Non capisco come la Caridi possa riconoscere coerenza e coraggio nel gesto di Ala al-Aswani, che si è opposto violentemente alla traduzione del suo bel romanzo Palazzo Yacoubian in ebraico. O si ammette che la sua è una manifestazione di antisemitismo, o si trova una qualche scusa nell’accettare il dictat dell’associazione scrittori egiziani , che impedisce ogni “contatto” con l’odiato nemico, pena l’ostracismo, se non una bella fatwa. Bisognerebbe invece indignarsi per l’isolamento della cultura araba, e promuovere lo scambio culturale come mezzo di conoscenza, come virus benefico che dovrebbe stare al di sopra, come lo sport, delle politiche . In Israele è possibile trovare ogni tipo di testo, nei paesi musulmani, invece, si trovano sempre I protocolli dei savi di Sion, ma di letteratura occidentale nemmeno l’ombra. Nell’articolo sembra che la Caridi approvi questo agire e di conseguenza, approvi tale boicottaggio contro Israele. Annalisa Rossi