sirena del giorno della Shoah, quando in Israele tutto si ferma; studenti e professori di una scuola vengono ingoiati da un quid misterioso; un vecchio tedesco ammazza Hitler per pura gelosia; una spia del Mossad non si fida neanche di se stessa; Dio è un giocoliere nano che lancia e riprende miliardi di palline, ovvero l’universo…; e poi ci sono anche 2 o 3 storielle tenere che non gli avremmo mai attribuito. Il segreto del cambiamento però è svelato se si cerca sul web il titolo in ebraico, Tzinorot (Tubi): il suo primo libro, del 1992. Ora speriamo che scriva un vero romanzo, è arrivato il momento.
Susanna Nirenstein
R2 Cult La repubblica