Wikileaks rende pubblici documenti segreti del Pentagono sulla guerra in Iraq Commento di Carlo Panella, cronaca di Glauco Maggi
Testata: Libero Data: 24 ottobre 2010 Pagina: 1 Autore: Glauco Maggi - Carlo Panella Titolo: «Saddam e Calipari. Aveva ragione Bush - Pubblicare dati senza contesto non porta a nessuna verità»
Riportiamo da LIBERO di oggi, 24/10/2010, a pag. 1-18, l'articolo di Glauco Maggi dal titolo " Saddam e Calipari. Aveva ragione Bush ", a pag. 19, l'aricolo di Carlo Panella dal titolo " Pubblicare dati senza contesto non porta a nessuna verità". Ecco gli articoli:
Glauco Maggi : " Saddam e Calipari. Aveva ragione Bush"
WikiLeaks ha colpito ancora, facen- do avere al New York Times e ad altri giornali internazionali (Guardian, Le Monde, Der Spiegel) 391.832 documenti segreti trafugati dagli archivi del Pentagono e relativi alla guerra in Iraq. Ci sono più dettagli di quanti non se ne conoscessero sulle morti tra i civili, e sugli abusi condotti sui prigionieri, quasi esclusivamente vit- time islamiche di carnefici islamici. Dopo quanto lo stesso esercito Usa aveva già svelato nella sua inchiesta interna su Abu Ghraib, con la condanna dei responsabili aguzzini che è già storia, sapere che gli alleati dell'America, cioè i soldati iracheni antisaddamiti, siano andati giù con la mano ancora più dura nel reprimere, torturando e ammazzando, ex militari o simpatizzanti del regime Baathista, aggiunge poco alla ricostruzione di quella guerra. Che tale era, con la sanguinosa resa dei conti tra le etnie, inevitabile dopo decenni di dittatura dei sunniti su sciiti e curdi. FRONTE DEL DISORDINE Ciò che è di massimo interesse, ed anche di attualità, è invece la larga fetta di informazioni emerse sul ruolo giocato dalla Repubblica Islamica dell'Iran nel conflitto. Che Teheran fomentasse, pagasse, infiltrasse e addestrasse gruppi di ribelli in Iraq contro gli americani e i civili, provocando una guerra interna che doveva portare alla espulsione dei marines e all'intervento “pacificato - re” di Teheran, non era insomma una scusa di Bush, tanto per restare nella zona con i suoi soldati imperialisti a caccia di petrolio. Il fronte del disordine, che andava da Al Qaeda in Mesopotamia ai militanti sciiti guidati dai Pasdaran iraniani, aveva eletto l'Iraq comeil suo campo principale di battaglia. Vedeva giusto Bush nel disastroso biennio 2005-2006 a tenere duro, a non cedere all'arrendismo degli Harry Reid, dei John Kerry e del giovane senatore dell'Illinois Barack Obama. I Guardiani della Rivoluzione iraniani (Pasdaran) avevano, e continuano ad avere oggi, un ruolo centrale nella formazione e nell'equipaggiamento delle milizie sciite responsabili di attentati e rapimenti in Iraq. Da anni i militanti iracheni ricevevano addestramento costante in Iran dove, anche con il contributo degli Hezbollah libanesi, hannoimparato a usare armi ed esplosivi. Il corpo militare Quds dei Pasdaran, per indebolire la nascente democrazia di Bagdad, spingeva i militanti a rapire e a uccidere ufficiali iracheni. RITIRO PRECIPITOSO Lo stesso New York Times ricorda come l'ex presidente Usa George W. Bush fosse accusato di aver esagerato nel definire il ruolo della Repubblica Islamica in Iraq, con l'obiettivo di dar vita a una politica ostile nei confronti dell'Iran. Ma i documenti diffusi da Wikileaks sottolineano invece come le forze armate americane prendessero molto sul serio il ruolo iraniano. In una nota per l'intelligence Usa svelata da Wikileaks si cita l'iracheno Azhar al-Dulaymi, considerato il capo delle milizie sciite. «Dulaymi ha ricevuto il suo addestramento a luglio 2006 nei pressi di Qom, in Iran, da membri di Hezbollah che erano sotto la supervisione di ufficiali del corpo militare Quds dei Guardiani della Rivoluzione». Dulaymi fu ucciso cinque mesi dopo in un raid aereo a Sadr City, ma non prima di aver organizzato il sequestro e l'esecuzione di quattro soldati Usa a Kerbala. L'Iran dava alle milizie irachene missili, bombe magnetiche da piazzare sotto le auto, EFP (Explosively Formed Penetrators, il tipo più letale di ordigno da collocare ai bordi delle strade), fucili calibro 50 e missili terra- aria Misagh-1. Teheran puntava ad un guadagno politico. «L'Iran sta prendendo il controllo, a vari livelli, del governo iracheno », dice un rapporto del 2005, prima delle elezioni di quel dicembre. La guerra dei Pasdaran iraniani in Iraq è continuata anche sotto Obama, che sta ora ritirando le truppe. E malgrado ciò che sa di Teheran, accetta che l'Iran partecipi agli incontri internazionali per la sicurezza e la lotta al terrorismo in Afghanistan. Un bel fidarsi.
