Dal web ai giornali, certo, la preoccupazione contenuta nell’articolo di oggi di Repubblica (”Shaoh? Fandonia e complotto”) è giustificata, visto il pullulare in rete di siti negazionisti e antisemiti. Preoccupante è anche la lezione tenuta dal docente Moffa, ma è altresì preoccupante, a mio avviso che,( il giorno prima) all’interno del prossimo Kolnò Film Festival, promosso da Il Pitigliani, il film “Il cielo come destino “ non sia entrato nel programma, poiché giudicato troppo “shoahoso” (si, il termine è questo e non pensavo neanche che si potesse inventare). Nel film fra l’altro di Shoah si racconta poco, e si narra principalmente la vita di Enzo Sereni, (ed è l’unico film realizzato in Italia sull’argomento) uno dei primi ebrei romani a fare l’Alià negli Anni Venti, costruendo, insieme alla moglie Ada Sereni, un kibbutz e favorendo la nascita di una rete di kibbutzim. Enzo Sereni morì nel 1944 , dopo essersi lanciato con il paracadute sotto la Linea Gotica per organizzare la Resistenza in Italia fu catturato e torturato, e spedito nel Lager di Dachau. Viene ora da chiedermi, e chiedervi : quando la preoccupazione sarà per Israele, cosa accadrà se la memoria di uno dei padri fondatori dei kibbutzim, con un film a lui dedicato, sarà giudicata troppo Israeliosa. Vittorio Pavoncello