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La Stampa Rassegna Stampa
14.11.2010 Riprende il congelamento, ma la notizia non c'è, per ora è solo un 'si dice'
un invito ai nostri lettori

Testata: La Stampa
Data: 14 novembre 2010
Pagina: 1
Autore: La redazione del sito internet
Titolo: «Cisgiordania, colonie bloccate per altri 90 giorni»
"Cisgiordania, colonie bloccate per altri 90 giorni ", questo il titolo di un pezzo uscito oggi, 14/11/2010, soltanto sul sito internet de LA STAMPA.
Un titolo contraddetto dal contenuto dell'articolo, in quanto è  per ora un si dice.
Quello però che continua a mancare nelle analisi sui cosidetti colloqui di pace, è la continua, pervicace censura sul fatto che Abu Mazen ha avuto 10 mesi nei quali le costruzioni erano congelate, senza che mai gli sia passato per la mente di.. colloquiare. La voglia gli è venuta solo dopo il 26 settembre scorso, data della fine del congelamento.
Mai uno straccio di domanda sul perchè di tale comportamento.
Invitiamo i nostri lettori a porgere questa domanda al direttore della STAMPA Mario Calabresi, scrivendo alla e-mail  direttore@lastampa.it chiedendogli perchè questo fatto molto rilevante per capire la doppiezza palestinese non venga mai citato.
Ecco l'articolo
Lo stop potrebbe sbloccare
i negoziati di pace in stallo
GERUSALEMME
È un piano americano in cinque punti che prevede tra l’altro un congelamento degli insediamenti ebraici in parte della Cisgiordania per tre mesi la base su cui potrebbero riprendere i negoziati di pace tra israeliani e palestinesi. Lo si è appreso in nottata da varie fonti dopo che due giorni fa un incontro-fiume tra il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ed il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, aveva prodotto l’impegno di Israele a riprendere i colloqui con i palestinesi, interrotti dopo l’annuncio da parte israeliana di nuovi insediamenti ebraici a Gerusalemme Est e in altri territori occupati. Il piano, oggi al vaglio del governo di Netanyahu e quindi non ancora avallato, prevede un nuovo congelamento per 90 giorni della costruzione di colonie ebraiche in Cisgiordania ma non a Gerusalemme est.

Evidentemente per renderlo accettabile a Gerusalemme, nel piano ci si impegna a non chiedere un ulteriore congelamento dopo questi tre mesi di blocco. Ma in ambienti politici statunitensi si ipotizza che potrebbe essere prorogato in caso di ripresa di negoziati, sviluppo che rappresenterebbe un chiaro successo politico della Clinton. Il piano, ha precisato un fonte diplomatica, prevede varie garanzie di sicurezza Usa per la fase successiva alla firma di un accordo di pace. Secondo altre fonti si parla in particolare della fornitura ad Israele di 20 aerei da combattimento, per un valore di circa 3 miliardi di dollari. I colloqui di pace israelo-palestinesi, rilanciati a inizio settembre sotto l’egida degli Stati Uniti, si erano interrotti dopo poche settimane quando Israele si è rifiutata di prorogare una moratoria sugli insediamenti ebraici in Cisgiordania. La moratoria è una condizione posta dei palestinesi per la ripresa dei negoziati e la sua interruzione è stata criticata da Stati Uniti e comunità internazionale. Il congelamento degli insediamenti, secondo quanto si è appreso, riguarderà tutti i prossimi cantieri e anche quelli aperti il 26 settembre, giorno in cui era scaduta la precedente moratoria di dieci mesi decretata da governo di Netanyahu.

L’accordo raggiunto giovedì a New York tra la Clinton e il premier israeliano, secondo informazioni rilanciate dalla stampa Usa, prevede anche una serie di incentivi per combattere all’Onu, e più in generale nell’arena internazionale, gli atti di delegittimazione di Israele. Tra gli impegni americani, ci sarebbe quello di arginare il rapporto Goldstone, giudicato troppo critico nei confronti di Israele, sull’operazione Piombo Fuso; di bloccare qualsiasi risoluzione sulla flottiglia di Gaza; di difendere Israele se ci sono rischi per i suoi programmi nucleari all’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea); di accrescere le pressioni su Iran e Siria, accusati di volersi dotare dell’arma nucleare.
 
Per scrivere al direttore Mario Calabresi, cliccare sulla e-mail sottostante.

direttore@lastampa.it

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