Cristiani in Iraq: a rischio di estinzione Ma il Sinodo ha girato la testa dall'altra parte, meglio colpire Israele
Testata: Libero Data: 05 novembre 2010 Pagina: 19 Autore: Simona Verrazzo Titolo: «Scade l’ultimatum di Al Qaeda. I cristiani iracheni in fuga»
Riportiamo da LIBERO di oggi, 05/11/2010, a pag. 19, l'articolo di Simona Verrazzo dal titolo " Scade l’ultimatum di Al Qaeda. I cristiani iracheni in fuga".
Benedetto XVI
Misure di sicurezza rafforzate a protezione dei cristiani caldei dell’Iraq dopo che mercoledì è scaduto l’ultima - tum lanciato dal gruppo fondamentalista dello Stato islamico iracheno, dietro il quale si nasconde la cellula locale di Al Qaeda. Ma ogni ora che passa è sempre più pericolosa per la vita dei cristiani dell’Iraq, tanto che in molti sarebbero intenzionati a lasciare il Paese per emigrare e vivere altrove, facendo così crollare i prezzi delle loro case. Finito il tempo a disposizione – rivol - to ai cristiani d’Egitto per liberare due musulmane che sarebbero segregate in un monastero, mentre in realtà le donne sono le mogli di due preti copti – gli “infedeli” sono tutti “obiettivi legittimi” di azioni terroristiche, come quella di domenica scorsa alla chiesa siro-cattolica di Bagdad. È di ieri la notizia che le autorità irachenehanno rafforzato i controlli attorno ai più importanti siti cristiani del paese, attivando check-point e squadre di ispezione. Il Comando militare di Nineveh, antica città che custodisce preziose testimonianze archeologiche, situata nei pressi di Mosul, nel nord, ha annunciato un piano di misure speciali per la vigilanza delle chiese e dei monasteri della provincia e dei distretti vicini. A renderlo noto è il generale Hassan Karim Khider, comandante locale delle operazioni, che ha precisato come si sia deciso di costituire check-point militari e squadre ispettive nelle aree abitate da popolazione di fede cristiana. «Misure preventive – ha puntualizzato il generale –per il timore che questi luoghi possano essere a rischio». La città a nord di Mosul, a 450 km da Bagdad, e la regione settentrionale del Kurdistan sono le più densamente popolate da persone di fede cristiana. Ma le paure di persecuzioni sono così forti che forse anche gli ultimi cristiani iracheni potrebbero decidersi – con questa nuova ondata di intimidazioni – di lasciare il paese e chiedere asilo politico a quelli confinanti, se non persino emigrare in Europa. Timori che hanno immediatamente avuto delle ripercussioni economiche, provocando il tracollo dei prezzi delle case. Secondoquanto riporta il giornale arabo Al-Hayat, numerose famiglie di cristiani residenti nella capitale irachena hanno chiesto alle organizzazioni umanitarie aiuto per poter lasciare il paese. E numerose associazioni caritatevoli, legate soprattutto alle chiese evangeliche americane, stanno cercando – dopo l’attacco di domenica –di aiutare i fedeli a rifugiarsi nel Vecchio continente. Al-Hayat riferisce di come –in conseguenza a questi nuovi scenari – siano precipitati i prezzi delle abitazioni delle famiglie cristiane che le hanno messe in vendita a basso prezzo per poter lasciare subito l’Iraq. Stando ai dati della ong tedesca The Society for Threatened Peoples (STP), più di tre quarti degli originari 400.000 cristiani di Baghdad hanno lasciato la capitale irachena dal 2003. Molti di coloro che sono rimasti evitano di frequentare la messa o di mandare i loro figli nelle scuole cristiane.
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