Certo che, più comodo di cosi' non lo era mai stato.
Più a portata di mano di così, non si sarebbe mai potuto immaginare. Sarebbe bastata una incursione di due caccia, o forse anche solo una manovra combinata dal mare con elicoteri Apache a gittata multipla. Fossi stato io il comandante di Haganah avrei colpito con duecento caccia dal cielo e congiunta balistica di supporto land to land.Poi, dopo lo "strike" avrei chiesto spontaneamente di essere giudicato da un Tribunale CIVILE o MILITARE dello Stato d'Israele, non della sua chiesa.
Invece niente. E' venuto, ha fatto il suo comizio, ha beffato e diffuso l'odio che in quella terra non aveva bisogno, è andato a pranzo, ha salutato i vecchi amici, ha rinforzato le alleanze mefitiche che gà ci sono e poi è tornato a casa, con un altro successo personale e un ennesimo fiasco di israele, che ormai può allestire una fiaschetteria rispetto Hezbollah e il suo socio iraniano.
"Vengeance" il sistema intelligente studiato dopo la strage di Monaco del 1972 per la risposta a quella strage stabiliì un ordine di risposta e il primo colpo cominciò a Roma: Waell Zwaiter, e poi gli altri. Uno dopo l'altro.
Chi conosce le leggi dell'intelligence antiteroristica sa, leggendomi, in quale conto sia tenuto l'ordine degli eventi in full strike e quale importanza abbia nell'economia della operazione di risposta: la stessa importanza che il matematico tedesco ebreo Leopoldo Kronecker attribuisce alla successione dei numeri naturali, non invertibile, non modificabile in quanto axiomatica. Anche l'intelligence è axiomatica, sia pure su basi di target terroristico, non matematico. Sono stati colpiti ingegneri atomici iraniani e non invece il loro datore di lavoro.
Allora c'era la signora Golda Meier e poi c'erano i nostri generali (Sharon, Eytan, Dayan) ma c'era soprattutto il Mossad.
Cara vecchia Israele, dove sei finita?
Israele siamo noi
Vitaliano Bacchi