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Il Foglio Rassegna Stampa
19.10.2010 Multiculturalismo, un modello fallimentare e pericoloso per l'Europa
Angela Merkel se n'è accorta. Gli altri che cosa aspettano?

Testata: Il Foglio
Data: 19 ottobre 2010
Pagina: 1
Autore: La redazione del Foglio
Titolo: «Sharia über alles - Il multiculturalismo che ha fallito»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 19/10/2010, in prima pagina, gli articoli titolati "Sharia über alles " e "  Il multiculturalismo che ha fallito ".

" Sharia über alles "

Roma. “L’approccio multiculturale è fallito, completamente fallito”, ha scandito a Potsdam la cancelliera tedesca Angela Merkel. “Il multiculturalismo è morto”, aveva annunciato venerdì Horst Seehofer, leader della Csu, il partito bavarese gemello della Cdu. La Germania discute furiosamente di integrazione da quando è uscito il pamphlet dell’ex ministro e banchiere della Bundesbank Thilo Sarrazin, “La Germania si distrugge da sola”. Due giorni prima dell’annuncio choc della Merkel, il prestigioso settimanale Der Spiegel, voce del giornalismo liberal tedesco, pubblicava un’inchiesta dal titolo: “Il ruolo della legge islamica nelle corti tedesche”. Sarà poi Merkel a ricordare che “in Germania vige la Costituzione, non la sharia”. Importanti elementi del diritto prodotti in Arabia Saudita nel VII secolo sono da tempo confluiti nel sistema tedesco. Ha denunciato il ministro del Cancellierato Ronald Pofalla: “Se si pone il Corano al disopra della Costituzione tedesca, allora posso solo dire: buona notte, Germania”. La cronaca aiuta a capire la denuncia improvvisa della cancelliera tedesca contro il multiculturalismo. Già in Gran Bretagna da tempo ormai, al fianco della centenaria common law viene applicata la sharia nei casi di controversie familiari. Si è persino creato un sistema giuridico parallelo con le corti della sharia riconosciute legalmente. Tra i numerosi casi di applicazione del diritto islamico da parte di un tribunale tedesco, lo Spiegel cita i cittadini giordani che in Germania si sposano e divorziano in base alla sharia. Anche la poligamia ha de facto una base giuridica. Lo Spiegel aggiunge che “i giudici tedeschi si rifanno in continuazione alla sharia”. Si tratta di un “lento processo di capitolazione di fronte all’inevitabile”, ha osservato sul settimanale l’analista Henryk Broder. Il fenomeno rispecchia la crescita della più vasta comunità islamica d’Europa. Dei sette milioni di immigrati stranieri in Germania, oltre 3,3 milioni sono musulmani. E secondo lo Spiegel nel 2030 la quota dei musulmani arriverà a sette milioni. Erediteranno una corposa casistica a loro favore. Un giudice di Hannover ha respinto la richiesta di divorzio di una donna tedesca sposata a un egiziano che minacciava di uccidere la figlia stuprata: “I musulmani hanno una diversa concezione dello stupro”. Un giudice di Essen ha stabilito che le allieve musulmane non possono essere costrette a partecipare alle lezioni di nuoto: “Incompatibili con la loro religione”. Un giudice di Dortmund, citando il Corano, ha stabilito che un padre può picchiare la figlia che si rifiuti di indossare il velo. Un magistrato di Francoforte ha negato il divorzio a una marocchina nata in Germania che per anni è stata picchiata e minacciata di morte dal marito: “Nel Corano, alla Sura quarta verso 34, è previsto che l’uomo possa punire la moglie”. Un anno fa la Bild mise in copertina la statua della Dea Iustitia, il capo coperto dal velo islamico e il Corano su uno dei due piatti della bilancia. L’avanzata della sharia non si limita ai tribunali. A Mannheim ha aperto la prima banca che segue la sharia e la Deutsche Bank ha emesso quattro nuovi fondi, quotati in Borsa, conformi all’islam. In molte scuole tedesche per i professori musulmani vige la deroga sulla consueta stretta di mano alle ragazze alla consegna dei diplomi. Spiegazione: “Nell’islam è illecito”. La Corte costituzionale ha stabilito che i centri islamici hanno il diritto di diffondere con gli altoparlanti le preghiere, cinque volte al giorno e a partire dal levar del sole. L’ultima a ottenere via libera è stata la gigantesca moschea di Rendsburg. Come nel passaggio incriminato del libro di Sarrazin: “Non voglio che nel paese dei miei nipoti e pronipoti il ritmo della giornata sia scandito dai muezzin. Se voglio questo, posso prenotare una vacanza in oriente”. Gli fa eco una già storica copertina dello Spiegel. Titolo: “Mecca Germania”.

"  Il multiculturalismo che ha fallito "


Angela Merkel

Non dimentichiamoci che siamo il paese che all’inizio degli anni Sessanta ha fatto venire i Gastarbeiter in Germania e ora vivono da noi”, ha detto Angela Merkel parlando sabato a Postdam a un incontro della Cdu: “Per un certo periodo ci siamo raccontati frottole, ci siamo detti che non sarebbero rimasti per sempre, prima o poi sarebbero tornati ai loro paesi. Ma la realtà è un’altra. Ed è chiaro che l’idea di allora ‘adesso ci proviamo un po’ nel multiculti, viviamo così uno accanto all’altro e siamo tutti felici e contenti’, è stata un’idea sbagliata, quel punto di partenza, quell’ipotesi è completamente naufragata”. (…) “Non è ammissibile che tra di loro ci sia il doppio di ragazzi che ha abbandonato la scuola anzi tempo. E’ questo che ci crea i problemi sociali del futuro. Per questo l’integrazione è così importante. Per questo è fondamentale che i giovani, quelli che vogliono essere parte della nostra società, non si limitino a rispettare le nostre leggi, non basta che si attengano alla nostra costituzione, devono in primo luogo imparare la nostra lingua (…) Il presupposto dell’integrazione è che si conosca la lingua. Questo non deve però far sorgere il sospetto che chiunque non sappia immediatamente il tedesco, che non sia cresciuto avendo il tedesco come sua madrelingua non sia il benvenuto da noi. Questo non farebbe che nuocere al nostro paese”. E ancora: “Gli immigrati non vanno solo sostenuti, bisogna anche pretendere da loro”. (…) “Certo le omissioni di trenta quarant’anni non si possono recuperare così velocemente”. Riallacciandosi al discorso del capo della stato Christian Wulff tenuto il 3 ottobre in occasione delle celebrazioni per i vent’anni dalla riunificazione, nel quale Wulff aveva affermato che l’islam fa parte della Germania, Merkel ha sottolineato: “Lui ha detto che anche l’islam fa parte della Germania e così è, l’islam fa parte della Germania. Lo testimonia non solo il calciatore Özil… Chi ignora che qui ben 2.500 imam guidano le funzioni religiose nelle moschee non fa altro che raccontarsi bugie”. (…) “Quello che bisogna fare ora, cari amici, è chiedersi come comportarsi. Ed è in questo senso che il tema dell’integrazione diventa un tema centrale. Tra i giovani del nostro paese continuerà infatti a crescere e non a diminuire il numero di ragazzi con un background straniero (…) A Francoforte due bambini su tre sotto i cinque anni sono figli di immigrati”. (…) “Le nostre radici sono cristiano-giudaiche… noi ci sentiamo parte della concezione cristiana dell’uomo e chi non rispetta questo nostro sentire si trova nel posto sbagliato”.

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