Gli occhiali di Heidegger Thaisa Frank
Traduzione di Ada Arduini
Neri Pozza Euro 17
La trama e i personaggi sono surreali: niente sarebbe potuto accadere così come Thaisa Frank (vincitrice di due Pen award e docente di scrittura creativa a San Francisco) ci racconta. Ma anche Train de vie e Bastardi senza gloria usano il paradossale per narrare il nazismo. Siamo in Germania, un gruppo di ebrei poliglotti viene tenuto in un sotterraneo segreto col compito di rispondere con lettere rassicuranti a chi cerca i deportati, che a loro volta sono probabilmente già morti. Un servizio voluto da Himmler che crede si debbano placare i defunti, e sostenuto da Goebbels, non per motivi esoterici, ma perché ogni missiva abbia burocraticamente la sua risposta. A capo dello strano ufficio c’è però un tedesco che cerca di salvare più vite possibili, aiutato dal suo amore, Elie, donna dalla doppia identità: quando arriva una lettera di Heidegger al suo ottico, amico di università deportato ad Auschwitz, Goebbels vuole una risposta filosofica all’altezza: che fare? E’ possibile far uscire qualcuno dall’inferno? Anche se a volte è puro nonsense, il romanzo è commovente, acuto, spiritoso. E ben scritto.
Susanna Nirenstein
Il Venerdì di Repubblica