In Germania e’ nato il partito “Die Freitheit” ( La Liberta’) Il commento di Piera Prister
Testata: Informazione Corretta Data: 13 novembre 2010 Pagina: 1 Autore: Piera Prister Titolo: «E’ nato in Germania il partito “Die Freitheit”, (La Liberta’)»
Piera Prister con Daniel Pipes
E’ nato in Germania il partito “Die Freitheit”, (La Liberta’) che si propone un allargamento della democrazia e della liberta’ in un’era di terrore islamista, in vista delle elezioni che si terranno nel settembre del 2011. E’ un partito che intende resistere all’islamizzazione e sostiene Israele, sulle orme di quello fondato da Geert Wilders in Olanda. Ce ne da’ notizia Daniel Pipes che si trovava a Berlino il 28 ottobre, 2010 invitato a testimoniare l’evento in un hotel, il cui nome era rimasto segreto per ragioni di sicurezza. Il suo fondatore si chiama Rene’ Stadtkewitz che e’ stato espulso un mese fa dal partito, l’Unione Democratica Cristiana che e’ al governo, sin da quando ha ospitato pubblicamente Geert Wilders. E’ un partito che si propone di parlare candidamente di Islam, Islamismo, legge Islamica e Islamizzazione ed e’ contrario all’ingresso della Turchia -sempre piu’ integralista- in Europa. Ha inoltre un programma di controllo delle scuole e delle moschee che, come tutte le altre istituzioni, devono essere soggette a vigilanza, visto che vi si predica odio. Recentemente otto jihadisti di nazionalita’ tedesca sono stati uccisi in Pakistan da droni americani e la polizia tedesca ne ha finora identificati almeno un centinaio di nazionalita’ tedesca che si allenano nei paesi arabi per la guerra santa. Inoltre le autorita’ tedesche hanno chiuso recentemente al culto la moschea di Amburgo, per i suoi legami con l’attacco terroristico dell’11 settembre a N.Y. e, non e’ mistero, che la moschea di Munich, Monaco di Baviera, era nell’immediato dopoguerra un covo di nazisti e di arabo-islamisti, con un imam soprannominato, “the nazi-marionette.” Il terrorista Mahmud Abouhalima, condannato negli Stati Uniti con il carcere a vita per l’attentato al World Trade Center nel 1993, proveniva da Munich. Il nuovo partito tedesco si ispira alla liberta’, un termine a cui bisogna ridare vitalita’, rispolverandolo dalla polvere dei libri. La liberta’ e’ un concetto filosofico e per giunta talvolta inafferrabilmente astratto, tanto che poi in pratica non si sa che cosa sia. E’ un bene comune di cui si gode, ma solo quando incomincia a mancare se ne capisce il valore e il significato. E’ innanzi tutto una percezione concreta che scorre sulla nostra pelle; e’ la mia liberta’ come la tua: liberta’ di dissentire, di scrivere, di esprimere idee ed opinioni, di parlare, di ridere e di far satira; liberta’ di credere nel tuo Dio, o anche di non crederci, insomma liberta’ di vivere una vita responsabilmente vissuta. Ma soprattutto e’ liberta’ dalla paura di ritrovarti con il coltello alla gola, perche’ qualcuno ti interdice la parola e ti interdice persino il piacere di un’ innocente risata. Liberta’ come cristiano, cattolico, ebreo, musulmano, buddista, induista di professare la tua religione senza essere massacrato. E la liberta’ anche di non professarne nessuna. Domani potresti ritrovarti licenziato e senza lavoro, costretto a nasconderti e a far perdere le tue tracce, mentre la tua liberta’ si fa sempre piu’ stretta. Il caricaturista Gregorius Nekschot, arrestato e processato ma recentemente assolto dalla corte di Giustizia di Amsterdam, e’ apparso alla televisione danese, seducente e beffardo dietro un burqua nero con una bella veletta di pizzo macrame’ nero -di quello che piace alle donne- non demorde, sempre in vena di scherzare anche con la morte. Forte della sua intelligenza, irriverente come sempre, continua a fustigare la dabbenaggine umana e, come d’incanto gli spettatori, con una risata, riescono a liberarsi dai fantasmi della paura. Alla faccia degli elitisti di sinistra che vorrebbero trasformare la democrazia basata sul dissenso, in una totalita’ totalizzante tipica dei regimi totalitari, in cui l’individuo non esiste se non annullato in una marea che ci sommergera’ finche’ il mare non sara’ sopra di noi, richiuso. E anche alla faccia di quei neonazisti, sconfitti dalla storia e tenuti sotto il tallone a mordere la polvere dell’infamia, che fanno il gioco degli islamisti , nostalgici come sono di una restaurazione del Terzo Reich, e si’ che ce ne dovrebbero essere molti in Germania e anche in Italia che difendono il regime militare e teocratico di Ahmadinejad. Visto che I nazisti se l’intendevano da lunga data con gli islamisti, sin dagli anni trenta, esattamente nel 1935 Reza Shah Pahlevi era a tal punto allineato e ammiratore del programma hitleriano della superiorita’ della razza ariana, che cambio’ il nome di “Persia” in “Iran”, che in lingua Farsi significa Aryan. E’ un partito il “Die Freitheit” che e’ a favore della democrazia e che rispetta il principio dell’autodeterminazione dei popoli. Promuove l’integrazione degli immigrati e non il loro respingimento; volto alla loro elevazione sociale e culturale e non volto alla loro totale assimilazione o annullamento della loro identita’. Nessuno chiede loro conversioni forzate, la rinuncia a parlare la propria lingua, a mangiare e bere le proprie specialita’; perche’ la democrazia e’ basata sulla libera circolazione di idee, di persone e di capitali; nonche’ sul pluralismo di idee, di principi, di religioni nel reciproco e vicendevole rispetto. E’ un partito che dice no al fanatismo, all’indottrinamento nelle scuole e nelle moschee, e no alla Shariah Law che sancisce molte ingiustizie, fra le quali, suprema, l’inferiorita’ della donna. No, quindi alla faccia coperta, dietro cui quei misogini vorrebbero nascondere le donne. Hayan Hirsi Ali, quando lascio’ la Somalia, lo fece perche’ quel paese non era una democrazia, non c’era posto per lei. Fuggita in Occidente, riparo’ in Olanda dove fu eletta deputata. L’abbiamo conosciuta a Dallas, gli islamisti vogliono ucciderla, ma lei e’ coraggiosa, si muove con grazia e maesta’ nello stesso tempo, e’ anche molto bella. E’ “un diamante nero”, la defini’ Theo Van Gogh. E’ inoltre, colta e poliglotta, e anche attaccatissima alla sua terra d’origine: il suo sogno e’ che ci sia in Somalia e per la Somalia un grande filosofo illuminista come ne ha avuti l’Occidente e che il suo paese possa diventare un giorno libero. E’ Ayan Hirsi Ali un’islamofoba? No, perche’ gli islamofobi sono quelli che ostacolano il risorgimento dei popoli liberi e li preferiscono oppressi da sanguinose dittature islamiste. Ayan sfida la morte anche per il risorgimento del suo popolo. L’Olanda come la Germania hanno aperto le loro braccia all’immigrazione di molti popoli. Quelli che provengono dai paesi musulmani creano problemi perche’ gli islamisti operano perversamente, si mascherano dietro la religione e diffondono un’ideologia di sopraffazione, di sottomissione e di morte, di fronte alla quale, la stessa popolazione islamica non ha vie d’uscita. Piera Prister Bracaglia Morante