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Libero Rassegna Stampa
22.10.2010 Erdogan continua il piano di islamizzazione della Turchia
Per ora la magistratura l'ha bloccato, ma è solo questione di tempo

Testata: Libero
Data: 22 ottobre 2010
Pagina: 18
Autore: Alessandro Carlini
Titolo: «I giudici sfidano Erdogan: il velo islamico è fuori legge»

Riportiamo da LIBERO di oggi, 22/10/2010, a pag. 18, l'articolo di Alessandro Carlini dal titolo " I giudici sfidano Erdogan: il velo islamico è fuori legge ".


Recep Tayyip Erdogan

L'articolo di Alessadro Carlini descrive con cura il potere ormai quasi dittatoriale di Erdogan. Come i militari, anche la magistratura ha i minuti contati.
Bruxelles non commenta la vicenda, come mai ? Erdogan vorrebbe imporre alle donne il velo, e la magistratura, per ora, è riuscita a bloccarlo. Ma è solo questione di tempo. La Ue non ha niente da dire al riguardo, dato che non sono state rilasciate dichiarazioni ufficiali, e nemmeno i quotidiani italiani, dato che hanno trascurato l'accaduto.
Ecco il pezzo:

Da tempo si parla di “un'agenda segreta” del premier turco, Recep Tayyip Erdogan, che, forte del sostegno popolare, vorrebbe reintrodurre forme di integralismo islamico nel Paese, partendo dal tanto criticato velo. Erdogan continua a provarci, anche se trova l'ostacolo della magistratura e dell'opposizione. La Corte di Cassazione turca ha infatti sentenziato che la libertà di indossare il “turban”, il tradizionale velo islamico usato dalle turche osservanti per coprirsi completamente il capo, «è contraria al principio di laicità», cui si ispira la costituzione della Turchia, e sia il parlamento sia il governo devono rispettare tale sentenza. E si è subito scatenato uno scontro a colpi di dichiarazioni, in cui il gruppo del premier, il partito di radici islamiche Giustizia e Sviluppo (Akp), ha detto che il potere giudiziario deve evitare ogni tipo di ingerenza nelle scelte dell'esecutivo. Il monito della corte è arrivato puntuale come un orologio, mentre si teneva una riunione di esponenti dell'Akp con i rappresentanti dei due maggiori partiti dell'opposizione, convocata appunto per cercare di dirimere a livello politico la controversa questione del “turban” che, in base alla costituzione laica del Paese, alledonne nonè consentito indossare nelle università, nelle scuole e in tutti gli altri edifici governativi. E questo fapensare all'Italia, in cui ancora, a differenza di altri Paesi europei, nonsi arriva a dichiarare illegale questa usanza oscurantista. Per capire il livello di tensione che da mesi genera questo dibattito in Turchia, basta pensare che c'è stata perfino una rissa in parlamento, dopo che la moglie di Erdogan si ostinava a indossare il velo, tentando di entrare in un ospedale. Questa per il premier è infatti una vera e propria fissazione. Che rappresenta bene la doppia faccia che ha la Turchia: una parte moderata e laica che punta verso l'Europa e ancora chiede l'ingresso nell'Unione, e l'altra che segretamente coltiva il sogno di tornare ai tempi dell'Impero ottomano, quando il Paese era punto di riferimento di tutto il Medio Oriente. Erdogan a volte guarda verso Bruxelles, altre verso la Mecca, anche se ultimamente ha prevalso la seconda opzione. Soprattutto in politica estera, la Turchia ha scelto la via dello scontro con Israele, nel corso della crisi dopo la strage abordo della Mavi Marmara, la nave “pacifista” che tentava di forzare il blocco di Gaza condotto dalla marina con la stella di David. E la storia del turban e del suo divieto è lunga. È stato bandito dai palazzi pubblici con una sentenza della Corte costituzionale nel 1989. Il governo dell'Akp tentò di modificare la legge, con due emendamenti approvati dal parlamento il 7 febbraio 2008, che consentivano l'uso del velo negli atenei, ma le modifiche furono annullate il 5 giugno seguente sempre dalla Corte costituzionale, sulla base di un ricorso presentato dal Partito repubblicano del popolo (Chp, di sinistra all'opposizione) che vi aveva visto uno dei numerosi asseriti tentativi di islamizzazione della Turchia di cui è accusato l'Akp. In seguito a quella sentenza, il divieto di indossare il turban negli atenei e negli edifici governativi è rimasto in vigore. Non èda poco che Erdogan cerca di riportare il suo Paese indietro nella storia. Sarebbe meglio che pensasse a portarlo in Europa.

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