Nel 1982 il generale israeliano Raphael Eytan riferì alla knesset che nel basso libano, in occasione di operazioni militari dell'esercito israeliano, erano stati arrestati cittadini italiani appartenenti alle Brigate Rosse, in Libano per l'addestramento militare presso scuole jiahidiste islamiche. Il fatto divenne dominio pubblico in Italia in quanto venne allegato a varie istruttorie giudiziarie pendenti a quel tempo, ne parlò la stampa e venne trasferito al sistema informativo dell'esercito italiano in funzione del regime politico di alleanza mlitare fra Italia e Israele con patto avente valore di legge formale dello stato in ordine al reciproco scambio in tema di terrorismo.
L'alleanza "santa" fra Brigate Rosse e terrorismo islamico è quindi antica, ma oggi si ripresenta con nuovo aspetto per tre ragioni:
a) la presenza di nuclei terroristici islamici in Italia è ormai diffusa capillare e irreversibile
b) la stagione armata delle nuove B.R. è alle porte a causa dell'imminente aggravarsi della recessione
c) secondo le confessioni del tempo del leader storico Mario Moretti delle B.R. la solidarietà fra le due componenti terroristiche era "naturale e ovvia" in quanto il comune nemico, secondo questa prospettiva, era ed è l'avamposto sionista del capitalismo americano.
Le B.R. scelsero l'OLP perchè la considerarono un fronte di lotta anticapitalistico, non per altro, senza evidentemente considerare il capitale privato quanto alla sua proprietà e pubblico quanto alle fonti di approvvigionamento trasferito in bance d'Europa dai suoi leaders, su conti personali non sociali.
Questa è la premessa.
Da questa mefitica alleanza arriveranno ben presto i primi eventi, ho detto e ripeto "eventi" perchè il termine si adatta a poter essere iscritto in un progetto di calcolo delle probabilità che è una matematica degli "eventi" e non dei numeri con una imminenza che impressiona: se noi applicassimo allo scenario italiano i modelli di matematica stocastica (o della probabilità) del dr. Bruce Bueno, un probabilista ebreo americano che ha realizzato un sistema di previsione o calcolo della probabilità fondato sulla teoria dei giochi per la previsione di eventi terroristici, saremmo costretti a concludere che ogni giorno che passa senza attentati è un giorno in più.
La recessione economica in atto, lo spostamento degli obiettivi terroristici marxisti dall'ambito giuslavoristico (Biagi, D'antona, Ichino ecc) all'ambito della manovra finanziaria pubblica individuata come la principale responsabile della distruzione del potere d'acquisto dei salari e più in generale l'incipiente proletarizzazione di ceti sociali oggettivamente esclusi dalla partecipazione al reddito parassitario fondiario o finanziario, hanno determinato già nel processo in Corte d' appello delle nuove B.R. a Milano nel marzo di quest'anno, l'enunciazione di principi di lotta e di target terroristico da parte degli imputati, tali da far ritenere già in atto l'alleanza con il fronte islamico dislocato in Italia, per il tono e i concetti dei proclami enunciati.
Negli anni '70 Potere Operaio istruiva il proletariato eslege delle grandi città a non pagare il canone di locazione e agli espropri proletari nei grandi magazzini in quanto lo scippo al capitale finanziario e fondiario non era un illecito in senso marxista: l'argomento divenne a tal punto suggestivo che venne imitato dalla destra neofascista di Casa Pound, Campi Hobbit e altre sigle demenziali fasciste.
Oggi tuttavia il pericolo di una identità di progetto terroristico fra marxisti e fascisti è di gran lunga superato dalla presenza di una struttura islamica organizzata per convogliare in senso aggressivo le energie comuni di questi lugubri fronti di lotta, sfruttando il prestigio e la priorità che l'islam rappresenta nell'ambito della lotta anticapitalistica contro Israele e l'America.
Oggi quindi chi opera attivamente per aprire la crisi di governo, drammatizzare conseguentemente la questione del debito pubblico e della ulteriore inevitabile manovra finanziaria per sostenere con ulteriori misure antisalariali l'emergenza di un debito pubblico che non ha nemmeno più i fondi per pagare gli oneri finanziari correnti (gli interessi sui titoli di stato ormai di fatto irredibimibili) deve rendersi conto che la posta in gioco non è più il destino della Grecia (che ha comunque registrato un aumento terroristico impressionante dopo la crisi) ma il ritorno alla situazione degli anni di piombo, in cui il progetto rivoluzionario era politico, ideale, sociale e di classe.
Oggi il progetto non è più di classe, ma di civiltà, perchè la gestione oggettiva di una strategia terroristica generalizzata oggi in Italia sarebbe invariabilmente islamica, in funzione della superiorità assoluta acquisita da questo fronte rispetto ad ogni forma organizzata di terrorismo ed il suo prestigio in questo ambito.
Chi pensa che abbattere ad ogni costo Berlusconi perchè puttaniere o perchè cesarista o perchè cantava sulle navi con le maracas o perchè ha il parrucchino o perchè è diverso dal vecchio modello austero di politicante democristiano, cioè dal modello politico italiano e vaticaneggiante, è opportuno faccia anche i conti di quali risposte possano arrivare da una crisi finanziaria che costringa a misure patrimoniali straordinarie di pauperizzazione ulteriore di classi sociali che dall'avventura terroristica non hanno niente da perdere. E tutto da imparare, dai maestri internazionali di queste tecniche di morte.
Israele siamo noi.
Vitaliano Bacchi