A: "lettere@corriere.it" Oggetto: Per Francesco Battistini cc al Direttore Ferruccio De Bortoli
Signor Battistini, nella sua odierna intervista al primo ministro Fayyad lei riporta queste sue parole: "Ci sono rotture fra noi, è vero. Ma la vera frattura è quel muro che chiude la Striscia", dove, ricordo, Fayyad si riferisce alle rotture tra Fatah e Hamas. Tralasciando "altri dettagli" quali il fatto che la vita massima di un ulivo, nelle condizioni climatiche più favorevoli, è di un migliaio di anni (mentre Fayyad parla di ulivi di duemila anni), o che le risoluzioni Onu sono obblighi solo se sono approvate in base al capitolo 7 (e nessuna di quelle riguardanti Israele lo è), o che per parlare di "avvelenamento di 700 ulivi" bisognerebbe avere anche qualche prova e non solo chiacchiere,e tanti altri ancora che tralascio per non rischiare di annoiare, vorrei soffermarmi solo su quest'ultima frase sopra riportata e chiederle: come mai lei non gli ha fatto notare che non esiste nessun muro che chiude la striscia? Sulla frontiera, come certo lei sa, vi è una serie di reti (reti al 100%, neanche al 96% come per il cosiddetto muro), e se per caso intendeva parlare di muro ideologico, questo, direi, esiste in tutte le frontiere tra paesi che non si riconoscono. Il lettore distratto o poco informato potrebbe cadere nella trappola tesa dal suo interlocutore, e sarebbe suo compito, se il suo mestiere è quello di informare, metterlo in guardia, no? Distinti saluti
Emanuel Segre Amar PS: per sua comodità le riporto quanto segue: L'olivo appartiene alla famiglia delle Oleaceae. La pianta comincia a fruttificare verso il 3º-4º anno, inizia la piena produttività verso il 9º-10º anno; la maturità è raggiunta dopo i 50 anni. È una pianta molto longeva: in condizioni climatiche favorevoli un olivo può vivere anche mille anni. (http://it.wikipedia.org/wiki/Olea_europaea)