Ma secondo voi, questi "nazionalisti arabi" vestiti di sottanone viola che dicono che Israele è "un peccato contro Dio" e offrono collaborazione al mondo islamico per il rispetto della libertà di religione, ci sono o ci fanno? Voglio dire, credono davvero a quel che dicono, la terra promessa annullata da Gesù, la fondazione di Israele "peccato contro Dio", il "corpo estraneo irritante" e altre ferneticazioni teologico-politiche del genere? O pensano anche solo che scomunicando Israele e prosternandosi davanto ai terroristi, otterranno che i musulmani li lasceranno in pace? Anche questa è un'illusione, non basta essere sottomessi per scamparla.
Prendete l'Egitto, paese "moderato" per eccellenza in Medio Oriente. Oggi il dodici per cento della popolazione è copta, mentre fino all'ottavo secolo erano al novanta per cento. I copti sono gli abitanti originari dell'Egitto, cristiani dal III secolo; la loro lingua è l'evoluzione di quella dei faraoni, il loro nome significa egiziani; gli altri che oggi comandano sono invasori o convertiti per forza. Quei dieci milioni che esistono oggi sono eroici sopravvissuti in mezzo a continue vessazioni, espropri, violenze sanguinose. Ora questo ciclo repressivo sta accelerando di nuovo, probabilmente a causa della crisi del regime che cerca capri espiatori; ma l'Islam non ha mai smesso di cercare di distruggere la comunità copta, nei dodici secoli della sua oppressione.
Ecco i fatti. Su Al Jazeera (che in questo caso funge da organo tecnologicamente avanzato dell'integralismo e talvolta del terrorismo islamico), sono iniziate a venir fuori accuse ai copti di nascondere armi nei conventi e – veramente il colmo – di "rapire" le ragazze copte che vorrebbero così volentieri convertirsi all'islam per sposare i bei ragazzi musulmani, ma ne sono violentemente impedite dai sacerdoti. La prima accusa è un invito a razziare chiese e monasteri, la seconda a rapire e violentare le donne copte, come è nella simpatica abitudine dell'Islam con le figlie dei "dhimmi". Ci si è messo immediatamente anche il regime di Mubarak, prima ordinando alla gerarchia copta, contro le leggi tradizionali, di ammettere che chi divorzia secondo le leggi (musulmane) dello stato possa risposarsi secondo la religione copta (provate a pensare se lo stato italiano avesse una pretesa del genere). Ancora, la "moderata" moschea di Al Ahzar, centro degli studi islamici sunniti, ha denunciato i copti per blasfemia, per aver osato negare in un seminario interno un passo del Corano (5,17) in cui si dice che tutti i cristiani sono infedeli. C'è stato infine il caso di un tale musulmano che ha osato convertirsi al cristianesimo e ha chiesto il cambiamento della religione sulla carta d'identità (sì, i progrediti paesi arabi registrano la religione sui documenti), solo per finire sotto processo. Trovate tutti i dettagli di questi casi qui: http://www.hudson-ny.org/1608/egypt-christians-lions. Insomma, una brutta tempesta sembra addensarsi sopra le teste dei cristiani d'Egitto, che sono rimasti i più numerosi di tutto il mondo islamico.
Naturalmente ai monsignori dei copti non importa nulla, perché non sono cattolici (salvo un pugno di "copti cattolici", che sarebbe come dire "protestanti ortodossi", guidati nientepopodimenoche da un "patriarca" di Alessandria, il quale ha avuto largo spazio nella gestione del sinodo, anche se di fedeli ne ha davvero pochi). Il fatto è che la Chiesa notoriamente non si occupa dei cristiani non cattolici. Per esempio, sul genocidio degli Armeni, sulla cacciata dei greci ortodossi dalla Turchia e poi sull'invasione di Cipro, sulle stragi degli aramaici in Siria e Iraq non ha mai parlato molto. Sarà sano senso del realismo, se non proprio alta moralità. Lo stesso realismo e la stessa moralità che ha dettato l'atteggiamento ehm prudente di Pio XII davanti al nazismo.
Ma funziona questo realismo? C'è qualcuno con cui fare i patti? E' possibile allearsi con l'Islam? La risposta è: no, no, no. L'islam non ha un vertice con cui allearsi, funziona su spinte antiche che sono diventate ideologia contemporanea, al cui centro c'è il disprezzo per gli infedeli (e l'odio per gli ebrei, ma questo ai beatissimi monsignori non importa, naturalmente, non sono fatti loro). Ve ne mostro una prova, che si può giudicare divertente, ma in realtà è agghiacciante per quel che rivela. Guardate questo video, girato a Firenze un mese fa (e di cui nessun giornale ha parlato): si vede un musulmano (non me lo invento io, è definito proprio così) che sale sull'altare del Duomo di Firenze, quello della cupola di Brunelleschi, dell'"urne dei forti" e di tanti capolavori artistici e improvvisa un balletto di scherno: http://atlasshrugs2000.typepad.com/atlas_shrugs/2010/10/muslim-dances-on-the-central-altar-of-florences-cathedral.html . Questo è il senso di rispetto che l'islamismo ha per il culto cattolico. Questo, se non di peggio, è quello che piacerebbe fare a più o meno tutti i bravi palestinesi difesi dalla Chiesa. Dunque ripeto la domanda: secondo voi, i reverendissimi monsignori ci sono o ci fanno?