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La Stampa Rassegna Stampa
08.11.2010 Israele si ritira dal villaggio di Gahjar in Libano
Cronaca di Aldo Baquis

Testata: La Stampa
Data: 08 novembre 2010
Pagina: 15
Autore: Aldo Baquis
Titolo: «Israele, via da un altro pezzo di Libano»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 08/11/2010, a pag. 15, l'articolo di Aldo Baquis dal titolo " Israele, via da un altro pezzo di Libano ".

L'articolo di Aldo Baquis è corretto. Non si può scrivere altrettanto per la cartina che lo illustra. Contrariamente a quanto c'è scritto, le alture del Golan non sono territori contesi. Sono stati annessi da Israele dopo la guerra dei 6 giorni. La Siria prima le utilizzava per bombardare le valli sottostanti .
Ecco l'articolo:

Quattro anni dopo la conclusione della guerra in Libano con gli Hezbollah, Israele ha deciso di ritirarsi dalla parte settentrionale del villaggio di frontiera di Ghajar in ossequio alla risoluzione delle Nazioni Unite 1701 che mise fine alle ostilità.
Confermando le anticipazioni della stampa locale, il ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman ha rivelato ieri che i preparativi per il ritiro sono stati completati da tempo. «Secondo noi - ha aggiunto - era possibile raggiungere un accordo tripartito assieme con il governo libanese e con le Nazioni Unite». Ma a mettere i bastoni fra le ruote, ha accusato Lieberman, «sono stati i rappresentanti degli Hezbollah nel governo libanese», che è guidato dal pragmatico premier Saad Hariri.
Per cui Israele punta adesso ad un accordo bilaterale con l’Onu. Oggi la questione sarà affrontata a New York con il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon dal premier Benyamin Netanyahu. Israele chiede garanzie che le zone che torneranno sotto l’autorità libanese non si trasformeranno in un avamposto degli Hezbollah.
L’importanza di Ghajar (abitato da 2000 anime) deriva dal fatto che si trova in uno spigolo di territorio compreso fra Israele, Libano e Siria. Con la occupazione delle alture siriane del Golan, nel 1967, Ghajar passò sotto il controllo militare israeliano e nel 1981 gli abitanti ricevettero carte di identità dello Stato Ebraico. Nel maggio 2000, con il ritiro di Israele dal Libano del Sud, l’Onu spartì il villaggio in due settori lasciando quello meridionale sotto il controllo israeliano. Ma nel 2006 i militari israeliani tornarono anche nel settore Nord, anche per ridurre la libertà di azione degli Hezbollah.
Secondo il quotidiano libanese a-Nahar, oggi c’è da temere che la mossa sostanzialmente distensiva di Israele possa avere a Beirut l’effetto opposto di inasprire le già elevate tensioni fra Hariri e gli Hezbollah. Il premier libanese prevedibilmente argomenterà che il ritiro israeliano dal settore di Ghajar conferma che il Libano è capace di difendere i propri interessi nazionali mediante il lavorio diplomatico e che dunque non è necessariamente valida la tesi degli Hezbollah secondo cui essi vanno custoditi solo con le armi e con la costante mobilitazione al confine.
Per Hariri, avverte Israele, gli Hezbollah rappresentano peraltro una minaccia diretta: grazie alla loro potenza militare, senza eguali in Libano, «potrebbero assumere il controllo del Paese intero in poche ore», ha avvertito la settimana scorsa il capo uscente dell’intelligence militare, generale Amos Yadlin.
Vittime dei giochi politici regionali, da parte loro gli abitanti di Ghajar (membri della setta alawita di cui fa parte anche il presidente siriano Bashar Assad) denunciano intanto che la divisione imposta dalle Nazioni Unite è errata e minacciano di lottare affinchè il villaggio resti unificato. Il portavocedella comunità Najib Hatib ha detto che l’intero villaggio fino al 1967 apparteneva alla Siria e che l’ Onu, basandosi su carte geografiche del 1923, ha errato nell’assegnare al Libano la parte nord di Ghajar.

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