"Io ebrea, vi dico: avrei operato il malato neonazi", con questo titolo, sul GIORNALE di oggi, 13/11/2010, a pag1-15, Fiamma Nirenstein commento il rifiuto del medico ebreo tedesco di operare un neo nazista. Giusto il titolo, ma ancor più giusto il contenuto dell'articolo, una vera arringa sui pericoli dell'antisemitismo montante, sminuito da chi lo giustifica con una supposta critica di Israele spacciata per legittima. Ecco i risultati che determina:
Fiamma Nirenstein Svastica tatuata
Per essere chiari: io l’avrei operato, per senso di responsabilità come medico e di pietà come essere umano, e, se si vuole, anche perché in un ebreo, religioso o laico come me, il rispetto per la vita è un precetto primario. La vita viene prima di tutto, persino prima dello shabbat, il Sabato di santo riposo in cui per salvare la vita propria o altrui, tuttavia, anche (...)
(...) chi osserva i precetti può agire senza peccato fuori dalle norme. Un attimo però, non stiamo comunque parlando di un irresponsabile: il dottore ebreo-tedesco che a Paderborn nel Nord Reno-Vestfalia ha rifiutato di operare il paziente trentaseienne con una vistosa svastica e un’aquila reale tatuate su un braccio, non l’ha abbandonato alla morte. Il paziente sta bene, operato da un sostituto. Ma la questione resta seria: vale da giustificazione che un ebreo abbia nella mente la pur immensa, straripante memoria dello sterminio nazista per rifiutare le cure a un neonazista, un antisemita, un malvagio idiota, tatuato con la svastica? La risposta, come dicevamo, è talmente palese da essere banale: sono passati più di 60 anni, il paziente ha 36 anni, e inoltre il medico cura sempre e comunque, e soprattutto chiunque.
Adesso che l’abbiamo ripetuto, cerchiamo anche di capire il dottore: a 46 anni può essere figlio o nipote, come sono quasi tutti quanti gli ebrei in Europa, di genitori e nonni gasati ad Auschwitz, sterminati con l’acqua bollente (così era a Sobibor), con le botte, con la fame. E sempre nel segno di quel simbolo che ha balenato cupo dal braccio del paziente. E soprattutto, se una persona legge appena i giornali o vede la tv, alla sua vista non può che venire assalito da una rabbia tutta contemporanea, che non ha a che fare solo col passato, ma con il presente. Il dottore, possiamo pensare, non è solo arrabbiato col passato, ma allarmato dal presente.
Se prendiamo la Germania e guardiamo l’ottimo indicatore della rete web vediamo che i siti neonazisti sono passati da 800 l’anno scorso a 1.872 in quest’anno ancora in corso. Un ragazzo di quindici anni su 20 appartiene a un gruppo neonazista. I messaggi neonazisti dedicati ai bambini e ai giovani fan della musica rock basati sull’odio verso gli ebrei, sempre in Germania, sono passati da 750 nei relativi web, a 6.000. Il nostro medico di 46 anni deve stare molto attento a cosa leggono su Facebook o ascoltano su YouTube i suoi bambini. Nella Germania orientale i neonazisti stanno addirittura organizzando kindergarten ideologici autogestiti. Il rap neonazista che incita a uccidere ebrei e neri è molto di moda,come lo sono i messaggi che insistono che l’Olocausto è un’invenzione degli ebrei per perpetrare i loro crimini, o giustificare la criminosa esistenza dello Stato di Israele, ormai l’oggetto centrale degli attacchi.
Il medico che colpevolmente non ha voluto operare il neonazista potrebbe essere molto preoccupato, o arrabbiato, perché è venuto in contatto con le migliaia di attacchi antisemiti che spazzano l’Europa, specie da quando l’immigrazione ha trasportato da noi una quantità di islamismo politico che volentieri fa comunella con i neonazisti sul terreno dell’odio antiebraico, anche quando la destra estrema è xenofoba. Tutti gli studi confermano, e la polizia tedesca ne ha fatto un elemento basilare, che i gruppi neonazisti e quelli jihadisti lavorano insieme nel campo antisemita, con risultati esponenziali. Un cimitero ebraico la settimana (dati reali) viene vandalizzato, i graffiti e la violenza sono cresciuti da 36 a 183, le sinagoghe vengono attaccate, a Hannover alla Fest internazionale in cui tutti cantavano, dagli afghani ai turchi, un coro ebraico si è salvato a stento dall’ira della folla.
Non so se il medico sappia, ma può essere, che gli incidenti antisemiti nel mondo nel 2009 hanno raggiunto il numero più alto dalla seconda guerra mondiale, nel 2009 1.129 attacchi violenti contro i 78 del 1989, che ci sono nel mondo ormai antisemitismi genocidi esattamente come quello di Hitler; sa che Ahmadinejad promette di distruggere lo Stato ebraico, o della carta di Hamas che spiega come sia necessario ammazzare gli ebrei, in tutto il mondo. Il giovane Ilan Halimi fu ucciso dopo 24 giorni di torture ritmate dalla lettura del Corano solo perché era ebreo, ed è accaduto nella civilissima Parigi. Anche là non si cammina per la strada con una stella di David al collo, a Amsterdam si rischia di essere pugnalati, da Malmo in Svezia molte famiglie ebraiche se ne sono già andate, in Ucraina cresce il neonazismo. Il nostro dottore ha ragione di essere nervoso quando vede una svastica. Piace a troppi.
C’è chi si organizza, come nei giorni scorsi più di 50 Parlamenti, fra cui il nostro, che hanno mandato i loro rappresentanti a Ottawa alla Conferenza per combattere l’antisemitismo da cui è uscito un Protocollo che definisce e indica strade. Ma un ebreo, un medico, un uomo di questo mondo, di questa Germania, che a tu per tu col paziente cui è tenuto a porgere la maggiore solidarietà, vede d’un tratto sulla sua spalla una svastica tatuata si sente solo e disorientato. Vogliamo condannarlo?
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