Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 20/10/2010, a pag. 38, l'articolo di Alberto Stabile dal titolo " 'Fermate le guide arabe' e Gerusalemme si divide ".
Gerusalemme
Un'iniziativa eccellente, quella di decidere di bloccare le guide turistiche arabe di Gerusalemme per via della propaganda anti israeliana che propinano ai visitatori. E questo capita per la maggior parte dei viaggi diocesani in Israele, pardon, Terra Santa. Le guide scelte sono arabi cristiani che non parlano mai di Israele. E se ne parlano, lo fanno in maniera negativa.
Stabile si rallegra del fatto che, per ora, l'iniziativa del deputato di Kadima sia stata congelata. Noi ci auguriamo, invece, che venga attivata al più presto.
Ecco l'articolo:
Col turismo in Città vecchia ci campano tutti, da sempre, amici e nemici, israeliani e palestinesi. Ma adesso sembra arrivato il momento che le guide arabe di Gerusalemme est debbano rinunciare alla loro fettina di torta turistica. Perché così ha deciso Gideon Ezra, deputato di Kadima, opposizione di centro, autore di una proposta di legge che vieta agli arabi di accompagnare i turisti in uno dei più bei "suq" del Medio Oriente. Forse che le guide arabe non sono qualificate? No. Semplicemente, opina Ezra, «sono ostili allo stato d´Israele».
Anche se ha già trovato numerose adesioni tra i deputati della Knesset, la proposta è di quelle destinate a suscitare polemiche e divisioni. È evidente il suo significato discriminatorio nei confronti di una categoria di cittadini che ha l´unico torto di essere nata nella parte sbagliata di Gerusalemme. Tuttavia, almeno nell´immediato futuro non diventerà una legge, dal momento che lo stesso Ezra, in un soprassalto di cautela, ha deciso di "congelarla" per non turbare il difficile, moribondo negoziato di pace tra israeliani e palestinesi.
Un ulteriore motivo oggettivamente a favore del "congelamento" della progetto di legge, sta nel fatto che oggi si apre a Gerusalemme il vertice dell´Organizzazione per la Cooperazione economica e lo Sviluppo (Ocse), cui lo Stato ebraico è stato ammesso a far parte soltanto dal maggio scorso. Guarda caso, il tema dell´incontro è centrato sul "turismo verde".
Forse anche il deputato di Kadima ed ex ministro dell´interno, s´è lasciato trascinare dal desiderio di protagonismo che sembra colpire di questi tempi più d´un esponente politico della destra. Come, ad esempio, il ministro del Turismo, Stas Meseznikov, che ha quasi mandato a monte l´esordio d´Israele al vertice dell´Ocse, dichiarando che il sito prescelto per la riunione dell´Organizzazione rappresentava di per sé il riconoscimento di Gerusalemme come capitale d´Israele. Riconoscimento che, come è noto, non c´è mai stato da parte della stragrande maggioranza dei paesi. Smentita è correzione, prontamente rese note, non hanno impedito a Inghilterra, Spagna di annunciare la loro non partecipazione al vertice.
Sta di fatto che, a leggere l´introduzione alla proposta di Gideon Ezra, c´è da pensare che sia più un testo unico di polizia che una legge sul turismo. Israele, vi si dice, ha un imponente patrimonio turistico. E va bene. Spesso vi sono disaccordi su come illustrare questi siti dal punto di vista storico, religioso, culturale. E Gerusalemme è uno di questi luoghi controversi. Ok, questa è la culla del conflitto. Ma subito dopo, ecco il giudizio (o pregiudizio) fulminante: alcuni dei residenti d´Israele, come quelli di Gerusalemme Est (la parte araba della città) hanno «una doppia lealtà», dal momento che votano alle elezioni dell´Autorità palestinese.
Ora, a parte il fatto che soltanto a una frazione degli abitanti di Gerusalemme est è stato permesso di votare, cosa c´entra la presunta "doppia lealtà" con il turismo? «Questi residenti spesso presentano posizioni anti-israeliane ai gruppi di turisti che guidano», dice il testo. Ragion per cui, «per assicurare che i turisti stranieri siano esposti al punto di vista nazionale israeliano noi suggeriamo che i gruppi siano accompagnati da guide che siano cittadini israeliani ed abbiano una lealtà istituzione verso lo stato d´Israele». Cioè, per esseri sicuri al cento per cento, ci vogliono delle guide in uniforme, o quasi.
Intanto, può bastare chiedere alle agenzie turistiche di offrire a tour operator soltanto guide israeliane con tanto di certificato di cittadinanza così, in sostanza, impedendo agli "arabi" di accompagnare i turisti in città vecchia. Ma, già che ci siamo, perché, non applicare la stessa discriminante anche contro i proprietari dei negozi di tappeti, o i ristoratori, o i venditori di spremute, al 90 per cento cittadini arabi di Gerusalemme est?
«Mi è molto chiaro - ha spiegato il primo firmatario della proposta - che vi sono guide turistiche ostili allo stato di Israele e a Gerusalemme. Tra l´altro, loro sono gli accompagnatori più a buon mercato. Ma non voglio urtare i colloqui e non proporrò il progetto nel prossimo futuro».
Seppure messa momentaneamente in congelatore, la proposta di Ezra ha già suscitato le prime reazioni contrarie. "Ir Amin", una ong di Gerusalemme che predica la coesistenza, ha dato voce alle 300 guide arabe, tutte regolarmente autorizzate dal Ministero del Turismo, le quali temono di perdere il lavoro. Ma c´è anche chi vede nel disegno di legge, un ulteriore passo verso la completa "israelizzazione" di Gerusalemme est, assieme all´emarginazione della minoranza araba.
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