Carlo Panella : " Pubblicare dati senza contesto non porta a nessuna verità "
Carlo Panella
La clamorosa scoperta di Julian Assange è questa: «La guerra è un bagno di sangue». Ci voleva lui e Wikileaks per scoprirlo, credevamo che la guerra fossero un pranzo di gala! Il resto, il contenuto di questo ennesimo rapporto è la conseguenza di questa inedita scoperta. Il fatto è che l’operazioneverità di Assange ha il sapore di un banchetto di jene. Perché non solo gli storici, ma persino i giornalisti sanno che i dati, i numeri, gli episodi, messi in rete, pubblicati così, nudi e crudi, sono devianti, parziali e tutto fanno, tranne che aiutare a comprendere la verità. Prendete la rivelazione clou, quella che oggi fa i titoli dei quotidiani: 109.000 morti nel conflitto in Iraq, 60 mila i civili. Cifra vecchia, da anni il governo iracheno afferma ufficialmente numeri simili (104.000). Ma impressionante. Ma Assange - con la scusa dell’oggiet - tività - bara, schifosamente. Perché quei 60.000 civili non sono affatto morti per il conflitto, non sono vittime di azioni di guerra se non in misura minima, inferiore al 10%. Sono la somma dei pellegrini - migliaia e migliaia - straziati dai kamikaze nelle moschee, delle studentesse uccise perché osavano andare a scuola, dei bambini sterminati mentre prendevano le caramelle dai soldati americani, cristiani. Sono vittime del terrorismo islamico. Non della guerra. Il 98% sono arabi uccisi da arabi, sono musulmani uccisi da musulmani. E dei 29.000 guerriglieri uccisi, quanti erano kamikaze che hanno ucciso decine di migliaia di civili? Migliaia e migliaia. Che c’entra questo con la guerra, con la “in - vasione”. Quando, dove dei “partigiani” invece di combattere gli “invasori” si sono messi a sterminare il proprio popolo? Mai. Ma se lo hanno fatto in Iraq, questo vuol dire che quel Paese covava le serpi di una immensa fabbrica di terrore e di orrore, ben prima che arrivassero le truppe Usa, che si sono scatenate, ma sono state contrastate. Non ci credete? Guardate al Pakistan e al Bangladesh, dove non c’è nessuna invasione e contate le vittime civili del “conflitto” negli stessi anni: siamo attorno alle 5.000: di nuovo fedeli riuniti in moschea, donne, bambini, cristiani. È la prova che il terrorismo dei musulmani contro i musulmani è endemico, nasce dentro le società islamiche, non è prodotto da nessuna “invasione”. Insomma, i dati, i numeri, i report, presi per sé stessi, senza ragionamento critico, senza analisi, senza approfondimento, come fa Wikileaks, sono solo lavoro da jene che si fanno una fama di paladini della verità, giocando con cinismo sulla sensazione dei numeri. Provate a pensare cosa sarebbero i report di Wikileaks se fossero in rete i rapporti del Ministero degli Interni italiano tra il maggio 1945 e il 1948: 10-20.000 morti civili, tutti ad opera di bande di partigiani, di “vo - lanti rosse”, di vendette di paese. Se si seguisse il sistema di Wikileaks ne conseguirebbe che l’Anpi e il Pci ne sono direttamente responsabili, che hanno organizzato loro quel macello. Se si ragiona, se si analizza, se si conosce insomma l’abc del mestiere, si comprende, invece, che quel terribile fenomeno non fu mai incentivato, promosso, organizzato dal Pci, che fu un movimento spontaneo, periferico, incontrollato. Ed è tutt’altra cosa sostenere, come è giusto, che la direzione dell’Anpi e del Pci sono colpevoli solo di avere contrastato quel macello per vie interne, coprendolo però con una spessa coltre di silenzio, peccato di ignavia, invece che di esserne - come si dovrebbe dire secondo lo “stile Wikileaks” - che ne sono stati diretti responsabili.
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