lunedi` 25 novembre 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


Clicca qui






La Stampa Rassegna Stampa
12.11.2010 Erdogan costringe il Gran Muftì alle dimissioni perchè troppo kemalista
E la Turchia insiste per entrare in Europa

Testata: La Stampa
Data: 12 novembre 2010
Pagina: 19
Autore: Marta Ottaviani
Titolo: «Il governo Erdogan licenzia il Gran Muftì»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 12/11/2010, a pag. 19, l'articolo di Marta Ottaviani dal titolo " Il governo Erdogan licenzia il Gran Muftì ".


Ali Bardakoglu, Gran Muftì capo della Diyanet, la direzione per gli Affari religiosi

Aria di cambiamenti in Turchia e come ogni volta nel Paese non mancano le polemiche. Ali Bardakoglu, Gran Muftì e capo della Diyanet, la direzione per gli Affari religiosi, esce di scena e al suo posto arriva Mehmet Donmez, già suo vice e più gradito al governo islamico-moderato del predecessore. Nonostante Bardakoglu abbia parlato di dimissioni spontanee concordate con il ministro con la delega alla religione, Faruk Celik, la sua uscita di scena lascia più di un dubbio, tanto che fin dalla prima mattina i maggiori media turchi titolavano che Barkaoglu era stato rimosso dall'incarico. Dubbio alimentato anche da Celik che, come riporta il quotidiano Hurriyet, ha detto: «Grandi cambiamenti stanno per accadere nella struttura della Direzione. Bardakoglu è stato sostituito proprio in ragione di questi cambiamenti».
Con la fine della direzione di Bardakoglu agli Affari religiosi si chiude un'epoca. L'ex Gran Muftì infatti era stato nominato nel marzo del 2003 dal presidente della Repubblica Ahmet Necdet Sezer, noto per le sue idee laiche e kemaliste. Sezer con l'esecutivo guidato da Recep Tayyip Erdogan era tutto fuorché in buoni rapporti e proprio l'elezione di Bardakoglu provocò frizioni. Bardakoglu era accusato di non condividere alcuni progetti del governo, soprattutto l'apertura democratica ai curdi e agli aleviti, una minoranza religiosa rappresentata da una confraternita di derivazione sciita e che pratica un Islam più moderato. Ma l'ex Gran Muftì aveva espresso anche forte scetticismo nei confronti della liberalizzazione del velo islamico nelle università. Quando nel 2008 Erdogan cercò di cambiare la normativa, Bardakoglu disse che per il Corano una fanciulla deve portare il velo, ma che non voleva assolutamente entrare nel confronto fra Erdogan e la magistratura. Da ieri non dovrà più occuparsene.

Per inviare la propria opinione alla Stampa, cliccare sull'e-mail sottostante


lettere@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT