Daniel Cohn-Bendit attacca Israele Commento di Giulio Meotti
Testata: Il Foglio Data: 29 ottobre 2010 Pagina: 2 Autore: Giulio Meotti Titolo: «Cohn-Bendit dice che è 'vietato vietare' e intanto vuole boicottare Israele»
Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 29/10/2010, a pag. 2, l'articolo di Giulio Meotti dal titolo " Cohn-Bendit dice che è “vietato vietare” e intanto vuole boicottare Israele".
Giulio Meotti, Daniel Cohn-Bendit
Roma. “Dany il Rosso”, il francotedesco Daniel Cohn-Bendit, è entrato nei ranghi del boicottaggio d’Israele. Il “vecchio adolescente”, come ama definirsi una delle icone del maggio ’68, il paladino delle battaglie ecologiste al Parlamento europeo, ha apposto la propria firma a un documento demonizzante che dà addosso a Israele, lo accusa di “colonizzazione e occupazione della terra di Palestina”, di “impunità” e chiede il “boicottaggio di tutti i prodotti israeliani”. Il testo è nato come reazione al procedimento penale nei confronti della senatrice verde Alima Boumediene-Thiery, accusata di “discriminazione razziale” per le campagne contro le merci ebraiche in Francia. Assieme all’ex maestro d’asilo Cohn-Bendit hanno firmato l’appello nomi blasonati della società francese, come la direttrice di France Culture Laure Adler, il presidente di Medici senza frontiere Rony Brauman, l’ex ministro dell’Interno Pierre Joxe, l’ex candidato alla presidenza Michel Rocard (già leader del Partito socialista unifié), l’ex magistrato “anti-casta” Eva Joly, l’ex ministro del governo Jospin Marie-Georges Buffet, il no global Olivier Besancenot, il leader della Ligue des Droits de l’Homme Jean-Pierre Dubois, lo storico Dominique Vidal e la vedova di Mitterrand, Danielle. Non manca neppure il decano della sociologia Edgar Morin, uno dei maggiori filosofi viventi per il quale Israele è “un tumore” da estirpare. L’appello, che proclama “il boicottaggio del colonialismo israeliano”, nel caso di Cohn-Bendit genera uno scandalo in più perché l’europarlamentare è stato uno dei fondatori di J-call, il movimento della sinistra ebraica lanciato la scorsa primavera con ripercussioni italiane. Firmato da noti intellettuali come Alain Finkielkraut e Bernard-Henri Lévy, J-call venne subito accolto con grande favore dalla stampa europea. Adesso alcune organizzazioni ebraiche accusano Cohn-Bendit di “incitamento all’odio”. L’Union des patrons et des professionnels juifs de France parla di “Affaire Cohn- Bendit – Le menzogne di J-call”. Uno dei promotori francesi di J-call, David Chemla, alla domanda sul boicottaggio d’Israele promosso da “Dany le Rouge” risponde così: “E’ libertà d’espressione”. Ma come scrive il giornalista di origini ebraiche Clément Weill-Raynal, il documento di Cohn-Bendit “accusa l’esercito israeliano di aver commesso a Gaza nient’altro che un ‘crimine contro l’umanità’ e sostiene la necessità di un ‘boicottaggio totale’ d’Israele, culturale e accademico”. Nel dicembre scorso la senatrice Alima Boumediene-Thiery aveva partecipato a un incontro alla Sorbona con esponenti di Hezbollah, invitati a proclamare la distruzione d’Israele nella più antica università di Francia. Nel santuario dei Lumi e della laïcité francese, la senatrice sedeva al fianco di Ali Fayad, braccio destro dello sceicco del terrore Nasrallah. Quel giorno, nelle stesse aule in cui Daniel Cohn-Bendit annunciava che è “vietato vietare”, studenti ebrei venivano presi a pedate e cacciati.
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