Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 11/11/2010, a pag. 21, l'articolo di Angelo Aquaro dal titolo " I sauditi nell´agenzia Onu per le donne ".
Donne in Arabia Saudita
L'Iran non è entrato nella nuova agenzia Onu per le donne, ma non grazie alle proteste suscitate dalla sua candidatura, semplicemente non ha ottenuto i voti necessari. Invece l'Arabia Saudita, essendo fra i finanziatori dell'agenzia stessa, ha ottenuto uno dei seggi riservati ai massimi finanziatori. E pazienza se là i diritti delle donne sono un miraggio...
Ecco l'articolo:
NEW YORK - In Arabia saudita le signore non possono guidare neppure un´auto. Però il paese degli sceicchi avrà parola nella nuovissima agenzia che le Nazioni Unite hanno istituito per l´emancipazione delle donne.
Per la verità poteva andare peggio. Nel collegio che prenderà decisioni e metterà veti sulla politica femminile internazionale rischiava di finire nientedimeno che l´Iran degli ayatollah: cioè quel paese che in questi mesi ha indignato il mondo intero per la condanna a morte di Sakineh Asthiani. La manovra era stata denunciata proprio dal premio Nobel di Teheran, Shirin Ebadi, che aveva parlato di «beffa». E ieri i paesi occidentali, con l´Italia - che ha conquistato un posto non scontato - in gran movimento, sono riusciti a sventare l´attacco. Il candidato di Ahmadinejad ha avuto soltanto 19 dei 28 voti necessari per occupare una delle 11 poltrone su un totale di 41 destinate ai Paesi islamici. Ce l´ha fatta invece l´Arabia saudita, che siederà però nel board tra i sei membri che non sono stati votati ma scelti tra i maggiori contribuenti, insieme a Spagna, Regno Unito, Usa, Norvegia e Messico: perché gli sceicchi razzoleranno anche maluccio però, si sa, pagano bene.
La nuova agenzia, che prende il posto di quattro diverse organizzazioni, è stata lanciata in uno sforzo di razionalizzazione l´estate scorsa ed entrerà in funzione a gennaio. Presieduta, va detto, da una donna al di sopra di ogni sospetto: l´ex presidente socialista del Cile, Michelle Bachelet.
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